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Presidenza AIC, Dossena si candida: "Emergenza da gestire. No ad aiuti dal Governo"TUTTO mercato WEB
lunedì 2 novembre 2020, 10:06Serie A
di Lorenzo Di Benedetto

Presidenza AIC, Dossena si candida: "Emergenza da gestire. No ad aiuti dal Governo"

Beppe Dossena, ex giocatore e neo candidato alla presidenza dell'Associazione Italiana Calciatori, ha parlato a Radio Anch'io Sport sulle frequenze di Radio Rai. Queste le sue parole: "La scelta di candidarmi è per prima cosa perché non mi sembrava corretto ci fosse un unico candidato, poi l'Assocalciatori a mio avviso ha perso un po' di forza negli ultimi anni. I giocatori devono tornare al centro della scena, si chiedono soltanto sacrifici. La mia paura è che ci stia arrivando addosso una cosa che ci sconvolgerà, servono idee per non andare incontro a momenti difficili".

L'AIC ha il dovere di ricostruire una sostenibilità economica?
"Sì, può andare in crisi e c'è bisogno di un controllo delle spese. Siamo ancora in grado di recuperare cose che ci serviranno per la solitarietà in futuro. Credo che si sia speso un po' troppo negli ultimi anni".

Con quale squadra presenta la sua candidatura?
"Ho chiamato intorno a me professionisti legali e fiscali, per garantire solidità nelle proposte da presentare. Insieme a loro ho scritto il programma: l'AIC deve gestire l'emergenza con le proprie casse e con il proprio movimento, senza chiedere aiuto a Governo o Stato. L'emergenza, almeno nei primi anni, deve essere gestita internamente. Il calciatore deve essere al centro del sistema".

Bisogna migliorare il rapporto in campo tra arbitri e giocatori?
"Parto da un presupporto: gli arbitri possono sbagliare, come tutti, da giocatori ad allenatori. Tutti fanno parte di una comunità e serve lo stesso linguaggio. Deve esserci un dialogo, con ognuno che deve accettare le differenze degli altri".

Com'è stata gestita la questione relativa agli stipendi dei giocatori in questa pandemia?
"L'AIC ha demandato erroneamente ai calciatori la gestione dei propri stipendi, non dovevano essere i giocatori a trattate con le società. Quando sento il presidente federale che dice che i giocatori devono aiutare le società penso che questa richiesta dovesse arrivare dalla Lega Serie A, non la FIGC. I calciatori la loro parte l'hanno sempre fatta".


Appoggerà Gravina o Sibilia?
"Intanto devo diventare presidente: non mi sembra corretto oggi prendere una posizione. Rappresentiamo il 20% dei voti, dobbiamo ricostruire il nostro mondo come prima cosa".

Come spiega il crollo del Torino di ieri?
"Le caratteristiche di Giampaolo sono note a tutti, ha sempre fatto fatica all'inizio del campionato. Ieri è un episodio particolare. Ha comunque ritrovato Belotti, questa è una bella notizia, ma i punti sono pochi. Deve avere altro tempo però, altrimenti non aveva senso puntare su di lui".

Tanti over 35 protagonisti: la Serie A non è più un campionato per giovani?
"Sì, siamo in una fase di involuzione. La fase difensiva era una nostra peculiarità, adesso non funziona più. Il modo di giocare è completamente diverso".

Cosa pensa delle parole di Marotta che reputa troppe le gare delle varie Nazionali?
"non si può negare ai giocatori la gioia di vestire la maglia della propria Nazionale".