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Ochoa a Sportweek: "C'è un Ochoa prima e dopo la parata su Neymar. Parlarono di me pure in Cina"TUTTO mercato WEB
domenica 22 gennaio 2023, 11:00News
di Lorenzo Portanova
per Tuttosalernitana.com

Ochoa a Sportweek: "C'è un Ochoa prima e dopo la parata su Neymar. Parlarono di me pure in Cina"

Il portiere della Salernitana Guillermo Ochoa ha rilasciato un'intervista alla rivista SportWeek. 

Non è vero che hai sei dita...
"Fu una voce messa in giro in Grecia, ai tempi in cui sembrava dovessi trasferirmi all'Olympiakos. Il 28 dicembre in Messico è il giorno degli scherzi, un po' come da voi il primo aprile. I giornali si divertono a invetare 'notizie', e una di quelle riguardava me e le mie presunte sei dita a una mano. Nel mio paese ci risero su, in Grecia qualcuno ci cascò o finse di farlo. E così nacque la leggenda".

Leggenda che non ha mai voluto smentire...
"Ha divertito anche me, e poi io sono concentrato sul mio lavoro e non posso perdere tempo per andare dietro a queste cose".

È uno degli otto calciatori ad aver disputato cinque mondiali...
"Siamo tre messicani su otto: tanti, lo so. Il Messico va quasi sempre al Mondiale: se la tua carriera ha uno svolgimento regolare e fai bene nella squadra di club, è chiaro che la nazionale continua a chiamarti".

Appare splendente ai Mondiali e poi una volta finito piomba nell'oblio e diventa uno dei tanti. È vero, oppure anche questa è una favola?
"Semplicemente, il campionato messicano non è la Serie A o la Premier, o la Liga. Io continuavo a parare come sempre, ma fuori dal mio Paese se ne accorgevano in pochi. Ecco perchè dico che c'è un Ochoa prima e dopo la parata su quel colpo di testa di Neymar". 

17 giugno 2014, Brasile-Messico al Mondiale. Neymar colpisce di testa, tu ti esibisci in un volo da fermo che toglie la palla dall'angolino in cui si stava infilando. Per qualcuno, la tua parata ricordò quella del Mondiale '70 effettuata dall'inglese Banks su Pelè e giudicata la migliore di sempre.
"Di me si parlò fino in Cina".

Metti in fila le tue migliori parate in carriera.
"La migliore forse è stata quella contro la Germania, al Mondiale del 2018, su punizione di Toni Kroos. La più importante quella su Neymar: il Mondiale si giocava in Brasile, ciolè nel cuore del calcio, io giocavo contro il Brasile, la squadra migliore di tutte. Finì 0-0 e fu la mia vittoria. Dopo, tutto il mondo ha parlato di me e di quella mia parata".

E, perchè, dopo aver parlato tanto di te, nessun grande club europeo ti ha preso?
"Mi aspettavo questa domanda. Primo, nessun portiere messicano prima di me ha giocato in Europa: vuol dire che quello del mio Paese non è un mercato molto battuto. Secondo, nessun grande club spende tanti soldi, quanti ne voleva il mio club, l'America, il più importante del Messico, per un extracomunitario che gioca in porta. Anche se io avevo disputato la Libertadores, la Coppa America. I tesseramenti per extracomunitari sono limitati, e si preferisce tenerli riservati per un attaccante o un centrocampista. Ho ricevuto delle offerte importanti, ma per tesserarmi volevano che avessi il doppio passaporto".

E quali società ti avevano fatto un'offerta?
"Non posso dirlo. Ma erano club di prima fascia".

Ci si è messa di mezzo anche la sfortuna: nel 2011 sei sul punto di firmare col Psg, quando trovano tracce di clenbuterolo, uno stimolante, nel tuo sangue. Vieni sospeso prima che si scopra che quelle tracce erano il risultato di una intossicazione alimentare in un pranzo di squadra. 
"E il Psg prende Sirigu al mio posto... Una volta emersa la verità, finisco all'Ajaccio, sempre in Ligue1. Un club minore, ma io volevo l'Europa".

Lì sei protagonista proprio contro il Psg...
"Finì 1-1, per loro pareggiò Cavani all'86 dopo che mi avevano tirato contro 17 volte. Cavani, Ibra e tutti gli altri. È stata la partita in cui ho parato di più nella mia carriera. Dopo viene quella contro il Milan, qui a Salerno".