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Cambiano gli addendi e sono diversi pure i risultati

Cambiano gli addendi e sono diversi pure i risultatiTUTTO mercato WEB
© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS
martedì 21 novembre 2017, 06:452017
di Andrea Losapio

Per un anno, Gian Piero Gasperini ha fatto vedere la migliore versione di sé. Con un'Atalanta a quota 3 punti dopo 5 giornate è arrivato un quarto posto stupendo, dopo una cavalcata che ha visto i nerazzurri battere mostri sacri come Roma e Napoli (due volte, andata e ritorno, senza concedere gol), oppure l'Inter, pareggiando con il Milan e con la Juventus. Era una squadra che contro le big prendeva comunque pochissime reti, grazie alla difesa formata da Conti e Spinazzola sulle fasce, Toloi, Caldara e Masiello al centro. Grande tenuta difensiva la dava il centrocampo, spesso con Gagliardini-Kessie e primo cambio Freuler.

L'addio di Gagliardini sembrava ammortizzato bene con l'approdo di Cristante anche se le caratteristiche sono abbastanza differenti. Quelle di Kessie e Conti un po' meno, perché de Roon è giocatore differente, pur generoso, e dà il meglio di sé davanti alla difesa più che da mezz'ala. Però fino a un certo punto quello di Gasperini sembrava un giocattolo perfetto, mai si era vista - perlomeno a Bergamo - una squadra che poteva cambiare i giocatori ma non la filosofia e l'idea di gioco.

Qualcosa, invece, si è modificato in questa stagione. Tanti gol subiti, forse troppi, che penalizzano un campionato comunque positivo finora. La sconfitta con la Sampdoria, inizialmente da recriminazione visto il primo tempo, ha assunto contorni molto meno larghi dopo le recenti prestazioni dei blucerchiati, mentre con Udinese e SPAL qualche piccolo rimpianto c'è. Ecco, quattro punti in più e quota 20 sarebbe stato auspicabile. Il problema è sempre uno e lo si è visto anche domenica sera: quando hai un centravanti che non segna, non c'è nessuno che ti toglie le castagne dal fuoco. Nemmeno quando giochi meglio dell'avversario per un tempo.