Atalanta, Gasperini: "Ripartire non è amorale, il dolore di Bergamo ci spingerà in Champions"

L'Italia si divide ancora tra chi crede che sia giusto far ripartire il calcio e chi invece non lo considera una priorità. Ne ha parlato Gian Piero Gasperini, allenatore dell'Atalanta, che dalla città più colpita dal Coronavirus, Bergamo, si è così espresso sul tema ai microfoni de La Gazzetta dello Sport: "Qualcuno considera “amorale” ripartire. Io ho visto gente cantare sui balconi d’Italia mentre Bergamo caricava sui camion le proprie bare. Non l’ho considerato “amorale”. L’ho considerata una reazione istintiva, un tentativo di aggrapparsi alla vita, di reagire. L’Atalanta può aiutare Bergamo a ripartire, nel rispetto del dolore e dei lutti. Ci vorrà tempo per la gioia in piazza e all’aeroporto, ma i bergamaschi sono brace sotto la cenere. Piano piano tornerà tutto".

Come sta la sua squadra? Il tecnico di Grugliasco si è soffermato anche su questo argomento e sulla forza che la città può dare ai suoi ragazzi: "Non c’è un giocatore che si sia allontanato dalla città. Più di uno ha perso peso, che può anche essere la spia di un disagio psicologico. Difficile intuire il sommerso emozionale di tutti. Qualcuno aveva la famiglia lontana. Di sicuro la squadra è rimasta connessa con la sofferenza di Bergamo e la porterà in campo. Sarà una forza in più. E più che in campionato, mi aspetto quell’energia in Champions, in un’avventura eccezionale. La città merita una gioia fuori dal comune