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A chi somiglia Stefano Sensi?

A chi somiglia Stefano Sensi?TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
lunedì 16 settembre 2019, 14:50Serie A
di Redazione Tuttomercatoweb

Stefano Sensi da Urbino, ventiquattro primavere, è uno degli uomini copertina di questo campionato. E' il protagonista che in pochi s'aspettavano in questo inizio, certamente con questo impatto. In regia, sì, in fase d'interdizione, ma anche e soprattutto in quella avanzata. Un talento che l'Inter è riuscita ad acquistare strappandolo al Milan, un giocatore cresciuto nelle giovanili del Cesena e che, dopo il prestito al San Marino, ha fatto il grande salto al Sassuolo. Tre buonissime stagioni, l'impressione di essere davanti a un potenziale talento del calcio italiano ma un inizio dell'avventura all'Inter da assoluto crack.

Così la domanda sorge spontanea: a chi somiglia Stefano Sensi? Chi è il giocatore del presente o del passato a cui paragonarlo con maggior efficacia? Questi i pareri delle firme della redazione di Tuttomercatoweb.com.

RAIMONDO DE MAGISTRIS - "Un regista, che ha il passo della mezzala e che quindi può adattarsi un po' ovunque nel centrocampo studiato da Antonio Conte. Per personalità, per capacità di trascinare i compagni ricorda Ever Banega: più quello che abbiamo ammirato a Siviglia negli anni in cui la squadra andalusa dominava in Europa League che quello attuale. Men che meno quello di Milano. Ma Banega può essere un riferimento per un calciatore che in questo avvio di campionato ha impressionato soprattutto per personalità, per la sua capacità di essere sempre nella partita. Proprio come lo era, ai suoi tempi, proprio Antonio Conte. Che lavorava più di fisico, ma mi piace pensare che l'attuale allenatore si riveda in quello che, in questo avvio, è stato il suo miglior calciatore" - Verdetto - Ever Banega e Antonio Conte.

MARCO CONTERIO - "Per tipo di fisico e caratteristiche tattiche, nel calcio moderno chi lo ricorda di più è Arthur Melo del Barcellona. Sono entrambi intorno ai 170 centimetri, anche se Sensi nasce leggermente più regista del brasiliano. Arthur stesso, però, nei primi vagiti catalani è stato paragonato a Xavi Hernandez, un altro che scorrendo nel passato è quanto meno simile, come tipo, allo stesso Sensi. Sempre per caratteristiche fisiche, un potenziale modello può essere Paul Scholes per il ruolo che gli sta facendo interpretare adesso Conte: è quello di mezzala con compiti di gestione della palla, capace di gestire il cambio modulo in corsa dai 3 ai 2 in mezzo solo col movimento nello spazio" - Verdetto - Arthur Melo e Paul Scholes

ANDREA LOSAPIO - "C'è una grande evoluzione in corso per quel che riguarda Stefano Sensi. Perché ha galleggiato, negli anni, in quasi tutti i ruoli. Da centrocampista a regista, passando per la mezzala. Nel percorso assomiglia molto a Thiago Alcantara che, ai tempi del Barcellona, veniva schierato più in cabina di regia, salvo poi essere dirottato in avanti sia per caratteristiche tecniche da dominatore, sia per la capacità di segnare con regolarità. Sensi in questo sta migliorando moltissimo, anche grazie alla nuova consapevolezza che sta ricevendo da Conte. In Nazionale ha dimostrato di non soffrire e di avere grande fiducia in se stesso. Anche quando ha perso palla davanti alla difesa, regalandola a Pukki per il rigore finlandese: i grandi giocatori chiedono subito di rimediare all'errore" - Verdetto - Thiago Alcantara.

IVAN CARDIA - "Sensi è in mezzo al guado, il suo sviluppo dipenderà molto da cosa farà Conte con lui. Si è messo in mostra come regista, ma le cose migliori le ha fatte quando De Zerbi ne ha avanzato il raggio di azione. E anche all'Inter, fin qui, è stato decisivo nei suoi movimenti offensivi. Il paragone con Verratti lo ha sempre accompagnato: è dovuto a somiglianze fisiche e di ruolo, ma sono diversi. Per visione di gioco, qualità con la palla al piede e quel modo così spagnolo di vedere il calcio, mi ha sempre ricordato Xavi. Nell'Inter di oggi, però, può ricoprire il ruolo che ebbe Marchisio nella prima Juve di Conte. Come singoli sono molto diversi, anche per la rispettiva (e differente) fisicità: è un paragone legato al modo di stare nella squadra più che al tipo di calciatore: il Principino divenne determinante con i suoi inserimenti e Sensi mi pare stia andando in quella direzione". Verdetto - Xavi e Claudio Marchisio -

SIMONE BERNABEI - "Il salto di qualità che mancava è probabilmente arrivato. E non può essere un caso che sia coinciso col trasferimento all’Inter e con la gestione soprattutto mentale di Antonio Conte. A Sassuolo sembrava ‘solo’ un costruttore di gioco, ma già nelle prime uscite in nerazzurro (e nel prima azzurra) è emerso tanto altro. Costruzione, fraseggio nello stretto, vicinanza a Brozo per favorire lo scarico corto e soprattutto inserimenti in zona gol. E la cosa affascinante è che il suo percorso di crescita ha ancora molto da raccontare". Verdetto - Ilkay Gundogan e Paul Scholes.

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