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Cagliari, Pisacane: "La malattia? Mi ha completato, mi sento miracolato"

Cagliari, Pisacane: "La malattia? Mi ha completato, mi sento miracolato"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
giovedì 11 ottobre 2018, 23:452018
di Ivan Cardia

Intervenuto nel corso di Il Cagliari in diretta, il difensore del Cagliari, Fabio Pisacane, è tornato sulla vittoria contro il Bologna, ricordando però anche le tante difficoltà per superare la sindrome di Guillain-Barré. Ecco quanto riportato dal sito ufficiale del club isolano: La partita col Bologna era da vincere, non potevamo sbagliarla. Nelle gare precedenti avevamo dimostrato di fare bene, a parte Empoli e Parma, abbiamo fatto vedere di possedere una identità ben precisa”.

Dove può arrivare questa squadra?
“Il Cagliari visto sabato può fare divertire i tifosi, la squadra ha qualcosa in più in termini di qualità e di gruppo. Speriamo di guadagnarci una salvezza tranquilla, possiamo ambire anche alla parte sinistra della classifica, dipenderà tutto dalle prossime gare”.

Leader della difesa.
“Non mi sento proprio tale però è vero che parlo molto in campo. Ho sempre avuto questo destino, in tutte le squadre dove sono stato ero il difensore più basso ma quello che parlava di più. A volte penso di esagerare, infatti cerco di rendermi conto se qualcuno se l’è presa o meno”.

Barella azzurro.
“Non sono rimasto sorpreso della sua ottima prova. Ricordo che quando arrivai lo indicai tra i giocatori più forti della squadra, poi lui andò al Como. Nicolò ha la spregiudicatezza, la personalità e i colpi di grande campione, oltre ad essere un ragazzo con la testa sulle spalle. Per Cagliari e i cagliaritani è stata una bella emozione”.

La malattia.
“Ho sempre detto che non è venuta ad uccidermi, ma a completarmi come uomo e a restituire qualcosa a qualcuno. Mi sento un po' un miracolato perché tra tutte le persone afflitte di questa patologia che ho conosciuto sono stato l’unico ad avere avuto un recupero totale. Spesso mi chiedo del perché delle cose, io sono tornato a giocare, era quel che volevo: è stato un segnale troppo evidente per essere ignorato”.