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esclusiva

Barbadillo: "Il Perù non è solo Guerrero. Potrei giocare ancora"

ESCLUSIVA TMW - Barbadillo: "Il Perù non è solo Guerrero. Potrei giocare ancora"TUTTO mercato WEB
© foto di Ospite
sabato 16 giugno 2018, 13:002018
di Giacomo Iacobellis

Se associ il Perù alla Serie A, non puoi non pensare al "Tartufón" Gerónimo Barbadillo. È proprio l'ex ala di Avellino e Udinese, protagonista in Spagna '82 con la Blanquirroja, che TuttoMercatoWeb.com ha intervistato in esclusiva per presentare la Nazionale di Gareca, di ritorno a un Mondiale dopo ben 36 anni d'assenza.

Barbadillo, partiamo dalla bella notizia: dopo un lungo tormentone, in Russia ci sarà anche capitan Guerrero.
"La presenza di Guerrero è molto importante per il Perù, sia sul campo che fuori. Parliamo di un ottimo attaccante e di un vero leader. Allo stesso tempo, però, credo che la Nazionale di Gareca debba sfruttare la forza della propria squadra piuttosto che concentrarsi sui singoli".

È l'unione del gruppo il segreto della Bicolor?
"Sì, direi di sì. Il cammino alle qualificazioni è stato duro, ma ha creato un grande affiatamento all'interno della rosa. Il Perù, dopo ben 36 anni, avrà un'occasione da non perdere in Russia".

Dove crede che possa arrivare la sua Nazionale?
"Il Gruppo C con Francia, Danimarca e Australia non è affatto facile, ma il Perù ha il giusto mix di calciatori giovani ed esperti per arrivare alle fasi finali".

Detto di Guerrero, in quale altro crack peruviano confida in vista di Russia 2018?
"Come ho detto, il Perù non è solo Guerrero. Penso che al Mondiale possano essere decisivi anche il terzino Luis Advíncula e l'esterno d'attacco André Carillo, ma anche il centrocampista Christian Cueva. Sono fiducioso, possiamo fare un buon Mondiale".

Oggi esiste invece un nuovo Barbadillo?
"Non direi. Il calcio è cambiato tantissimo da quando ho smesso io. Magari potrei farmi altri due-tre anni in campo (ride, ndr)".

A proposito, che ricordo ha della Serie A?
"Ricordi bellissimi. L'Italia mi ha dato tanto, non è un caso che abbia scelto di viverci. Ho grande gratitudine soprattutto per l'Udinese, con la quale ho continuato a lavorare nel settore giovanile una volta appesi gli scarpini al chiodo. Oggi sono osservatore: cerco nuovi talenti in Sud America e li propongo alle squadre italiane e non solo".

Chiosa proprio sull'Udinese. Dopo un'annata deludente, i friulani sperano di tornare alle origini con la sorpresa Velazquez. Cosa ne pensa?
"È vero, quest'anno l'Udinese ha un po' mollato, ma non dimentichiamoci cosa è riuscita a fare nelle ultime stagioni. Stavolta ha pagato forse il fatto di non aver trovato i ricambi giusti dopo le solite cessioni, ma il club dei Pozzo resta comunque un modello per tutto il calcio italiano".

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