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Atalanta, Gasperini: "Alcuni giocatori sono stati fantastici, ma il tempo passa. Il declino esiste"
Il tecnico dell'Atalanta, Gian Piero Gasperini, ha parlato ai microfoni di DAZN dopo la sfida contro la Salernitana, pareggiata per 1-1. "Potrebbe andare meglio, ma anche peggio. Non c'è limite. È un momento difficile, perché i giocatori pur dando il massimo... L'abbiamo raddrizzata, così come con il Torino, ma non riusciamo ad avere la marcia che ci aspettavamo anche noi. Stiamo evidentemente soffrendo".
Quattro vittorie su diciotto a Bergamo: è un dato che la colpisce, c'è una spiegazione? "Tante. Non sto qui a elencarle tutte, c'è una disparità notevole fra quello che abbiamo fatto fuori casa e quelle in casa. Poi ci sono gare come quelle di questa sera dove attacchi a lungo ma non riusciamo a essere concreti, a finalizzare. Andiamo sotto quasi subito, questa è una spiegazione tecnica".
Parecchie partite che avete perso, in casa, siete andati sotto... "Anche nelle altre stagioni sono successe tante partite dove siamo andati sotto. Noi abbiamo perso la capacità, la sicurezza tecnica che attaccando in massa potevamo creare opportunità. Non riusciamo più a farlo con la stessa precisione, la stessa lucidità. Questa è una squadra costruita per fare dei gol. Noi siamo sempre stati la quinta-sesta difesa ma molto spesso il primo attacco. Di solito vinciamo le partite così per rimanere alti in classifica. Continuiamo a giocare in quel modo ma non siamo efficaci, in casa è più evidente. Ci sono stati altri aspetti negativi che ci hanno condizionato".
Cosa serve per continuare questo ciclo? "Questa sarà materia di riflessione. Non è mai facile, è il problema di tutti, quando ci sono dei cicli... Sappiamo che per gli atleti non è come per altri settori che l'esperienza e le capacità ti permettono di diventare più bravi. Ci sono alcuni giocatori fantastici, purtroppo il tempo passa. Il declino esiste, di una squadra, di un ciclo, di un giocatore. Non è facile per nessuno, nemmeno per le grandi squadre. È una riflessione normale, che si fa. Io lavoro per l'Atalanta e se si ripartirà, come spero, sarò con un rinnovato entusiasmo. Ma queste decisioni non le prendiamo noi allenatori. Speriamo di non perdere altre partite o mi cacciano anche. Conta sempre dopo, il passato, lo sai benissimo... Ho messo la maschera, oggi non ero così tranquillo".
Il suo ciclo non è finito? "Bisogna anche capire. Se l'Atalanta deve vincere, come ci è stato chiesto anche quest'anno. Ora è cambiata proprietà e succedono cose straordinarie. La cosa più probabile da vincere è la Coppa Italia. Difficile lo Scudetto, la Champions o l'Europa League. Noi abbiamo ottenuto i migliori successi, all'estero siamo conosciuti. Io farei la firma per continuare ad avere risultati così. Non c'è limite al meglio, non c'è limite al peggio. Oggi siamo settimi? Siamo ancora lì a giocarci qualcosa. Il secondo anno era una cosa straordinaria. Adesso bisogna riflettere".
Quattro vittorie su diciotto a Bergamo: è un dato che la colpisce, c'è una spiegazione? "Tante. Non sto qui a elencarle tutte, c'è una disparità notevole fra quello che abbiamo fatto fuori casa e quelle in casa. Poi ci sono gare come quelle di questa sera dove attacchi a lungo ma non riusciamo a essere concreti, a finalizzare. Andiamo sotto quasi subito, questa è una spiegazione tecnica".
Parecchie partite che avete perso, in casa, siete andati sotto... "Anche nelle altre stagioni sono successe tante partite dove siamo andati sotto. Noi abbiamo perso la capacità, la sicurezza tecnica che attaccando in massa potevamo creare opportunità. Non riusciamo più a farlo con la stessa precisione, la stessa lucidità. Questa è una squadra costruita per fare dei gol. Noi siamo sempre stati la quinta-sesta difesa ma molto spesso il primo attacco. Di solito vinciamo le partite così per rimanere alti in classifica. Continuiamo a giocare in quel modo ma non siamo efficaci, in casa è più evidente. Ci sono stati altri aspetti negativi che ci hanno condizionato".
Cosa serve per continuare questo ciclo? "Questa sarà materia di riflessione. Non è mai facile, è il problema di tutti, quando ci sono dei cicli... Sappiamo che per gli atleti non è come per altri settori che l'esperienza e le capacità ti permettono di diventare più bravi. Ci sono alcuni giocatori fantastici, purtroppo il tempo passa. Il declino esiste, di una squadra, di un ciclo, di un giocatore. Non è facile per nessuno, nemmeno per le grandi squadre. È una riflessione normale, che si fa. Io lavoro per l'Atalanta e se si ripartirà, come spero, sarò con un rinnovato entusiasmo. Ma queste decisioni non le prendiamo noi allenatori. Speriamo di non perdere altre partite o mi cacciano anche. Conta sempre dopo, il passato, lo sai benissimo... Ho messo la maschera, oggi non ero così tranquillo".
Il suo ciclo non è finito? "Bisogna anche capire. Se l'Atalanta deve vincere, come ci è stato chiesto anche quest'anno. Ora è cambiata proprietà e succedono cose straordinarie. La cosa più probabile da vincere è la Coppa Italia. Difficile lo Scudetto, la Champions o l'Europa League. Noi abbiamo ottenuto i migliori successi, all'estero siamo conosciuti. Io farei la firma per continuare ad avere risultati così. Non c'è limite al meglio, non c'è limite al peggio. Oggi siamo settimi? Siamo ancora lì a giocarci qualcosa. Il secondo anno era una cosa straordinaria. Adesso bisogna riflettere".
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