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Da 42° nel ranking al trono europeo: come Klopp ha trasformato i Reds

Da 42° nel ranking al trono europeo: come Klopp ha trasformato i RedsTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
venerdì 13 dicembre 2019, 17:04Serie A
di Gaetano Mocciaro

Per capire quanto ha inciso Jurgen Klopp sul Liverpool, basti vedere il ranking UEFA prima del suo arrivo: i reds si trovavano in 42esima posizione, dietro a squadre come Rubin Kazan, Dnipro e Anderlecht.

Una squadra che dopo Rafa Benitez ha faticato a restare ad alti livelli: con lo spagnolo la squadra ha vinto una Champions League nella finale più rocambolesca della storia, perdendone un'altra due anni dopo e comunque piazzandosi quasi sempre tra le prime quattro. Unico cruccio, quello di non aver vinto il campionato.

Da allora una sequenza di delusioni che hanno portato i reds ad essere fuori dalla Top 4: una Coppa di Lega nel 2012 e un titolo sfiorato nel 2014 gli unici exploit di un periodo non certo esaltante. Al suo arrivo, nell'ottobre 2015, Klopp si presentò così: "Ho meravigliose sensazioni ed è un onore essere qua, è uno dei migliori momenti della mia carriera. Amo il calcio e l'intensità con cui gioca il Liverpool è perfetta per me. Grazie al calcio ho girato tanti posti bellissimi, ma questo è il più speciale in cui sia stato. Un messaggio ai tifosi? Voglio che passino da dubbiosi a fiduciosi".

Del resto Klopp era riuscito qualche anno prima a raccogliere un Borussia Dortmund divenuto nobile decaduta del calcio tedesco ed europeo, riuscendo a vincere due campionati. Un'impresa se consideriamo che dopo di lui il Bayern Monaco ha vinto 7 campionati consecutivi. In cinque anni ha portato i gialloneri addirittura a una finale di Champions League. Ci ha impiegato meno col Liverpool, riuscendo a dare subito la sua impronta e plasmando la squadra a sua immagine e somiglianza in breve tempo.

L'ultimo Liverpool a.K (avanti Klopp) giocava col 3-5-2 con la seguente formazione: Mignolet; Emre Can, Sakho, Skrtel; Clyne, Milner, Coutinho, Lucas Leiva, Moreno; Sturridge, Benteke.

Di quella squadra è stato stravolto tutto: nomi, modulo, stile di gioco. Il calcio di Klopp è veloce, offensivo, un finto nove che fa un preziosissimo lavoro a esaltare gli inserimenti dei velocissimi esterni. Un calcio "heavy metal" come ebbe a dichiarare, diverso dalla moda del decennio, il tiki taka di Guardiola decisamente fuori dalle sue corde. Stili comunque entrambi vincenti, come recita la classifica dell'anno scorso.

Un calcio veloce, quello di Klopp, che lo ha portato altrettanto velocemente a vincere 100 partite. Ci sono volute solo 159 gare, più veloce di lui solo Mourinho. Un calcio che ha portato il Liverpool ad essere sul tetto d'Europa e a infilare una serie positiva impressionante in Premier League, torneo mai vinto con questa dicitura dal Liverpool. L'impressione è che l'attesa stia per finire.

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