Sampdoria, Gregucci: "Siamo ancora nel mare in tempesta. Ne usciremo"
Al termine della sofferta e preziosa vittoria per 3-2 contro la Carrarese, il tecnico della Sampdoria Angelo Gregucci si è presentato in conferenza stampa visibilmente provato ma soddisfatto. L’allenatore blucerchiato ha sottolineato la prova di carattere della squadra, il valore del sacrificio mostrato nei momenti più difficili e la necessità di continuare a remare tutti nella stessa direzione per uscire da una situazione ancora complessa.
«Prima di tutto dobbiamo farci i complimenti, ai ragazzi e alla squadra, perché nelle difficoltà hanno tirato fuori una prestazione importante. Fra mille difficoltà hanno tirato fuori più del cuore, ed è un aspetto fondamentale per chi vuole lottare. Faccio i complimenti per l’abnegazione, lo spirito di sacrificio, per tutto quello che hanno messo dentro la gara. Di contenuti importanti ne hanno messi tanti, contestualizzando anche la gara: palla al centro, 1-0 per loro.»
«Siamo uno staff che lavora tutti insieme e faccio i complimenti perché portare a casa questa partita non era facile. Bravi ragazzi, archiviamo questa partita con la soddisfazione del risultato, perché è quello che conta, ma anche con lo spirito che mettono e col sacrificio, ripeto, in mezzo a tantissime difficoltà.»
«Quando uno sta là dentro dalla mattina alla sera, il dio del calcio ogni tanto ti premia. Sì, è vero, il primo gol è arrivato su una palla inattiva e dovremo cercare di lavorare meglio perché è una risorsa: tante partite si risolvono così. È forse la prima volta che la Samp in questa stagione ha saputo reagire al cazzotto dell’avversario più di una volta, addirittura andando a ribaltare la partita. Sul piano caratteriale è una risorsa importante che va mantenuta.»
«Lo dovevamo anche alla nostra gente, che ci ha sostenuto. Perché palla al centro, andare sotto in una partita come questa sembrava una montagna ripida. Ci siamo messi lì con pazienza e spirito di sacrificio. La gestione alla fine era difficoltosa, abbiamo cambiato tanti giocatori per crampi. Portiamo dietro lavoro, tensione, ma sono convinto che la condizione atletica migliorerà, anche recuperando giocatori. Pensavo che Abildgaard potesse essere disponibile, poi non è stato così perché il ragazzo sente ancora qualche problema.»
«Quest’ambiente deve remare nella stessa direzione, non ci sono altre vie d’uscita. Anche voi, paradossalmente, in un momento così delicato dobbiamo cercare tutti insieme di darci una mano, perché l’inferno ce l’abbiamo ancora addosso. La nave Sampdoria deve rientrare in porto quanto prima possibile: siamo ancora col mare in tempesta. Quando parlavo di difficoltà, intendevo questo. Avremo gare difficili, già venerdì sera. Se remiamo tutti insieme sono convinto che la barca va.»
«Ieri abbiamo parlato dei tiri in porta, soprattutto dalla distanza: oggi è arrivato, e che gol è arrivato. Quando uno lavora, poi qualcosa succede: Liam ha fatto un gol all’incrocio. Dobbiamo avere più continuità perché a La Spezia abbiamo avuto tanto possesso ma pochi tiri. Oggi invece qualcosa in più si è visto. Qualche opportunità nel secondo tempo potevamo gestirla meglio, ma qualcosa si muove, e lo si fa attraverso il lavoro.»
«Un calciatore esperto e con tanti gol deve dare anche leadership, come stasera. È un giocatore che può rifinire sempre in maniera pericolosa, e penso stia battendo il record di minutaggio: credo che a 20 anni Coda non avesse mai fatto 12 partite di fila senza saltare un minuto. In questo momento necessita il suo apporto perché non abbiamo da dargli un cambio. Dall’alto della sua saggezza si sta calando nella parte, perché le situazioni decisive se le sta caricando tutte ed è ciò che gli abbiamo chiesto. Spero continui, perché venerdì saremo ancora corti davanti.»
«Massimo lo fa bene: al di là della carta d’identità, dà l’esempio. In partite come questa non c’erano in palio solo i tre punti, ma un po' di pressione, c’era in palio se siamo vivi o no. Siamo vivi. Ci sono tante difficoltà da risolvere. Faccio per la terza volta i complimenti ai ragazzi, perché hanno bypassato le difficoltà. Ci vuole lucidità nel momento focale della gara: la giocata di qualità di Barak verso Depaoli, due giocatori da cui ci si aspetta tanto, ha determinato la partita. E poi il rigore: non è scontato segnarlo sempre. Chi si prende la responsabilità? Chi riconosce il momento. In questo momento, riconoscere quel tipo di situazione e risolverla ci porta due vittorie molto sofferte. Speriamo che questa compattezza e questo spirito diventino un calcio ancora migliore. Perché vedo margini di miglioramento, ma siamo sott’acqua: non posso raccontare altro. La nostra posizione di classifica è dura, perenne da un po’ di tempo. Uscire dall’inferno vuol dire usare tutte le risorse che abbiamo. È un momento di difficoltà che va avanti da tanto, e ci aggiungo anche il finale della scorsa stagione.»
«Servono quei comportamenti, perché a venti minuti dalla fine le partite si spaccano: il giocatore di qualità fa la differenza. Se chiediamo qualità a Barak è perché l’abbiamo annusato, l’abbiamo visto. Dovremo migliorare tanti parametri che la Serie B richiede: pesantezza, brillantezza. Nel primo tempo avevo la sensazione che quando la squadra allargava il campo, la Carrarese avesse gambe per essere pericolosa. Comunque sono entrati tutti bene, e nel secondo tempo la Carrarese è un po’ sparita.»
«Abbiamo pagato sotto il profilo disciplinare con tanti gialli, e anche un rosso rivisto. C’era un po’ di concitazione, facevo fatica a gestire la panchina. Abbiamo preso ammonizioni dopo il gol con giocatori appena entrati: va bene se ci facciamo cacciare noi, ma va male se perdiamo un giocatore così. Dobbiamo essere più lucidi.»
«C’è un regolamento interno che rimane interno: le regole dello spogliatoio restano nostre. Lo ripeto: non è il sistema di gioco che fa la differenza, ma i giocatori che metti in campo, sia con la palla che senza. Pensavamo di avere a disposizione Abildgaard, ma sente ancora dolore. Noi dobbiamo mettere in campo giocatori efficienti: chi non lo è, non porta risultati.»
«Non vincerà il sistema di gioco, ma l’atteggiamento e il comportamento dei giocatori, con e senza palla. In panchina portiamo 21-22 giocatori, non importa il nome: importa che durante il lavoro settimanale si facciano scegliere.»
«Abbiamo perso qualche duello e quando perdi un duello nella metà campo avversaria il campo si allarga e corri rischi. La scelta è stata questa e si è amplificata perché andando sotto rischi di rompere la gara. Poi siamo stati più accorti, ma la proposta era sempre la stessa: con palla a terra cercare di appoggiarsi sui riferimenti avversari. Non devi perdere il duello, perché se lo perdi si apre il campo e metti in affanno i difensori. È palese che nel calcio si può fare sempre meglio.»
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