La panchina, arma in più della Salernitana contro il Cagliari

Vincere aiuta a vincere ed a superare anche le difficoltà più impervie, dettate dalla sfortuna, dal valore degli avversari e dalla stanchezza. Perché nel match contro il Venezia, soprattutto nella seconda frazione, è parso evidente un calo fisico della Salernitana, che ha pagato inevitabilmente lo scotto dell'impegno di Bergamo, disputato appena tre giorni prima. Una scelta, quella di far disputare tre gare in appena sei giorni ai granata apparsa davvero scellerata e che la pone in netto squilibrio di forze fisiche con il Cagliari, più fresco addirittura da sabato scorso. Ma il dado è ormai è tratto, e Djuric e compagni saranno chiamati ad affrontare anche questa difficoltà. Allenandosi, giocando, ben consci che domenica sera si potrebbero chiudere i giochi. Inutile nasconderlo, la sfida contro gli isolani vale una stagione, e tutto quello di buono fatto fin qui, gli elogi ricevuti, la classifica finalmente sorridente, passa attraverso quei 95° fatidici minuti. In buona sostanza, come una Ferrari finalmente competitiva rispetto alla Mercedes ma non ancora sicura di tagliare il traguardo da "prima". Manca un'ultima curva, quella più lunga e tortuosa. E per questa impresa serve l'apporto di tutta la squadra,  e soprattutto dai cosiddetti panchinari. Come in parte successo contro il Venezia, dove Verdi è stato decisivo e Belec ha garantito solidità con alcune uscite provvidenziali. Ma importante, e magari con un impatto più aggressivo, sarà il contributo di Kastanos, dello stesso Perotti, oppure di Mamoudu Coulibaly che potrebbe essere gettato nella mischia.  Chiunque, pur non partendo nell'undici base, può essere un protagonista e contribuire a scrivere una delle più belle pagine calcistiche a livello nazionale.

A cura di Armando Iannece