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esclusiva

Carpanesi: "Allenai Spalletti 'per caso' grazie a Ventura"

ESCLUSIVA TMW - Carpanesi: "Allenai Spalletti 'per caso' grazie a Ventura"TUTTO mercato WEB
sabato 20 ottobre 2018, 07:152018
di Marco Conterio

Tre anni. Sulle rive del Tirreno, a La Spezia. Sergio Carpanesi è uomo di mare, uomo che ha trascorso anni sui campi da gioco. Da giocatore, da tecnico. Classe '36, è stato mentore e guida di Luciano Spalletti nella sua città, con gli Aquilotti. "Luciano da giocatore era un diesel, uno che entrava con le sue leve lunghe, instancabile, uno che piaceva alla gente -spiega Carpanesi a Tuttomercatoweb.com-. Era un giocatore di categoria ma piaceva alla tifoseria per la sua applicazione e per il suo non mollare mai".
Lei lo portò o lo 'trovò' a La Spezia?
"Con me c'è stato casualmente. Mi spiego: io andavo a vedere l'Entella, a volte, che aveva come tecnico Ventura. Mi chiamò il mio presidente e mi chiese di trovare qualche ragazzo: nell'Entella c'erano due giocatori interessanti, uno era Spalletti".
Come mai?
"Lo sentivi, da subito e lo vedevi centrale nella squadra".
Però non lo portò subito a La Spezia.
"Io vinsi il campionato lì, poi andai via e loro presero Ventura come tecnico. Lui portò Spalletti, Guerra e Stabile: dopo sette partite lo mandarono via, aveva fatto pochi punti e poi prendeva la squadra di uno spezzino come me...".
Dunque, via alla storia con Spalletti in campo.
"Mi richiamarono e mi ritrovai Spalletti che avevo già visto in quell'Entella.

Poi Guerra, un difensore, e Stabile, che era un Gattuso: erano titolari della mia formazione".
Un perno, un 'titolarissimo' dei suoi.
"Con Luciano ho un rapporto buono, che è continuato nel tempo. Dopo il Viareggio è andato all'Empoli, dove ha instaurato un grande rapporto con il Presidente ed è diventato anche tecnico di successo".
Se lo sarebbe mai aspettato?
"Chi lo conosceva nel modo di vivere, nella sua carriera, non pensava che potesse diventare un tecnico così. Era uno che affrontava la professione sul campo, ma non pensava alla carriera, ai grandissimi livelli. Era un 'giocherellone' poco responsabile, quando è diventato allenatore ha avuto una lunga trafila. Ha fatto bene nella sua città a Empoli ma poi andò altrove".
Ci fu anche il suo zampino.
"Mi disse di avere un'offerta dalla Sampdoria. Gli dissi di provare, perché con due squadre, Genova, era ideale: era impossibile rifare subito quello fatto ad Empoli, era un'occasione da prendere. Andò alla Samp ma pensava di essere ancora giocatore e allora gli anziani del gruppo se la presero con lui. Lo esonerarono, lo richiamarono, poi persa l'ultima retrocessero. Però ha fatto una grande carriera, non mi sarei aspettato la scelta di San Pietroburgo, alla Roma ha avuto l'intuizione incredibile di Perrotta dietro a Totti falso nove. E ora l'Inter, con la rosa più forte, dietro la Juventus".

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