Castan, campione di sfortuna. In Brasile per ritrovare serenità
Sei anni in Italia, ma di fatto giocati due da Leandro Castan. Nei quali si è distinto come uno dei migliori centrali del nostro campionato. Arrivato nel secondo anno di gestione americana della Roma, il brasiliano arrivava con grandi credenziali: fresco vincitore della Libertadores col Corinthians, l'allora ds giallorosso Walter Sabatini lo aveva paragonato a Gerard Piqué. Ci ha messo pochissimo ad adattarsi al calcio italiano e mentre i compagni di reparto cambiavano in nome del bilancio capitolino, la Roma aveva in lui una certezza. Fino a quando non gli è stato diagnosticato un cavernoma nel 2014. Di fatto il difensore perde due anni, nei quali raccoglie appena 6 presenze.
Prestazioni peraltro irriconoscibili. Chiamato da Vincenzo Montella alla Sampdoria nell'estate 2016, l'addio immediato del tecnico per andare al Milan lo porta immediatamente fuori dai programmi blucerchiati. Nella stessa estate il passaggio al Torino e i primi segni di ripresa, ma un infortunio rovina ancora una volta tutto. A Cagliari l'ultima parentesi prima di considerare finito un ciclo. A 31 anni Leandro Castan è tornato nel suo Corinthians, lì dove si è consacrato al punto da meritarsi l'Europa.