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...con Canovi
“Il mio ricordo di Favini. Non amava gli agenti, a educare i giovani ci pensava lui... Mercato, le milanesi protagoniste. Da Chiesa a Barella, i colpi dell’estate. E Pastore...”
“Ricordo Favini già da quando lavorava con Sandro Vitali al Como e tirarono fuori tantissimi calciatori che arrivarono in Serie A”. Così a TuttoMercatoWeb l’avvocato Dario Canovi ricorda Mino Favini.
Un ricordo particolare?
“La sua qualità non era scoprire i talenti, ma educarli. Una volta a Bergamo mi disse che un calciatore sarebbe potuto diventare tale anche dal modo di camminare. Era una persona di grande rispetto, amato da tutti. L’ultima volta c’eravamo sentiti un paio danni fa. Avevo rilasciato un’intervista dicendo che i più grandi scopritori di talenti a cui il calcio deve tanto erano lui e Bruno Conti. Non amava tanto i procuratori, perché andavano a rompere le scatole a quattordici-quindici anni. Nel suo caso aveva ragione perché ci pensava lui ad educare i talenti”.
Estate, tempo di mercato. Cosa si aspetta?
“Mi auguro che le milanesi riescano a ridurre la distanza dalla Juventus. Ho l’impressione che a Napoli De Laurentiis sia già contento così è che non non voglia investire più di tanto per colmare il gap. Penso invece che le milanesi abbiano mezzi e voglia”.
Il colpo dell’estate?
“Ci sono tanti giovani italiani che potrebbero fare notizia. Chiesa, Barella, Zaniolo...”.
La Roma lascerà andare Zaniolo?
“Dipende molto da ciò che accadrà con la vicenda stadio. Pallotta non è un tifoso, ma un investitore. Per mantenere un club c’è bisogno di entrare. E al di là di Zaniolo e Manolas non mi sembra che ci siano altri calciatori tali da far monetizzare la Roma in modo importante”.
Potrebbe partire Pastore...
“Sarebbe una minusvalenza micidiale. Magari potrebbe andare in prestito. Ammortare una perdita del genere sarebbe difficile. Penso che la Roma voglia cercare di recuperarlo”.
Un ricordo particolare?
“La sua qualità non era scoprire i talenti, ma educarli. Una volta a Bergamo mi disse che un calciatore sarebbe potuto diventare tale anche dal modo di camminare. Era una persona di grande rispetto, amato da tutti. L’ultima volta c’eravamo sentiti un paio danni fa. Avevo rilasciato un’intervista dicendo che i più grandi scopritori di talenti a cui il calcio deve tanto erano lui e Bruno Conti. Non amava tanto i procuratori, perché andavano a rompere le scatole a quattordici-quindici anni. Nel suo caso aveva ragione perché ci pensava lui ad educare i talenti”.
Estate, tempo di mercato. Cosa si aspetta?
“Mi auguro che le milanesi riescano a ridurre la distanza dalla Juventus. Ho l’impressione che a Napoli De Laurentiis sia già contento così è che non non voglia investire più di tanto per colmare il gap. Penso invece che le milanesi abbiano mezzi e voglia”.
Il colpo dell’estate?
“Ci sono tanti giovani italiani che potrebbero fare notizia. Chiesa, Barella, Zaniolo...”.
La Roma lascerà andare Zaniolo?
“Dipende molto da ciò che accadrà con la vicenda stadio. Pallotta non è un tifoso, ma un investitore. Per mantenere un club c’è bisogno di entrare. E al di là di Zaniolo e Manolas non mi sembra che ci siano altri calciatori tali da far monetizzare la Roma in modo importante”.
Potrebbe partire Pastore...
“Sarebbe una minusvalenza micidiale. Magari potrebbe andare in prestito. Ammortare una perdita del genere sarebbe difficile. Penso che la Roma voglia cercare di recuperarlo”.
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