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Champions, l'inaccettabile ritardo del progresso

Champions, l'inaccettabile ritardo del progressoTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
giovedì 8 novembre 2018, 07:152018
di Gianluigi Longari

Le polemiche susseguenti alla due giorni di Champions ed agli abomini arbitrali che l’hanno contraddistinta, alimentano un dibattito che la risposta sembra averla forte e chiara all’interno della sua stessa domanda. Perchè in Champions non c’è il Var? Il disastro dell’Etihad impacchettato da Kassai è l’ultimo di una serie che avrà un termine nel momento in cui anche il massimo organo calcistico continentale fornirà il suo beneplacito all’inserimento della tecnologia nel mondo del calcio, ponendo fine ad un embargo fuori dal tempo che genera il paradosso più doloroso: quello di non mettere nelle condizioni i migliori giocatori d’Europa di determinare le partite come le loro qualità gli consentirebbero di fare.

La variabile arbitrale, è vero, c’è fin dagli albori della nascita dello sport più amato, tuttavia una stagione e mezza di Var illumina le pecche dello stesso sport privo di tecnologia, evidenziandole brutalmente e fornendo l’impressione agli osservatori di assistere ad uno sport più vecchio rispetto a quanto accada nel corso dei tornei nazionali come la serie A che possono usufruire del Var tutte le settimane della stagione. Perchè ritardare un progresso inevitabile? A Ceferin l’ardua (o semplicissima) sentenza.