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Avanzini, italian alle Far Oer: "Il Coronavirus è anche qui"
La storia di Sebastian Avanzini è quella di un italian. "Sono italiano dalla parte di mio padre che è di Bardolino. Mia madre invece è coreana, vissuta in Italia. Io a Bardolino e in generale nel paese sono nato e stato tante volte -racconta dalle Isole Far Oer, dove gioca al Ki Klaksvik capolista, in esclusiva per Tuttomercatoweb.com- Tutta la mia famiglia è lì, abitano tutti nei dintorni di Verona. Ho speso tutta la mia giovinezza, in estate".
E' la sua seconda patria, lei è danese, di fatto
"Mi sento legato all'Italia, anche in questo periodo. Trattengo il respito, il Coronavirus ha colpito tanti paesi, l'Italia in modo estremo. Io sono così lontano, posso dire solo alla mia famiglia di prendere la cosa seriamente come sta facendo".
Ha colpito anche le piccole isole dove vive e gioca?
"Anche qui alle Far Oer ci sono dei casi. Purtroppo è così".
Come sta andando da voi?
"Noi siamo in quarantena. Stamattina ci sono stati ulteriori casi. Sta crescendo anche qui. Come vivono la situazione qui? Credo come dovrebbero: vedono la situazione in Italia, Spagna, capiscono e tutto è chiuso. Il Governo ha preso la questione di petto".
Decide la Danimarca o il governo delle Isole?
"La questione è 'bordeline'. Vorrebbero essere indipendenti ma non interamente, anche se vorrebbero. Sulla questione Coronavirus decide la Danimarca".
Ci perdoni ma... Come è finito al KI?
"Avevo altre opzioni anche in leghe più importanti ma la cosa principale era diventare un giocatore migliore. In Danimarca potevo continuare ma sentivo di non poter andare avanti. E' arrivata l'opportunità di venire qui e l'ho sfruttata".
A che livello è la lega?
"I soldi ci sono, il top della lega vale una medio-bassa Serie B. Il problema è che ci sono cinque squadre di livello, altre no".
E' sport nazionale o anche lì hockey, curling e affini?
"No, no. Qui è tutto calcio, calcio, calcio. Un po' di pallamano ma poi è tutto calcio. Per fortuna".
E' la sua seconda patria, lei è danese, di fatto
"Mi sento legato all'Italia, anche in questo periodo. Trattengo il respito, il Coronavirus ha colpito tanti paesi, l'Italia in modo estremo. Io sono così lontano, posso dire solo alla mia famiglia di prendere la cosa seriamente come sta facendo".
Ha colpito anche le piccole isole dove vive e gioca?
"Anche qui alle Far Oer ci sono dei casi. Purtroppo è così".
Come sta andando da voi?
"Noi siamo in quarantena. Stamattina ci sono stati ulteriori casi. Sta crescendo anche qui. Come vivono la situazione qui? Credo come dovrebbero: vedono la situazione in Italia, Spagna, capiscono e tutto è chiuso. Il Governo ha preso la questione di petto".
Decide la Danimarca o il governo delle Isole?
"La questione è 'bordeline'. Vorrebbero essere indipendenti ma non interamente, anche se vorrebbero. Sulla questione Coronavirus decide la Danimarca".
Ci perdoni ma... Come è finito al KI?
"Avevo altre opzioni anche in leghe più importanti ma la cosa principale era diventare un giocatore migliore. In Danimarca potevo continuare ma sentivo di non poter andare avanti. E' arrivata l'opportunità di venire qui e l'ho sfruttata".
A che livello è la lega?
"I soldi ci sono, il top della lega vale una medio-bassa Serie B. Il problema è che ci sono cinque squadre di livello, altre no".
E' sport nazionale o anche lì hockey, curling e affini?
"No, no. Qui è tutto calcio, calcio, calcio. Un po' di pallamano ma poi è tutto calcio. Per fortuna".
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