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Chievo, Gamberini: "Col Cagliari è stata una liberazione"

Chievo, Gamberini: "Col Cagliari è stata una liberazione"TUTTO mercato WEB
© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS
mercoledì 21 febbraio 2018, 23:152018
di Lorenzo Di Benedetto

Alessandro Gamberini ha parlato in conferenza stampa in vista della sfida contro la Fiorentina, ripartendo dalla vittoria contro il Cagliari: "È stata una liberazione, per il fatto di aver sofferto tutti insieme, non c'è stata una persona che non abbia vissuto questo periodo con dispiacere. È stato bello vedere quanto vale un gruppo e quanto vale una società perché in momenti come questi sei portato a tirare fuori di più di quello che puoi se ci tieni alla maglia e a chi c'è dietro e questo è il segnale che tutti noi abbiamo voluto dare anche ai dirigenti".

Che effetto le fa tornare a Firenze?
"Per me, da quando sono andato via, tornare a Firenze è sempre diverso che andare in altri campi e stadi perché ho vissuto 7 anni importanti lì ed è inevitabile che una parte di me sia rimasta legata a quella città, tra l'altro è stato un ciclo bellissimo in cui ci siamo tolti tante soddisfazioni a livello personale e di squadra ma al di là di quello per noi è una gara importante".

Cosa pensa di Giaccherini?
"È stato un acquisto importantissimo perché è un giocatore di grande spessore non solo calcistico ma anche umano per l'umiltà e per come si è inserito pur venendo da grandi squadre. Ha voluto a tutti i costi il Chievo e lo ha dimostrato, perciò è stato un acquisto importantissimo e dispiace che ora abbia un piccolo problema per una ginocchiata ed ora stanno valutando il percorso migliore per recuperarlo".

Come si conquista Firenze?
"Sono arrivato là molto giovane, Firenze è una piazza impegnativa, dove si avverte molto la passione della gente intorno alla squadra e la cosa più semplice per conquistarla e per farsi apprezzare è dimostrare di mettercela tutta. I tifosi vogliono che quando si indossa quella maglia si dia tutto, anche più di quello che uno può e credo che per me sia stato questo. Io sono arrivato lì a 23 anni, in punta di piedi perché ero uno dei tanti acquisti che avevano fatto nel primo anno di Corvino che era di rifondazione dopo la salvezza e tanti eravamo arrivati da sconosciuti".