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esclusiva

Bollini: "Fu difficile gestire Keita, ma Spalletti ce la farà"

ESCLUSIVA TMW - Bollini: "Fu difficile gestire Keita, ma Spalletti ce la farà"TUTTO mercato WEB
© foto di Dario Fico/TuttoSalernitana.com
giovedì 23 agosto 2018, 22:452018
di Pierpaolo Matrone

Quando arrivò in Italia, nell'estate del 2012, Keita Baldé non poteva giocare poiché mancava il passaporto comunitario. D'altronde era ancora minorenne, ma ci fu un uomo su tutti ad aiutarlo, Alberto Bollini, che lo prese in consegna prima da allenatore della Primavera, poi come collaboratore di Edy Reja quando il talento classe '95 fece il salto di categoria. Dopo l'esperienza al Monaco, l'esuberante Keita è tornato in Italia e può essere una delle note più liete dell'Inter, visto che di classe ne ha in abbondanza. Per parlarne al microfono di Tuttomercatoweb.com è intervenuto proprio Alberto Bollini: "Come calciatore è indiscutibile, ha qualità tecniche importanti e, soprattutto, alcune delle caratteristiche più importanti per il calcio moderno: abilità nell'uno contro uno, tecnica pazzesca anche in velocità e la capacità di finalizzare l'azione molto bene".

Come vede il suo ritorno all'Inter? "L'esperienza all'estero l'ha fatto maturare, soprattutto nella testa, nel senso che lo vedo con una gran voglia d'Italia e di Serie A. Lo sento molto motivato, è in un grande club che s'è ancora rafforzato in questa estate e sarà allenatore da un tecnico come Spalletti che è molto bravo a gestire sia le qualità tecniche che le risorse umane a sua disposizione".

Ci racconti i suoi anni alla Lazio. "Arrivò da noi nell'estate del 2012, ma dovette aspettare fino al 2013 per poter giocare. Capirete che gestire un giocatore esuberante come lui, proveniente dall'estero e senza la possibilità di farlo giocare non fu cosa facile. Dovetti farlo io, insieme al dottore che è stata un'altra figura importante per lui. Organizzavamo addirittura delle amichevoli appositamente per permettergli di vivere l'agonismo delle partite. Con lui c'era un rapporto insegnante-alunno, ma è più speciale degli altri. Non mi prendo meriti tecnico-tattici perché il talento ce l'ha lui, ma per la sua crescita umana penso di essere stato una figura significativa. Sono conteto che sia tornato in Italia".

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