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Dominik da Albareale, il nuovo re di Salisburgo ormai pronto per il grande salto

Dominik da Albareale, il nuovo re di Salisburgo ormai pronto per il grande saltoTUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
venerdì 10 luglio 2020, 19:30Serie A
di Michele Pavese

Dalla gloria all'oblio, a volte, il passo è breve. Il calcio ungherese vive di ricordi e memoria, di quei racconti che hanno attraversato oltre mezzo secolo e che vedono protagonista una delle più nobili Nazionali che abbia mai calcato il rettangolo verde. Le gesta della mitica Aranycsapat si tramandano di generazione in generazione, come le antiche leggende. La squadra d'oro dominava le scene nella prima metà degli anni '50 grazie al talento di Ferenc Puskas e alle tattiche studiate dal maestro Gusztav Sebes, ideatore del sistema di gioco 3-2-3-2, il cosiddetto MM. Un collettivo straordinario, che sembrava invincibile ma che si fermò sul più bello, nella finale Mondiale del 1954; il Miracolo di Berna, quella incredibile rimonta della Germania Ovest da 0-2 a 3-2, di fatto sancì la fine di un sogno e di un'epoca per tutto il calcio europeo. Da quel momento in poi, l'Ungheria ha faticato a imporsi ad alti livelli: basti pensare che l'ultima qualificazione a una fase finale dei Mondiali risale al 1986.

L'erede - Nessuno, nei successivi 66 anni, è riuscito anche solo lontanamente ad avvicinarsi ai meravigliosi protagonisti di quel ciclo. Un'eredità pesantissima, che Dominik Szoboszlai sta provando a raccogliere nonostante la giovanissima età. Ennesimo talento scovato dal Salisburgo, che lo prelevò dal Videoton nel 2017 (a 17 anni non ancora compiuti) per appena 500.000 euro, è uno degli artefici dell'incredibile esplosione di Erling-Braut Haaland, che spesso ha beneficiato dei suoi precisi assist prima di spiccare il volo verso Dortmund. E proprio un assist lo aveva portato alla ribalta, in Europa League contro il Napoli, il 14 marzo di un anno fa, alla sua prima presenza in una competizione continentale. Un battesimo di fuoco e decisamente positivo. Da quel momento, il gioiellino di casa Red Bull è finito sotto i riflettori degli scout di mezzo mondo ma non si è fatto intimorire, né distrarre dalla grande popolarità.

Lavoro e fede - Dominik è un ragazzo che crede nella forza del duro lavoro. Ha un tatuaggio sul braccio sinistro che recita "Il talento viene da Dio. Ma senza la determinazione e il sacrificio, non vale niente". Idee chiare e una famiglia solida alle spalle: il padre, Zsolt, è il suo consigliere più fidato ed è stato al suo fianco in ogni tappa della sua sin qui breve carriera. Il Salisburgo capisce di essere davanti a un potenziale fenomeno e lo manda a farsi le ossa nella succursale, il Liefering. Torna alla base dopo una sola stagione, in cui dimostra doti fuori dal comune e segna 16 reti, convincendo Rose in pochi mesi: quel ragazzo di 1,86 metri è pronto per confrontarsi con palcoscenici prestigiosi.

Leggerezza e classe - Szoboszlai è nato a Székesfehervar, città dove venivano incoronati i Re il cui nome significa "castello bianco del trono reale", mentre in italiano è Albareale. Un appellativo suggestivo, che si abbina benissimo alle sue qualità. Tocco di palla sensibile e grande abilità nello stretto: l'attuale tecnico del 'Gladbach lo aveva impiegato come mezzala, ruolo in cui si era lasciato apprezzare in fase di costruzione ma anche in interdizione. Marsch, invece, lo ha trasformato in un trequartista letale, che ama spostarsi sulla sinistra per cercare la giocata con il piede invertito - e preferito, anche se non disdegna il mancino -. Il suo rendimento in fase realizzativa è clamorosamente schizzato: nove reti e 14 assist, e l'impressione che abbia un telecomando al posto del piede destro. Lo dimostrano i gol segnati su calcio di punizione e quelli da fuori area. Forza, eleganza e precisione, anche se ciò che sorprende di più è la maturità e la naturalezza con cui interpreta il ruolo

L'Italia nel destino - Ovviamente, il boom di Szoboszlai non è sfuggito agli occhi delle italiane. Il suo nome era comparso nella famosa "lista" di Fabio Paratici, smarrita o lasciata volontariamente sul tavolino di un bar nel gennaio 2019, quando ancora il magiaro non si era presentato al grande pubblico. Anche la Lazio ci ha fatto un pensierino, nell'estate scorsa; del resto, molti lo paragonano a Sergej Milinkovic-Savic. Dominik è innamorato dello Stivale, dove spesso ha trascorso le sue vacanze, e manda segnali social al Milan, che potrebbe giocarsi la carta Rangnick per convincerlo ad accettare il progetto rossonero. In agguato c'è il Napoli, ma una cosa è certa: chiunque riuscirà a strapparlo al club austriaco, farà un grande affare.

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