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Come un bambino capriccioso

Come un bambino capricciosoTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 11 agosto 2017, 08:152017
di Raimondo De Magistris

Incomprensibile. Il modo in cui il Barcellona sta gestendo la partenza di Neymar ha davvero poche spiegazioni. L'affare, per quanto economicamente unico al mondo, non è così difficile da comprendere. Il brasiliano aveva una clausola altissima, il Paris Saint-Germain ha deciso di pagarla e, dopo aver convinto Neymar a sposare la causa parigina, ha versato nelle casse del club azulgrana i 222 milioni di euro. L'ha fatto tramite lo stesso calciatore, che ha incassato al momento della firma 300 milioni di euro diventando così anche uno degli sponsor principali del Mondiale in Qatar che si disputerà tra cinque anni. Quando il brasiliano, probabilmente, sarà il numero uno al mondo.

Chiaro per tutti, quindi. Tranne per il Barcellona, che non pensava in un Neymar volenteroso di misurarsi lontano dalla Catalogna e in un club in grado di sborsare quella cifra. Da quel momento in poi la dirigenza azulgrana ha cominciato ad arrampicarsi sugli specchi, con dichiarazioni non degne di un club di questo blasone, e ad appellarsi addirittura alla federazione spagnola, che poco o nulla ha potuto fare per contrastare una modalità di trasferimento che in Spagna già conoscevano bene.

Tutto finito? Non proprio. L'ultima novità è arrivata ieri: il Barcellona non ha ancora concesso il transfer per permettere a Neymar di giocare in Ligue 1. Motivo? Fisicamente, i 222 milioni di euro non sono ancora nelle casse del club. Non ci sono ancora per motivi 'fisiologici', perché dal momento del deposito dell'assegno necessariamente deve trascorrere qualche giorno, soprattutto se la cifra è così alta. Nulla che possa far presagire un clamoroso dietrofront, assolutamente. Ma quel tanto che bastava per permettere al Barcellona l'ennesima caduta di stile.