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Dario Silva: "Sono Sa Pibinca. Se Zenga fa il 70% di quel che era da portiere..."

ESCLUSIVA TMW - Dario Silva: "Sono Sa Pibinca. Se Zenga fa il 70% di quel che era da portiere..."
lunedì 20 aprile 2020, 19:08Serie A
di Lorenzo Marucci

Adesso vive a Malaga, una delle città che ha conosciuto da giocatore. Dario Silva, uruguaiano, ex attaccante del Cagliari, è attivissimo. "Mi sono stabilito qui da qualche anno - racconta a Tuttomercatoweb.com - ho i miei amici, è una bella zona, quasi ogni giorno c'è il sole. Ora il periodo è più difficile per l'emergenza coronavirus ma i casi stanno diminuendo". Dario Silva parla con la serenità di chi sa che la vita va vissuta fino in fondo. Nel 2006 a Montevideo ebbe un grave incidente automobilistico, riportò una frattura scomposta della gamba destra che poi gli fu amputata al di sotto del ginocchio destro: "Sono cose che certamente ti cambiano, capisci che la vita è una sola. Oggi ci sei e magari domani non ti svegli. Bisogna sfruttare la vita e non morire senza fare nulla".

Oggi di cosa si occupa?
"Qui ho varie attività. Sono azionista anche della pizzeria Frascati, oltre che rappresentate di ciclisti e di una serie di giocatori uruguaiani giovani molto forti".

Al Cagliari è sempre legato: lo ha seguito in questa stagione?
"Certo. Eravamo partiti molto bene e la classifica ci sorrideva poi ci sono stati alcuni ko e siamo scesi un po'. E' arrivato Zenga e vedremo come sarà il ritorno in campo. Credo che dopo questo stop sarà un caos per tutti".

Vedendola dall'esterno che è successo al Cagliari?
"All'inizio era partito forte vincendo tutte le gare che c'erano da vincere. Poi ha perso quella partita con La Lazio nel recupero e si sa che certe gare possono lasciare il segno".

Di Zenga che pensa?
"Spero che al Cagliari possa fare il 70% di quel che ha fatto da portiere...".

Sorpreso dal suo connazionale Nandez?
"No, sapevo quanto era forte. Lo seguivo al Nacional e anni fa lo avevo suggerito anche al Malaga. Ero convinto che sarebbe diventato un gran calciatore e non a caso fa parte anche della nazionale. Gli uruguaiani danno sempre tutto, ci mettono la faccia. Tutti hanno fame e sanno che in quei 10-12 anni di carriera bisogna fare il massimo".

E l'attacco del Cagliari le piace?
"Joao Pedro e Simeone mi piacciono e possono fare una bella coppia. Ma ho fiducia anche in Pereiro, è giovane, sta crescendo. Deve trovare la grinta giusta".

Parliamo di altri uruguagi: Bentancur è cresciuto molto in Italia...
"Sì, è un giocatore maturo ma ora mi piacerebbe che cambiasse squadra per provare ad essere più protagonista. Nella Juve si è guadagnato il suo spazio ma ci sono tantissimi ottimi calciatori che lottano per un posto. Lo dico anche per la sua carriera".

Godin invece ha trovato difficoltà in Italia: perché?
"Ho sempre detto che spesso per chi arriva in Italia dalla Spagna può incontrare delle difficoltà. E' un calcio diverso. Per chi invece va in Spagna dall'Italia i problemi sono inferiori".

Altro uruguaiano: Caceres.
"Forte, lo vorrei sempre nelle mie squadre perchè può giocare ovunque".

Da quanto tempo invece lei non torna a Cagliari?
"C'ero l'anno scorso ma appena è possibile già quest'anno voglio tornare per salutare i miei amici. Devo andare ad abbracciare anche la mia "mamma". La chiamo così perchè abitava vicino a me a Cagliari e c'era un rapporto eccezionale. Il ricordo più bello è legato alla promozione in A e poi alla nascita di mia figlia Elina".

Con Cellino che rapporto aveva?
"Sempre stato buono ma abbiamo discusso su certe cose. Avevo un contratto di quattro anni ma ho preferito andare per la mia strada".

Come la chiamavano i tifosi del Cagliari?
"Sa Pibinca (in dialetto sardo, la zecca). Mi piaceva perchè me lo hanno messo loro questo soprannome. Noi abbiamo il cuore rossoblù. Adoravo girare per la città, andare alle feste di paese, c'era un legame forte".

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