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Corsa Scudetto, pro e contro del Napoli: c'è solo la Serie A. Ma non un vice Osimhen

Corsa Scudetto, pro e contro del Napoli: c'è solo la Serie A. Ma non un vice OsimhenTUTTO mercato WEB
© foto di Insidefoto/Image Sport
lunedì 23 novembre 2020, 18:45Serie A
di Andrea Losapio

Chi vincerà lo Scudetto? Mai come quest'anno, dopo otto giornate, il campionato sembra democratico, con tante squadre che possono ambire ai primissimi posti in classifica. TMW analizza quali possono essere i pro e i contro delle prime otto, divise da sei punti, in un far west che potrebbe finalmente regalare una Serie A vicina a quella delle sette sorelle di fine anni novanta.

NAPOLI

Cinque vittorie e due sconfitte in sette partite, quattordici punti in classifica a causa della defezione a tavolino contro la Juventus. Gli uomini di Gattuso sono su un ottovolante, da una parte la possibilità di rientrare tra le prime con una squadra completa in ogni reparto, dall'altr la sensazione che ci sia qualche cosa da oliare e da superare per potere essere al livello delle primissime, sebbene con l'Atalanta abbia dimostrato di avere potenzialità probabilmente ancora poco conosciute.

PRO - Non si può dire che la rosa sia stretta, anzi. Le alternative sono moltissime in ogni reparto, dai terzini all'attacco, oppure a centrocampo. Gli undici titolari sono allo stesso livello rispetto alle riserve, questo dà problemi di abbondanza e dovendo giocare ogni tre giorni c'è sempre la possibilità di scegliere i migliori. In più non c'è la Champions League: l'Europa sembra di secondaria importanza rispetto a un piazzamento in campionato, anche se la vittoria contro la Real Sociedad ha rilanciato le ambizioni. È evidente che fino alla fase di eliminazione diretta molto sarà improntato sulla Serie A, salvo poi eventualmente cambiare obiettivo a stagione in corso.

CONTRO - Nell'incredibile profondità di rosa degli azzurri, c'è un giocatore unico. Victor Osimhen per ora non è stato fondamentale per i gol, quanto per la capacità di allungare le difese avversarie. La sua assenza si fa sentire perché il 4-2-3-1 si fonda anche sulla sua capacità da velocista di essere lanciato nello spazio per poi alzare tutta la retroguardia. Gli altri centravanti, da Mertens a Petagna, non hanno la stessa peculiarità, dunque il gioco dovrebbe essere relativamente differente. Secondariamente ieri Gattuso ha affermato come la sua non sia ancora una grande squadra, perché nelle grandi partite manca sempre qualcosa. Forse è un problema di sfruttare le occasioni, come visto con il Sassuolo nell'altra sconfitta (giocata) della stagione.

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