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Farioli, il vice primo in Turchia: "Vincere con il Galatasaray come a San Siro"

ESCLUSIVA TMW - Farioli, il vice primo in Turchia: "Vincere con il Galatasaray come a San Siro"TUTTO mercato WEB
venerdì 23 ottobre 2020, 16:11Serie A
di Andrea Losapio

"Vincere contro il Galatasaray mi ha fatto lo stesso effetto della mia prima volta a San Siro". A parlare è Francesco Farioli, viceallenatore dell'Alanyaspor primo in Turchia dopo cinque giornate con tredici punti. "È una sensazione unica. Tutto ciò che ti circonda ti fa sentire piccolo, allo stesso tempo ti fa sognare il mito di Davide contro Golia. Avevo già avuto fortuna di vincere contro il Milan con il Benevento, uno dei miei più bei ricordi, ed è stato altrettanto entusiasmante andare in casa del Galatasaray con coraggio e consapevolezza a provare a fare la partita".

È un successo storico
"L'Alanyaspor non aveva mai vinto su questo campo, è un risultato fondamentale per la nostra classifica".

Guardate tutti dall'alto verso il basso.
"Sì, ma il campionato è molto equilibrato, le partite sono aperte a ogni scenario. Stiamo vivendo un ottimo momento, sia di risultati che di prestazioni, ma possiamo crescere ancora molto nella continuità di gioco nei novanta minuti. Migliorando i nostri inizi di gara, soprattutto in trasferta, avendo un impatto maggiore, controllando il ritmo del gioco dal primo minuto. Imparare a gestire la gara, desiderare e ricercare il dominio del gioco, riconoscendo i momenti e chiudendo la partita quando necessario".

Però avete già una buona differenza reti.
"È uno dei dati che conferma il buon momento. Stiamo arrivando con facilità al tiro, calciando verso la porta avversaria, creando dei buoni tiri, spesso da dentro l'area, frutto di possesso palla. Per questo i nostri expected goals sono tra i più alti della Lega, ma anche in Europa. E concediamo meno. Abbiamo un alto numero di passaggi, poche palle perse, non forziamo la giocata in avanti. Così forziamo l'avversario a sbagliare di più, perché pressiamo".

A che livello è il calcio turco?
"Ottimo per i calciatori, ma non c'è grande organizzazione tattica. Noi diamo un'impronta per valorizzare i talenti pronti per il salto in Europa, pronti per capacità fisiche e tecniche, ma indietro per il resto".

Si ispira a De Zerbi?
"Le idee sono molto simili, quello che facevamo insieme era un percorso condiviso, è diventato il mio dna. Lavoriamo per un cambio di paradigma nel calcio turco, molte squadre preferiscono le fasce laterali per portare velocemente il pallone nella metà campo avversaria. Il calcio in cui credo è quello fatto a Benevento e Sassuolo. Serve grande padronanza, ragionamento e pazienza: quello turco è fatto di attacco e difesa, transizioni veloci. Devono esserci meno scorribande".

Come mai è andato via dal Sassuolo?
"L'opportunità si è verificata in modo improvviso e veloce, non è stata una scelta facile né a cuor leggero. Lasciare una società come il Sassuolo, il campionato italiano, un mister e un gruppo di lavoro con il quale ho condiviso tre anni... Ma è una scelta professionale, voglio avvicinarmi a un obiettivo diverso. Avevo voglia di responsabilità, di affrontare in prima persona le difficoltà, di studiare soluzioni e prendere decisioni. Un ruolo diverso che mi avvicini a quello che vorrei essere nei prossimi anni. Però ringrazio il Sassuolo che mi ha lasciato andare nonostante il pochissimo preavviso".

Come ha visto questa opportunità?
"Come un foglio bianco, tutto da scrivere. Questo mi ha affascinato, potere costruire da zero. Il lavoro da fare è moltissimo, c'è l'occasione di provare a cucirsi un abito che calzi a pennello con le idee e le credenze. Il club si sta costruendo ora".

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