Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
esclusiva

Boom polacchi, Zmuda: "Costano poco, si adattano subito"

ESCLUSIVA TMW - Boom polacchi, Zmuda: "Costano poco, si adattano subito"TUTTO mercato WEB
giovedì 27 settembre 2018, 12:382018
di Gaetano Mocciaro

Sono 31 i polacchi transitati nel campionato di Serie A, 16 dei quali militano attualmente nel nostro campionato. Un record per il paese est-europeo, non a caso il più "italiano" negli ultimi Mondiali. Un boom che è ben giustificato dai risultati in campo: Piatek capocannoniere, Milik al top, Zielinski sempre più protagonista, Sczesny ad avere l'onere e l'onore di succedere a Gigi Buffon come portiere titolare della Juventus. Wladyslaw Zmuda, primo polacco insieme a Zbignew Boniek a giocare nel nostro campionato, è intervenuto ai microfoni di Tuttomercatoweb per parlarci della crescita del calcio nel suo Paese:

Zmuda, come mai il calcio polacco è così popolare in Italia?
"Io credo sia soprattutto una questione economica, anche perché se guardiamo il lato prettamente tecnico le nostre nazionali non riescono a rispondere alle aspettative, come dimostra l'ultima Coppa del Mondo. Ma c'è una cosa che abbiamo e che in un mercato dove bisogna stare attenti ai costi funziona: abbiamo molti giovani promettenti che costano poco e sono comunitari. È normale che le squadre investano sui polacchi, che stanno dimostrandosi affidabili. Due di loro li allenati: si tratta di Milik e Zielinski, due '94 che portavo con me quando guidavo i classe '93 della selezione. Già allora avevano una marcia in più".

Quanto ha influito la crescita economica del Paese
"Sicuramente ha fatto la sua parte. Un Paese in crescita porta anche a investire e di conseguenza tutti ne hanno tratto beneficio. Gli Europei hanno portato a stadi nuovi, campi di allenamento di qualità. Siamo anche un Paese di 40 milioni di abitanti, diciamo che non mancano i ragazzi".

Sorprende la velocità di adattamento in un Paese diverso e in un calcio differente
"Io penso che per mentalità i polacchi somiglino agli italiani, nonostante i km di differenza. E poi i ragazzi sin da giovani sono abituati ad andar via presto ad acquisire esperienza all'estero. Il fatto poi che vengano così tanti giocatori in Italia è dovuto anche alla pubblicità che hanno fatto i predecessori, come me o Boniek oppure come Kozminski negli anni '90".

Il giocatore del momento è Piatek. Abbiamo un nuovo Lewandowski?
"Difficile da dire ma anche in Polonia segnava tanto e si vedeva che aveva fiuto per il gol, alla Inzaghi per intenderci. Magari non mi aspettavo un inizio simile, pensavo che almeno ci volesse qualche mese per prendere le misure ma evidentemente la sua mentalità è predisposta all'adattamento immediato. Se diventerà come Lewandowski dipende da tanti fattori, mi auguro che continui a lavorare bene e abbia fortuna con le squadre che sceglierà. Perché poi dipende molto dall'ambiente che trovi e faccio un esempio: Krychowiak. Prima di andare al Siviglia era un giocatore normale, che però in Spagna si è consacrato ed è diventato molto forte. Poi al PSG ha avuto delle difficoltà. Insomma, dipende dove vai e chi trovi".

Meglio questa generazione o quella sua?
"Difficile paragonare due ere diverse. I giocatori di oggi sono dei professionisti, noi degli appassionati, venivamo da un sistema diverso. Ma vorrei far notare che siamo gli unici del blocco comunista dell'epoca in grado di vincere una medaglia ai Mondiali. Cosa che questa Nazionale non ha fatto...".

© Riproduzione riservata