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Dal Cagliari a Cagliari: un anno di Lazio in versione Fab-4

 Dal Cagliari a Cagliari: un anno di Lazio in versione Fab-4TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
domenica 15 dicembre 2019, 07:30Serie A
di Riccardo Caponetti
fonte Dall'inviato a Roma

Se Inzaghi avesse avuto fin da subito la certezza che la scelta fatta un anno fa avrebbe portato questi risultati non è dato saperlo, di sicuro lo sperava. E ci credeva. Dal Cagliari, battuto all’Olimpico 3-1, a Cagliari: 358 giorni fa è nata la Lazio in versione Fab 4 con tutti gli uomini di talento in campo. Più qualità, meno quantità (sulla carta): in pratica dentro Correa, fino a quel momento arma da usare a gara in corso, fuori Parolo. Lo step dello scorso 22 dicembre è e sarà ricordato come uno dei tanti crocevia dell’esperienza dell'allenatore piacentino sulla panchina biancoceleste. Un punto di non ritorno, da segnare con una bandierina come si fa in tanti videogiochi: partita salvata, si continua con livelli più complicati. Dal Cagliari a Cagliari: un anno con una Lazio offensiva con Milinkovic, Luis Alberto, Correa e Immobile titolari sempre tutti insieme.

A fine 2018 veniva da 7 gare senza vittorie Inzaghi, che ha deciso così di dare una sterzata potente alla sua “Ferrari”, ormai troppo prevedibile, lenta e piatta. E ha subito avuto delle risposte con 2 vittorie consecutive e 1 pareggio prima del 31 dicembre. Nell’anno nuovo, per i primi due mesi, gli infortuni non hanno permesso al tecnico di continuare con la nuova linea varata contro i sardi, ma da marzo quando l’organico è tornato a pieno regime è tornata la Lazio Fab 4. Una squadra molto più a trazione anteriore, dal tasso tecnico elevato e con infinite possibilità di segnare. Ha ripreso a volare l’Aquila biancoceleste, concludendo la stagione vincendo la Coppa Italia contro l’Atalanta. Un trionfo - neanche a dirlo - targato Milinkovic e Correa. Po l'estate, tra incertezze e dilemmi, e Inzaghi ha scelto di rimanere, confermando l’assetto di gara con il solo Leiva a protezione della difesa. Anche se in fase di non possesso va sottolineata la generosità e la disponibilità di Luis Alberto e Milinkovic, che fanno un encomiabile lavoro senza palla per aiutare la squadra a trovare l’equilibrio giusto per reggere così tanta qualità contemporaneamente. Senza la loro applicazione, come quella dei due attaccanti, non sarebbe possibile tutto ciò.

Europa League a parte, dove il turnover è stato una costante, in questa prima parte di stagione di fine 2019 i risultati sono arrivati e la Lazio è 3° in classifica a -5 dalla vetta. È il 2° miglior attacco del campionato, ha la coppia gol più prolifica d’Europa e il capocannoniere e il miglior assist man della Serie A, oltre a essere prima per differenza reti (+21). Da Cagliari, dove tutto è cominciato, a Cagliari, dove tutto non dovrà finire. Perché i segnali lanciati da Immobile e compagni lasciano presupporre che anche nella seconda parte di campionato la squadra potrà continuare a fare bene. Più che una speranza, è diventato un must a Formello, dove l’obiettivo dichiarato è la Champions, diventato primario e obbligatorio dopo l’eliminazione ai gironi di Europa League. La palla di vetro ancora non è stata inventata, è impossibile stabile ora con certezza se la Lazio riuscirà ad arrivarci. Di certo la sensazione è che Luis Alberto, Milinkovic, Correa e Immobile sempre insieme in campo possano aumentare le possibilità di arrivare a quel traguardo tanto sognato e voluto. Quindi più qualità e meno quantità: 358 giorni dopo lo si può dire con convinzione perché Inzaghi ha avuto ragione.

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