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Notti Magiche. L'Italia può vincere l'Europeo?
Smaltita la sbornia di Palermo, oggi è un altro giorno. Perché il 9-1 contro l'Armenia è la cartina tornasole del momento degli azzurri, convinti di essere (molto) più forti nel girone rispetto a tutti, che siano Bosnia, Grecia oppure Finlandia, ma anche la formazione di Kashamyan che, all'andata, aveva fatto patire per ottanta minuti, con la possibilità di spezzare l'egemonia nel girone. Sei anni fa, a ottobre, l'Italia pareggiava 2-2 contro gli armeni, inaugurando così una stagione buia per i propri risultati: Prandelli 2013, Brasile 2014, fuori nel girone contro Uruguay, Inghilterra e Costa Rica. Dopo aver vinto quella che, sulla carta, era la più difficile delle tre. Un successone.
L'ITALIA PUÒ VINCERE L'EUROPEO? La domanda da qui a giugno sarà questa. Perché le prossime gare - cioè quelle di marzo più le due prima della rassegna continentale - dovranno far capire dove è questa squadra rispetto alle grandi. C'è da dire che, almeno l'impressione, la squadra è nettamente più forte di quella di Euro2016, quando Conte dovette inventarsi alcune situazioni, puntando tutto sulla propria difesa. Che nel frattempo è cambiata, anche nel modulo, ma la filosofia innanzitutto è modificata: Verratti fa la differenza, Jorginho parla la sua stessa lingua. Poi Chiesa, Bernardeschi, Insigne, Zaniolo... Forse non c'è il fenomeno, a meno che il romanista non lo diventi in alcuni mesi, ma tutti grandi giocatori. Non c'è Mbappé, per capirci, o Cristiano Ronaldo. Ma non sempre servono per vincere.
POCHI DUBBI... La cosa migliore è che, nonostante una rosa ampia, a tratti sterminata, Mancini ha ben chiaro almeno 16-17 giocatori sui 23. Mancano pochi posti e la crescita di Zaniolo può toglierne un altro ai vari El Shaarawy, Orsolini, Grifo e compagnia. Da capire se ci sarà Romagnoli e se Mancini non possa diventare il vice Bonucci visto il ruolo che sta avendo alla Roma. Se Florenzi giocherà nella seconda parte di campionato, se Tonali sarà considerato pronto, in attesa di Sensi e Pellegrini. C'è un però: rispetto a tutti i CT, Mancini non ha mai avuto una critica, a parte forse per le due gare di Nations League tra Portogallo e Polonia (a Bologna). È il momento di raccogliere i frutti e gli applausi, ben sapendo che a giugno le prime tre partite si giocheranno a Roma. Rivivendo le notti magiche di 30 anni fa.
L'ITALIA PUÒ VINCERE L'EUROPEO? La domanda da qui a giugno sarà questa. Perché le prossime gare - cioè quelle di marzo più le due prima della rassegna continentale - dovranno far capire dove è questa squadra rispetto alle grandi. C'è da dire che, almeno l'impressione, la squadra è nettamente più forte di quella di Euro2016, quando Conte dovette inventarsi alcune situazioni, puntando tutto sulla propria difesa. Che nel frattempo è cambiata, anche nel modulo, ma la filosofia innanzitutto è modificata: Verratti fa la differenza, Jorginho parla la sua stessa lingua. Poi Chiesa, Bernardeschi, Insigne, Zaniolo... Forse non c'è il fenomeno, a meno che il romanista non lo diventi in alcuni mesi, ma tutti grandi giocatori. Non c'è Mbappé, per capirci, o Cristiano Ronaldo. Ma non sempre servono per vincere.
POCHI DUBBI... La cosa migliore è che, nonostante una rosa ampia, a tratti sterminata, Mancini ha ben chiaro almeno 16-17 giocatori sui 23. Mancano pochi posti e la crescita di Zaniolo può toglierne un altro ai vari El Shaarawy, Orsolini, Grifo e compagnia. Da capire se ci sarà Romagnoli e se Mancini non possa diventare il vice Bonucci visto il ruolo che sta avendo alla Roma. Se Florenzi giocherà nella seconda parte di campionato, se Tonali sarà considerato pronto, in attesa di Sensi e Pellegrini. C'è un però: rispetto a tutti i CT, Mancini non ha mai avuto una critica, a parte forse per le due gare di Nations League tra Portogallo e Polonia (a Bologna). È il momento di raccogliere i frutti e gli applausi, ben sapendo che a giugno le prime tre partite si giocheranno a Roma. Rivivendo le notti magiche di 30 anni fa.
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