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EX GRANATA - Ds Salerno: "A me la multiproprietà non è mai piaciuta. Non mi convince..."TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
venerdì 18 settembre 2020, 22:30News
di TS Redazione
per Tuttosalernitana.com
fonte il Mattino

EX GRANATA - Ds Salerno: "A me la multiproprietà non è mai piaciuta. Non mi convince..."

A me la multiproprietà non è mai piaciuta. Non mi convince, perché poi in Italia sei costretto ad accettare qualcosa o più di qualcosa dalla squadra più grande». Il pollice lo abbassa Nicola Salerno, il direttore sportivo con il borsello, il dirigente che andava sotto la curva e portava la mano sul cuore. "Anni dopo, ho sentito dire che volevo arruffianarmi la tifoseria. Era e resta, invece, amore vero".

Suona strano, però, che il dirigente materano esprima dubbi e riserve sulla multiproprietà, perché lui è un anello dello stesso meccanismo.

"Sì, certo, sono consulente di mercato del Watford ribatte - e la proprietà fa capo alla famiglia Pozzo, che è anche al timone dell'Udinese".

E quindi?

"Dipende da come la imposti. Watford e Udinese hanno autonomia di mercato, lo staff è diverso, non ci sono travasi e qui in Inghilterra sono l'unico italiano. La multiproprietà qui significa che ci sono capitali a disposizione del Watford, gestita come un giardino, e c'è una solidità per l'Udinese, che fa un proprio percorso, ha dimensione di fucina di talenti, ha storia e stabilità".

L'Udinese è la società proprietaria del centrocampista Coulibaly, che piace a Castori e quindi alla Salernitana. In Friuli l'allenatore al momento lo trattiene.

"Se tergiversa, vuol dire che è bravo. Mica deve venire per forza, al mondo non c'è solo Coulibaly. Ci sono tanti bravi giocatori. Noi la gente la prendevamo anche per strada e le idee a Salerno ce le facevamo venire: calciatori funzionali al progetto".

Il progetto tecnico fallì, però, il 19 giugno 2011, nel giorno del compleanno della Salernitana, durante la gestione Lombardi.

"È la storia, andò così" - sospira Salerno. "Però il rapporto con la piazza era fortissimo, simbiotico. Mi riferisco al nostro rapporto, al legame stretto che noi uomini di campo avevamo con i supporter. Ci fu un chiarimento in avvio e poi gli ultras capirono che eravamo soli, un manipolo di volenterosi. Così facemmo quadrato: noi in campo e loro sugli spalti. Non con la proprietà, che portò la Salernitana al default. Ci compattammo, ci facemmo voler bene. A noi portavano i pasticcini al campo di Casignano. Adesso leggo che buttano i palloni, per provocazione e gesto simbolico, dagli spalti al terreno di gioco. C'è amarezza a Salerno, ma credo sia direttamente proporzionale alla percezione che una proprietà solida e facoltosa possa ottenere risultati più lusinghieri. Adesso la tifoseria vuole di più, vuole il salto".

L'ex diesse fa un passo indietro e ricostruisce: "Quando la città ha perso il calcio professionistico, il progetto sportivo di Lotito era già fondato ovviamente sulla multiproprietà, perché lui era già presidente della Lazio. In quel caso, però, la sinergia era sullo sfondo, non veniva percepita come un problema. Per due motivi: c'erano le vittorie e c'erano categorie da scalare. Ai tifosi premeva solo ritornare in Serie B. Adesso alzano la testa e scrutano l'orizzonte: vogliono tornare in Serie A, devono e possono, perché la proprietà ha disponibilità economica. Ecco perché chiedono di più. Ne fanno anche un discorso di dignità, che prescinde dalla categoria, e di rispetto".

A pochi giorni dall'inizio del campionato, la squadra è largamente incompleta.

"I granata sono in ritardo e mi pare un po' strano, tenuto conto che il fischio d'inizio è imminente. Nella programmazione non c'è questa esigenza della immediatezza, probabilmente qualche trattativa è stata più difficoltosa. È una sfida grande per Castori, che ritengo persona capace, un professionista che ha sempre portato a termine il programma. Pure lui, però, ha bisogno di punti di riferimento. Akpa Akpro era forte: è andato alla Lazio. Casasola era andato via. È ritornato. Karo aveva cominciato a Salerno, è andato a Formello dopo l'infortunio di Luis Felipe. Forse ritorna, forse no. Leggo di Dziczek, di Kiyine che potrebbe rientrare. Una situazione complessa".

Nel frattempo tra pochi giorni si gioca: debutto con la Reggina.

"Piazze calde e tifoserie amiche. Sarebbe stato uno sport per il calcio ma gli spalti saranno vuoti. Accade per Covid ma non solo: i salernitani sono arrabbiati e per riportarli dalla propria parte occorrono adesso tanti fatti e tante vittorie".