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TMW RADIO - Dini: "Clausola rescissoria non prevista nel nostro ordinamento"

TMW RADIO - Dini: "Clausola rescissoria non prevista nel nostro ordinamento"TUTTO mercato WEB
mercoledì 18 gennaio 2017, 12:302017
di Giulio Dini
fonte SCANNER OGNI MARTEDÌ DALLE 17:30 ALLE 18 SU TMWRADIO.COM
L'avvocato Giulio Dini parla di calcio come non l'avete mai conosciuto nello spazio "Scanner" in onda su TMW Radio. Ieri ha affrontato il tema della clausola rescissoria

La clausola rescissoria

“In Italia non esiste, è un istituto che non è disciplinato, la si chiama impropriamente rescissoria, perché nell'ordinamento italiano, civilistico, la rescissione è la possibilità di risolvere un contratto in caso di anomalia e quando l'equilibrio è spostato o c'è un caso di bisogno, ma non è il nostro caso. In Italia si chiama rescissoria perché gli spagnoli sono stati lungimiranti e nell'85 hanno previsto una norma, il decreto Real del 26 giugno 1985, numero 1006, che disciplinava la clausola di "rescisión". Questi dati li ho a disposizione grazie all'aiuto di due miei validissimi collaboratori, che sono Cosimo Vignozzi e Damiano Zaccaria che doverosamente cito. In Spagna, quindi, si ha una la clausola dall' 85, documentandomi ho visto che persino Joaquín, l'ex calciatore della Fiorentina, astro nascente del Betis Siviglia, da giovanissimo fu coperto da una grossissima clausola rescissoria. Il problema della proliferazione di queste clausole nasce, quando si stabilisce un contratto che lega un giocatore al proprio club debba essere mantenuto fermo”.

In Spagna viene messa per fissare il prezzo del giocatore o per altri scopi?
“Queste norme nascono sia in Spagna, sia come l'ha pensata anche al Fifa, per agevolare la circolazione del calciatore. Inizialmente è introdotta come uno strumento a disposizione del calciatore, però così come è stata pensata e come viene attuata, anche in maniera differente a seconda degli ordinamenti, ha diverse anomalie. In Spagna viene utilizzata subito per attribuire dei valori ai calciatori, magari, che sono fuori dal mercato e quindi serve per blindarli. A meno che non si tratti di giocatori di importanza enorme e di richiamo notevole, come quelli del Real e del Barcellona, che hanno delle clausole importantissime, anche se visto il mercato al momento potrebbero essere utilizzate”.

“Le clausole sono state subito importanti, basta pensare alla clausola pagata dall'Inter per Ronaldo, nel '96, di 50 miliardi, erano cifre importanti. Non paragonabili magari ai 200 milioni o 250 milioni di Messi di questo periodo, figuriamoci della favolosa clausola di Bale di un miliardo di euro. Allora erano comunque cifre importanti che blindavano il giocatore, in una posizione al di fuori del mercato, ma al limite, visto che nel '96 appunto, l'Inter fu in grado di acquisire le prestazioni di Ronaldo. La caratteristica di questa clausola è quella di mettere il club, a cui il calciatore appartiene, di non poter porre delle condizioni, che sono già state prestabilite con il calciatore e se arriva un club interessato pronto a versare il valore pattuito, il giocatore si muove”.

“Rispetto all'ordinamento la clausoa che viene stipulata tra il club e il calciatore, è una clausola nell'interesse del giocatore che dovrebbe pagare lui stesso, ma che in pratica non paga, ma viene pagata dal club.”

“La clausola è diventata di interesse della Fifa nel momento in cui sono cominciati i contenzioni davanti alla camera arbitrale per tutti quei calciatori vincolati da contratto e che magari si rifiutavano di rinnovare e il club li teneva fermi. Tutto nasce da un nodo Webster era una un giocatore dell'Hearts of Midlothian di Edimburgo, che tenuto fermo dal proprio club decise di trasferirsi di forza al Wigan. Ne nacque una controversia in ambito Fifa con ricorso al Tas, che vide condannata la squadra di destinazione a pagare in indennizzo a favore della squadra di provenienza, ma questo indennizzo in sede di appello fu talmente ridotto che si comprese la necessità di introdurre una regolamentazione dei rapporti. Per la disciplina Fifa i contratti vanno tenuti fermi, rispettati, il rapporto dura fino alla fine prevista dal contratto a meno che, non ci sia un motivo di giusta causa che permetta a una delle due parti di sciogliere questo vincolo (art 13-14). Se non ci sono le condizioni? Per questo caso è stato introdotto l'articolo 17, che prevede e disciplina il caso di rottura dei rapporti nel caso in cui non ci sia una giusta causa".

"Periodo protetto: la Fifa aveva previsto che nei tre anni di contratto, se il calciatore aveva meno di 28 o nei due anni del nuovo contratto se il calciatore aveva superato i 28 anni, il trasferimento ad altra società avrebbe determinato un indennizzo alla società di provenienza, ma anche una condanna in termini sportivi di sospensione del giocatore dalle prestazioni, e una condanna per la società di destinazione. Per evitare un blocco operativo, visto che i giocatori vengono trasferiti nel periodo di mercato e le società hanno bisogno di sapere se potranno contare o meno su un giocatore, così come la società di destinazione poteva vedersi condannata a delle penalizzazioni in ambito sportivo, anche se il calciatore era stato trasferito fori dal periodo protetto, la Fifa ha invitato le parti a inserire nei contratti una somma che disciplinasse il rapporto nel caso in cui il calciatore veniva richiesto da una società durante la vigenza del contratto”.

Quali sono i termini che regolano l'entrata in vigore della clausola?
“Non ci sono termini, tanto è vero ce si discute poi del rispetto della clausola rispetto a quelli che sono gli ordinamenti dello stato di riferimento. La clausola rescissoria non è prevista nel nostro ordinamento ma si utilizza perché c'è nel regolamento Fifa, a cui tutti gli ordinamenti calcistici del mondo, e le società si devono rifare e quindi si va avanti con una prassi che prevede la stipula di un contratto per le prestazioni sportive, affiancata da un accordo che deve essere depositato, che prevede la possibilità per il calciatore di liberarsi. Le modalità di funzionamento di questa clausola possono essere nella disponibilità delle parti. Spesso e volentieri si dice, che la clausola rescissoria limita la libera circolazione dei calciatori, ma io sono dell'avviso che quando si tratta in questi termini e si mettono sul piatto anche delle condizioni estremamente difficili che si possano realizzare per il proprio trasferimento, a fronte di questo il calciatore poi ottiene un trattamento economico ben diverso. Direi che quando siamo a discutere della libera disponibilità delle parti, le parti dispongono dei loro diritti e questo è quello che avviene".

"Nella clausola rescissoria è possibile inserire una serie di limitazioni, non tutti le mettono, qualcuno se ne è scordato...ricordiamoci il caso Higuain. Si parla della trattativa in corso di Mertens che dovrebbe essere definita con il calciatore, e che lo dovrebbe vedere coperto da una clausola rescissoria che limita la sua circolazione ai paesi esteri, addirittura ne specifica un ammontare diverso nel caso in cui il giocatore debba essere richiesto dalla Cina. Capite che si può stabilire il periodo, il mercato di destinazione e questo limita l'efficacia della clausola ma la limita liberamente”.

“Fino ad ora il giocatore è sempre stato libero di scegliere, perché per come è stata concepita finora la clausola è nel suo interesse, poi è stata utilizzata ed è oggetto da parte dei grandi club di una strumentalizzazione tale, che a fronte di enormi ingaggi, si ottiene di blindare il giocare a tempo indeterminato. Club come Real Madrid e Barcellona hanno dei ritorni in termini di marketing e immagine da parte dei giocatori che sono davvero milionari e gli interessi non sono solo di natura sportiva. Tutti questi soldi non hanno solo base nel risultato sportivo, ma trovano giustificazione anche nel ritorno economico che la vendita dell'immagine del giocatore e del prodotto brand del club portano al club stesso”.

Dove va il calcio con tutte questi inserimenti frequenti di queste clausole? Si va verso un tentativo di blindare i giocatori o di fissare un prezzo ragionevole?
“Non c'è una direzione precisa, il calcio deve andare verso una regolamentazione uniforme, è necessario che questo strumento abbia una regola precisa, che debba essere rispettata in tutti i campionati, perché sentiamo poco parlare di clausola rescissoria in Germania, perché il calcio trae ispirazione della cultura del paese in cui si gioca. E' una questione culturale, gli inglesi hanno stabilito due tipi di clausole, una rescissoria diciamo di tradizione spagnola, che viene chiamata buy-out clause e che viene considerata una cifra spropositata rispetto al valore del giocatore e che si mette e che è onere del calciatore poi pagare, poi c'è la release clause che è più frequentemente utilizzata, che è commisurata al valore di mercato del giocatore, e gli si consente di cominciare a dialogare, con l'eventuale club di destinazione, ove quest'ultimo si manifesti interessato a coprire questo importo di rilascio. Nella release clause in Inghilterra però è il club di destinazione che fa il trasferimento. Nella clausola rescissoria vera e propria c'è questa anomalia, sarebbe una penale posta a carico del giocatore e non della società di destinazione nel caso in cui il calciatore manifesti il desiderio di accettare la proposta del club che è dispoto a mettere sul piatto questi soldi, ma formalmente sono soldi che dovrebbe dare il calciatore”.

“Nel nostro ordinamento dove la procura, la commissione che viene pagata all'agente del giocatore da un club, è considerato fiscalmente un fringe benefit, cioè un beneficio che va a favore del calciatore che deve essere quantificato e sul quale deve essere pagata un'imposta. Pensate se dovesse essere considerato un fringe benefit il pagamento della clausola rescissoria, di 35 milioni quale potrebbe essere il carico fiscale sul calciatore da parte dello stato. Non è una provocazione quello che sto dicendo, è la conferma che questa materia deve essere disciplinata e si deve individuare qual è il soggetto tenuto al pagamento”.

“In Germania, facciamo il caso di Lewandoski che si è trasferito dal Borussia Dortmund, al Bayern di Monaco a parametro zero, quando si parla di cultura, l'entourage del calciatore aveva proposto al Borussia di fissare una clausola rescissoria nel rinnovo del contratto e il club ha rifiutato. La conseguenza è stata che il giocatore è rimasto lì, ha giocato fino alle partite fino all'ultima, determinando, ma si è liberato a parametro zero”.

“L'importanza della clausola rescissoria ha natura varia, ma spesso e volentieri può essere inutile. Quando il giocatore va molto bene, ha una sua effettiva utilità, quando il calciatore non porta i risultati che si sperano, questa clausola non conta ed è quasi inutilizzata come nel caso di Ozil”.

“In Italia clausola pagate fino all'ultimo centesimo sono marchiate di azzurro, perché abbiamo i milioni di Cavani, di Lavezzi e di Higuain”.

Oltre il calcio giocato, oltre il calcio parlato, oltre la semplice apparenza: #Scanner, il calcio come non l'avete mai conosciuto. Con Giulio Dini e Lorenzo Marucci su #TMWRadio

Pubblicato da Tuttomercatoweb.com su Martedì 17 gennaio 2017