Pandora Papers, coinvolti Mancini e Vialli. Tra aerei e Bc Partners (che voleva Inter e Samp)

L’inchiesta Pandora Papers - svolta in Italia in esclusiva da L’Espresso, facente parte di un più ampio consorzio di giornalisti chiamato Icij - svela le ricchezze offshore di Roberto Mancini e Gianluca Vialli, rispettivamente commissario tecnico e capo delegazione della Nazionale che ha vinto gli ultimi Europei. L'arco temporale è fra il 2008 e il 2009 per il primo - fra l'addio all'Inter da allenatore e l'approdo poi al Manchester City - mentre tra il 2009 e il 2012 per l'ex Juventus, quando il giro di affari si ingrossa da 319 mila euro a oltre 4 milioni.

L’aereo e lo scudo fiscale
Dal 2008 Mancini è indicato dai documenti come l’azionista di Bastian Asset Holdings, azienda con sede nel paradiso fiscale delle British Virgin Islands, le Isole Vergini. Non solo, perché pare che l’allenatore, nel 2009, abbia segnalato a una fiduciaria italiana di essere intenzionato a utilizzare lo scudo fiscale - che permetteva di far rientrare i capitali in Italia con una percentuale minima dovuta all’erario - per regolarizzare la propria posizione. Questa società caraibica, peraltro, era proprietaria di un aereo, un Piaggio 180 da 7 milioni di dollari da 6-9 posti e 2400 kilometri, venduto nel 2011.

Suddito di sua maestà
Invece per Gianluca Vialli, cittadino britannico oramai da anni - facendo seguito alla sua esperienza prima da calciatore e poi da allenatore nel Chelsea, è il proprietario di un’altra società, la Crewborn Holdings, sempre attiva nelle Isole Vergini, aperta nel 1998. Con quest’ultima venivano gestiti alcuni finanziamenti per aziende italiane. Vialli ha investito anche nella BC Europea Capital VIII, gestito dalla BC Partners di Londra: la stessa società che voleva comprare una quota da Suning (o la Samp di Massimo Ferrero).