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esclusiva

Chiarenza: "Pochi piemontesi? La Juve guarda oltre i confini"

ESCLUSIVA TMW - Chiarenza: "Pochi piemontesi? La Juve guarda oltre i confini"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 16 novembre 2018, 11:152018
di Gaetano Mocciaro

Moise Kean è il volto nuovo del calcio italiano e magari il giocatore cresciuto nel vivaio della Juventus che riuscirà a diventare protagonista in bianconero. Impresa riuscita a sempre meno persone col passare degli anni. Gli ultimi veri prodotti piemontesi ad affermarsi con la Vecchia Signora dopo aver fatto la trafila nelle giovanili sono Claudio Marchisio e Sebastian Giovinco, ormai over 30 e campioni Primavera nel 2006. L'allenatore di quella squadra era Vincenzo Chiarenza. Che ai microfoni di Tuttomercatoweb ci spiega perché non è così facile per un piemontese farsi largo sin da subito: "Quando ero alla Juventus abbiamo vinto 8 trofei in 5 anni. Avevo imparato in quegli anni la mentalità del club e l'esplosione di Marchisio e Giovinco per me è stata motivo di grande soddisfazione, un modo per ripagare la società per l'opportunità che mi ha dato".

Già allora la Juve non puntava così forte sui giocatori del territorio
"La Juventus ha sempre guardato più in là: a livello nazionale, per non dire internazionale. Non di rado ho allenato giocatori stranieri e alcuni di loro hanno fatto anche una buona carriera in Serie A, come Konko. Non era importante la provenienza, ma la qualità. Certo, se si fosse puntato di più sui ragazzi del territorio magari a quest'ora ci sarebbe qualche campioncino piemontese in più ma in un contesto storico di apertura delle frontiere perché restringere il campo solo a persone del territorio? Poi, se uno è bravo esce fuori ugualmente".

A livello di infrastrutture come valuta il Piemonte per un ragazzo che si avvicina al calcio?
"Il Piemonte si sta rinnovando abbastanza. Ci sono i centri federali che hanno fatto un ottimo lavoro, dando più lustro alle regioni e alle società".

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