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Atalanta da Oscar. Ma il difetto è non chiudere le partite

Atalanta da Oscar. Ma il difetto è non chiudere le partiteTUTTO mercato WEB
venerdì 20 ottobre 2017, 06:452017
di Andrea Losapio

Per cinque minuti, tra il cinquantanovesimo e il sessantaquattresimo, l'Atalanta ha sudato freddo. Con un fantasma che ricordava tanto la partita di Genova con la Sampdoria dove, in duecentoquaranta secondi, la gara era cambiata completamente. Stavolta, al netto del gol di Schembri - maltese che nella sua onesta carriera ha, al massimo, raggiunto il Boavista in Portogallo - c'è stata una reazione dovuta anche al fatto di giocare in "casa", con i propri tifosi calati da Bergamo per affollare il Mapei Stadium di Reggio Emilia.

È finita con una festa, dovuta, e un messaggio meraviglioso per tutte le squadre che hanno affrontato l'Europa League con sufficienza nelle scorse stagioni: l'Atalanta vuole e deve passare il turno, poi si vedrà, per godersi appieno i prossimi mesi, con emozioni differenti. Va da sé che giocare ogni tre giorni scopra anche le magagne che, probabilmente, ogni sette giorni non ci sarebbero: così prendere gol a ogni sortita degli avversari è qualcosa che fa imbestialire Gasperini, al netto dei tantissimi gol sbagliati dagli attaccanti. Più facile gestire il risultato sul 3-0 che non sull'1-0, dove subentra anche la paura di rischiare e di gestire.

Alla fine ci ha pensato uno straordinario Ilicic, quasi in versione Zidane, a spostare l'asse di una gara tutt'altro che bloccata, dove Vale - portiere portoghese non proprio irreprensibile nelle uscite - ha fatto un figurone, strappando la sufficienza piena. Rimane però un enorme limite per una squadra che continua a divertire tutti quanti.