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La top 11 del decennio della Serie ATUTTO mercato WEB
martedì 31 dicembre 2019, 19:00Il corsivo
di Marco Conterio

La top 11 del decennio della Serie A

Nelle stanze di Tuttomercatoweb.com la discussione è andata avanti a lungo. Perché stilare una formazione del genere non è certo impresa semplice e con quanta più democrazia possibile, è stato necessario un lungo conciliabolo per partorire questo discusso undici. Strali e stracci son volati, perché non c'è Cristiano Ronaldo, perché manca Javier Zanetti, perché non c'è tutta la BBC. Perché non Zlatan Ibrahimovic, allora? Sacrilegio, mancano i Re di Roma, Francesco Totti e Daniele De Rossi. E Fabio Quagliarella, sempreverde cannoniere? E dell'Inter del Triplete, così pochi ciuffi? Manca Arturo Vidal, chi la mette la gamba quando serve? "C'è poco Napoli". "Poca Inter". "La Juventus ha dominato, e dov'è?". "In panchina si sieda Conte!". Grida e pugni, alla fine undici nomi. Figli di una grandeur perduta, di un'italietta, che negli anni dieci ha visto cocenti delusioni fuor dal confine, che in casa ha conosciuto una padrona e tante lacrime per chi le stava in scia, tra Scudetti in albergo, esoneri, americani, thailandesi e cotillon sulle scrivanie.

Portiere: Gianluigi Buffon - Inevitabilmente numero uno, emigrato per l'Europa, ritornato per la Champions. E' l'icona del portiere moderno, il vero calciatore internazionale dell'Italia di oggi. Forse il miglior numero uno della storia o comunque sul podio dei grandissimi. Alfa, prima della BBC.

Terzino destro: Maicon - Il treno del Triplete, dell'ultima thule europea dell'Inter, poi fiorente anche con la Roma. Il picco è al tramonto dell'era dorata nerazzurra ma per forza, tecnica, fisico, non si era mai visto e non si è visto più un interprete del ruolo come lui.

Difensore centrale: Thiago Silva - Lui più di Alessandro Nesta perché quando ha vinto lo Scudetto al Milan, era a un punto alto della carriera e non al desio. Da lì è andato a Parigi, elegante come i sudamericani più splendenti.

Difensore centrale: Leonardo Bonucci - Vince la corsa con Kalidou Koulibaly sventolando i tanti trofei vinti alla Juventus. L'addio al Milan il punto più basso, il ritorno del figliol prodigo il segno di un uomo che è diventato maturo e campione, ora capitano della Vecchia Signora.

Terzino sinistro: Giorgio Chiellini - Perché della BBC è l'ultimo ma pure il primo per talento, perché meglio l'ha sempre rappresentata. Leader dell'Italia funesta, campione di una Juventus che s'è scontrata solo coi giganti d'Europa ma che in patria ha dominato. Terzino per comodità tattica, anche se in verità in albore di carriera lì ha giocato.

Centrocampista centrale: Miralem Pjanic - Il sacrilegio per molti d'aver escluso Javier Zanetti o Arturo Vidal si spiega con la costanza del bosniaco. Alla Roma e alla Juventus, gioca in Italia dal 2011 e ha collezionato quasi 270 presenze totali. Trequartista, interno, regista, ha cambiato pelle ma mai il rendimento, acquisendo però col tempo sempre più costanza.


Centrocampista centrale: Andrea Pirlo - Maestro. E basta una parola per raccontarne le gesta, la capacità di reinventarsi, di dirigere, di coordinare e d'inventare. E' stato l'archetipo del pivot del calcio moderno, Sacro Graal che ancora tutti i suoi emuli cercano di raggiungere. Con quello sguardo un po' così, inimitabile.

Centrocampista centrale: Marek Hamsik - Perché il Napoli ha segnato il decennio, soprattutto quando era a giri di motore spediti sul calendario. Marekiaro è stato la costante, prima di lasciare Parthènope per la Cina. Assist e gol, capitano e simbolo, acconciatura da fumetto e classe da campione, ha preferito l'amore alla fama e ai denari. Prima di dire sì agli yuan.

Attaccante: Antonio Di Natale - Miglior bomber del decennio della Serie A con 125 gol. Merita la presenza per questo, perché li ha fatti a Udine, che è la botte piccola del calcio che conta. E per lei ha rifiutato la corte della Juventus e di altre cantine più nobili ma che forse non gli avrebbero garantito lo stesso calore. Bacheca vuota e cuore pieno.

Attaccante: Gonzalo Higuain - Perché segue Di Natale nella classifica dei marcatori e perché è stato icona del Napoli prima e della Juventus poi. Lo davano per finito a Madrid, riserva di Karim Benzema, in Campania è diventato idolo prima di esser traditore. Lo stava per scaricare pure la Vecchia Signora, è tornato Pipita anche ora.

Attaccante: Mauro Icardi - Volente o nolente, nel bene e nel male, senza titoli e senza Champions, Maurito ha segnato un decennio. Perché è stato il simbolo di un'Inter non vincente ma che ci ha provato, che ha resistito. E lui sempre davanti, gomiti e spalle larghe. Preferito a Milito per la costanza temporale, preferito a Ronaldo e Cavani per lo stesso motivo.

Allenatore: Massimiliano Allegri - Ha vinto col Milan dopo esser arrivato tra i dubbi, è arrivato alla Juventus tra i mugugni e ha vinto come nessun altro. Gli è mancata la Champions, due finali perse, l'ultima neanche raggiunta nonostante Cristiano Ronaldo. Però, neppure di corto muso, ha dominato e trionfato nella Serie A dell'ultimo decennio, anche più di Antonio Conte, ben distante da ogni altro inseguitore.