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Era una partita da vincere, la Juve l’ha persa. Allo Stadium passa il Sassuolo
Massimiliano Allegri l’aveva ripetuto più e più volte: la Juventus doveva vincere col Sassuolo per confermare il buon punto di Milano. C’era solo un risultato da portare a casa davanti ai 18mila tifosi che nel tardo pomeriggio di ieri hanno popolato l’Allianz Stadium, ma a festeggiare a fine partita sono stati i 16 del settore ospiti che si sono goduti una notte che entra di diritto nella storia del Sassuolo. A Torino passa la squadra di Dionisi grazie alla rete di Frattesi e, all’ultimo istante, di Maxime Lopez intervallata dal pareggio di McKennie.
Dybala unica luce, Morata impalpabile.
Paulo Dybala ha stretto i denti, nella gambe dell’argentino c’era poco più di un’ora ma anche la sfida con il Sassuolo ha dimostrato quanto, anche non in condizione, la Joya sia fondamentale per questa squadra. In una serata in cui Chiesa si fa prendere un po’ troppo dalla voglia di incidere, il numero 10 si prende la Juve sulle spalle, fa girare il pallone, colpisce un paio e serve l’assist a McKennie. Non basta però, anche il suo talento necessita di supporto. Che non arriva da Morata, il peggiore in campo di Madama: non controlla la sfera facendo salire la squadra, mai ficcante sottoporta. Allegri lo sostituisce quasi “per disperazione”, e se la Juve non ha un problema offensivo poco ci manca (solo 14 i gol in 10 partite).
Troppa frenesia.
La Juve ha perso la calma, a tratti anche troppa, quando il più sembrava fatto, ossia riacciuffare la gara: “Una volta fatta il pari, - ha commentato Allegri in conferenza stampa, - ci siamo disordinati e questo ha fatto sì che abbiamo preso il gol all'ultimo. Questa è una cosa che non deve accadere più perché quando non riesci a vincere non devi perdere perché nel computo finale un punto può pesare nella stagione anche se oggi sembra niente”. La Juve deve lavorare su se stessa con grande attenzione perché la guarigione totale, a oggi, è ancora molto lontana.
Dybala unica luce, Morata impalpabile.
Paulo Dybala ha stretto i denti, nella gambe dell’argentino c’era poco più di un’ora ma anche la sfida con il Sassuolo ha dimostrato quanto, anche non in condizione, la Joya sia fondamentale per questa squadra. In una serata in cui Chiesa si fa prendere un po’ troppo dalla voglia di incidere, il numero 10 si prende la Juve sulle spalle, fa girare il pallone, colpisce un paio e serve l’assist a McKennie. Non basta però, anche il suo talento necessita di supporto. Che non arriva da Morata, il peggiore in campo di Madama: non controlla la sfera facendo salire la squadra, mai ficcante sottoporta. Allegri lo sostituisce quasi “per disperazione”, e se la Juve non ha un problema offensivo poco ci manca (solo 14 i gol in 10 partite).
Troppa frenesia.
La Juve ha perso la calma, a tratti anche troppa, quando il più sembrava fatto, ossia riacciuffare la gara: “Una volta fatta il pari, - ha commentato Allegri in conferenza stampa, - ci siamo disordinati e questo ha fatto sì che abbiamo preso il gol all'ultimo. Questa è una cosa che non deve accadere più perché quando non riesci a vincere non devi perdere perché nel computo finale un punto può pesare nella stagione anche se oggi sembra niente”. La Juve deve lavorare su se stessa con grande attenzione perché la guarigione totale, a oggi, è ancora molto lontana.
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