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Iervolino-Milan-Sabatini-Nicola, il poker d'assi ha un grande merito: i salernitani si sono riappropriati della SalernitanaTUTTO mercato WEB
© foto di TuttoSalernitana.com
mercoledì 25 maggio 2022, 23:00News
di Gaetano Ferraiuolo
per Tuttosalernitana.com

Iervolino-Milan-Sabatini-Nicola, il poker d'assi ha un grande merito: i salernitani si sono riappropriati della Salernitana

Dal "Farò la squadra solo in cambio di 10mila abbonamenti" ad un presidente che saluta il pubblico battendo la mano sul petto e con le lacrime agli occhi. Dal "Chi è alto 1,20 non può essere alto 1,60" alla promessa di costruire una squadra vincente che, in pochi anni, possa addirittura puntare al sogno europeo. Senza dimenticare i tempi biblici per avviare la programmazione, la totale chiusura nei confronti dell'ambiente, i reiterati silenzi stampa, i ritiri organizzati all'ultimo secondo e quel tira e molla estivo che ha rovinato la gioia per il ritorno in A dopo 23 anni. Nessuna persona in buona fede e dotata di buonsenso ed equilibrio disconoscerà mai i meriti sportivi della precedente gestione (4 campionati vinti in 10 anni e due coppe in bacheca rappresentano comunque una impresa calcistica) e i paragoni sono sempre antipatici, ma una cosa bisogna riconoscerla: vedendo il modus operandi degli attuali rappresentanti della Salernitana, possiamo dire che è davvero un altro livello. Sul piano della comunicazione, del rapporto con la piazza, della capacità di porsi sempre in modo elegante. Ognuno ha il proprio carattere, ci mancherebbe, e a volte piazze passionali richiedono anche presidenti che ostentino un certo distacco. Ma siamo fortemente convinti che i 102mila spettatori che hanno affollato l'Arechi nell'ultimo mese non lo abbiano fatto solo per l'importanza della posta in palio, ma anche e soprattutto perchè si sono sentiti parte integrante del percorso e componente incisiva e non solo tifosi chiamati a pagare il biglietto la domenica e ignorati nei sei giorni restanti.

Iervolino, Milan, Sabatini e Nicola hanno fatto breccia nel cuore di tutti perchè hanno sposato il progetto mettendo davanti a tutto la componente umana ed emotiva, ciò di cui Salerno aveva profondamente bisogno dopo un decennio in cui si è lavorato poco sul concetto di identità dipendendo da un'altra società. Del resto se la Salernitana 2010-11, quella che scese in campo gratis a ridosso di un fallimento, è ricordata con più emozione pur non avendo centrato il traguardo rispetto a quella targata Lotito-Mezzaroma che ha vinto la C1 (tanto per fare un esempio) un motivo ci sarà. Il pubblico di fede granata ha bisogno proprio di questo e sa stare al suo posto senza diventare invadente quando vede anzitutto trasparenza. Oggi vediamo dirigenti, presidenti e amministratori che parlano chiaro alla città, non fanno giri di parole, ascoltano i desideri della piazza e consentono ai calciatori di vivere tra la gente mentre prima bisognava chiedere dieci permessi ed autorizzazioni anche per mezza battuta in un contesto di festa. La nuova responsabile dell'area comunicazione Mara Andria ha inoltre aggiunto quel necessario tocco di originalità sfruttando in pieno i canali tematici: video celebrativi, le immagini della curva, l'interazione costante con i tesserati ha avvicinato tantissime persone alla prima realtà calcistica cittadina, a breve sono previste altre novità e siamo certi sapranno sorprenderci.

 E ancora. Vedere un dirigente come Sabatini, che ha giocato semifinali di Champions, piangere dopo una salvezza conquistata, Nicola che fa tre volte il giro di campo, Milan che segue ovunque la Salernitana, l'avvocato Fimmanò quasi in versione ultras sotto la Sud e Iervolino che esulta con la propria famiglia è un onore, una fortuna e un privilegio. E oggi il tifoso, il giornalista, il semplice appassionato segue con maggior interesse la squadra perchè si sente non uno spettatore passivo ma una componente importante di ciò che accade dentro e fuori il rettangolo verde. Stiamo rivedendo sugli spalti donne, famiglie, bambini, tifosi storici e della provincia, gente che mancava all'appello da una vita e che ora si identifica nel nuovo corso. E quei pochi personaggi che parlano di "salire sul carro", amnistie da non concedere o ripropongono fake news del passato guadagnandosi un briciolo di popolarità screditando gli altri saranno ben presto accantonati dalle persone intelligenti e di buonsenso perchè il nuovo corso deve essere fatto di unione, rispetto, sostegno reciproco tra ogni componente. Il resto (ma per fortuna è una minoranza, seguita da frustrati che popolano i social e non l'Arechi) tornerà presto nel dimenticatoio, la Salernitana e la sua gente sono altra cosa.

Anche sul piano tecnico delle riflessioni vanno fatte. Sabatini forse non ha azzeccato tutti gli acquisti così come Nicola qualche errore lo ha commesso, ma quando professionisti di questo livello accettano una situazione così complessa e ci mettono la faccia vanno sempre e comunque rispettati, aspettati e sostenuti. Mikael e Mousset non hanno risolto i problemi in attacco così come - tanto per fare un esempio - la formazione di domenica sera non ha convinto, ma cosa si può dire a chi è arrivato da meno di cinque mesi, ha ereditato un ultimo posto in classifica (pur con due gare in meno) e in due settimane ha saputo incidere sulla testa non solo dei calciatori, ma di un intero ambiente inducendo decine di migliaia di persone a crederci? Questa Salernitana, a Genova contro la Samp, scese in campo a -12 dal Cagliari appena vittorioso con il Sassuolo, chiunque avrebbe giocato con rassegnazione. Invece, al quarto minuto, si era già sul doppio vantaggio in uno stadio notoriamente tosto per tutti. Questa Salernitana è stata tra le pochissime in Italia a fermare il Milan, a vincere a Verona con giocatori tecnicamente meno validi ma di gran cuore, ha giganteggiato a Bergamo, ha battuto la Fiorentina, ha messo sotto il Napoli all'Arechi, ha ben figurato nel secondo tempo con la Juventus, ha chiuso con sette risultati positivi su otto e si è dimostrata superiore negli scontri diretti. Se in 150 giorni è stato fatto tutto questo, figuriamoci ora che ci sono tre mesi a disposizione per lavorare e una piazza innamorata che spinge come non accadeva da una vita. Il poker d'assi granata ha fatto l'impresa più importante: restituire la Salernitana ai salernitani.