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Euro '22 va in soffitta: Inghilterra e bomber Popp fra i top. L'Italia e la stella Hegerberg fra i flopTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 2 agosto 2022, 07:45Calcio femminile
di Tommaso Maschio

Euro '22 va in soffitta: Inghilterra e bomber Popp fra i top. L'Italia e la stella Hegerberg fra i flop

L’Europeo Femminile si è chiuso domenica pomeriggio con il trionfo delle padrone di casa dell’Inghilterra, che a un anno di distanza sono riuscite dove i colleghi maschi avevano fallito, alzando il trofeo continentale al cielo di un Wembley vestito da festa (con quasi 88mila spettatori sugli spalti) che attendeva questo successo, tra l’altro arrivato contro una rivale temibile come quella Germania che ha trionfato in 8 delle 13 edizioni disputate. Una vittoria arrivata ai tempi supplementari al termine di una gara tiratissima, combattuta, ricca di spunti ed emozioni.
Con la fine del torneo è ovviamente tempo di bilanci, in positivo e in negativo, sia a livello di squadra sia a livello individuale. Questi i tre top e i tre flop dell’Europeo appena concluso.

TOP

Inghilterra - Era la grande favorita, anche se non l’unica con Francia, Spagna, Svezia, Olanda e la stessa Germania che partivano con grandi ambizioni. Ma le Leonesse avevano dalla loro una serie di fattori che le facevano preferire alle altre: dalla presenza di Wiegman in panchina a una rosa di assoluto valore fino al fattore casalingo e a quel senso di rivalsa che da un anno il calcio inglese covava in, non troppo, segreto. Il cammino della squadra inglese è stato eccezionale, con la sola Spagna a metterla in difficoltà – e quasi buttarla fuori – ai quarti di finale. Prima e dopo un dominio assoluto, con l’Inghilterra che si è dimostrata una macchina quasi perfetta in difesa, dove ha concesso appena due gol, e letale in attacco nelle sue titolari e nelle riserve come Russo. Un successo meritato che permetterà all’Inghilterra, in caso di qualificazione, di partire coi galloni di antagonista degli USA il prossimo anno al Mondiale.

Alexandra Popp - La grande assente della finale, l’anima e la trascinatrice della Germania. Dopo due edizioni saltate per infortunio l’attaccante classe ‘91 è arrivata in Inghilterra con la voglia di mangiarsi il mondo e dimostrare di essere una delle più forti nel suo ruolo. Sei gol in cinque partite, record frantumati e titolo di capocannoniere a ex-equo con l’inglese Mead. Senza l’infortunio nel riscaldamento di Wembley forse avremmo visto un’altra finale e un altro esito, ma con i se e i ma purtroppo non si scrive la storia.

Alessia Russo - Se Beth Mead è stata la trascinatrice e capocannoniere dell'Inghilterra, Keira Walsh la migliore giocatrice della finale e Chloe Kelly l'autrice del gol vittoria, c'è un'altra calciatrice che si è presa la ribalta a questi Europei in casa inglese, forse anche più di tutte le colleghe. Si tratta di Alessia Russo, attaccante classe '99 del Manchester United di chiare origini italiane - anzi siciliane - che entrando dalla panchina ha spesso e volentieri spaccato le gare segnando anche gol pesanti, oltre che di pregevole fattura come il tacco in semifinale contro la Svezia. E poi il colpo di genio in finale, quella spiata agli appunti delle rivali che è diventata un meme virale sui social e chissà forse anche il segreto del successo delle Leonesse.


FLOP

Ada Hegerberg - C’era tanta attesa per il suo ritorno in Nazionale dopo una lunga assenza motivata da contrasti con la Federcalcio sulla gestione dei premi e il diverso trattamento rispetto alla squadra maschile. L’ex Pallone d’Oro, trascinatrice del Lione campione d’Europa, non è riuscita però a incidere. Dopo una buona prestazione all’esordio, seppur senza gol, Hegerberg è naufragata con tutta la squadra e anche nella gara decisiva contro Austria è sembrata la controfigura dell’attaccante letale vista in Francia.

Italia e Danimarca - Partite entrambe con grandi ambizioni le due nazionali sono state le più cocenti delusioni dell’Europeo. Le scandinave arrivavano al torneo con la qualificazione al Mondiale già in tasca (7 vittorie su 7, 35 reti segnate e appena 1 subita) e con una Pernille Harder pronta a brillare e invece già all’esordio non ha saputo mantenere le promesse della vigilia, così come nella gara decisiva contro la Spagna in cui serviva una vittoria a cui mai si è andati vicino. Un percorso simile a quello delle nostre azzurre, che puntavano ai quarti di finale, inizio shock contro la Francia al termine di una prestazione troppo brutta per essere vera, pareggio amaro contro l’Islanda e poi una gara decisiva giocata sotto tono da parte di tante stelle con l’abbordabile Belgio che si portava a casa partita e passaggio del turno. Due delusioni davvero cocenti.

La scelta degli stadi - Una piccola critica anche all’organizzazione che a fronte di alcuni stadi di grido come l’Old Trafford di Manchester e ovviamente Wembley, teatro della finale, e altri di ottimo livello come il Falmer Stadium di Brighton e il St. Mary di Southampton, ha scelto di ospitare molte gare della competizione in stadi di seconda/terza fascia – Brentford Community Stadium, Brammall Lane, New York Stadium, Stadium MK – quando non in un campo d’allenamento come l’Academy Stadium del Manchester City o il Leigh Sports Village. Qualcosa di più si poteva e doveva fare per far sentire a queste calciatrici, tutte professioniste, la vera atmosfera degli stadi inglesi.