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Gavillucci: "Nicchi e il ruolo Var? Se vero, atto di tradimento verso elettori"

ESCLUSIVA TMW - Gavillucci: "Nicchi e il ruolo Var? Se vero, atto di tradimento verso elettori"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
martedì 8 settembre 2020, 13:38Serie A
di Lorenzo Marucci

Una fotografia ampia, dettagliata, approfondita sulla situazione politica del mondo arbitrale in Italia. A Tuttomercatoweb.com Claudio Gavillucci ha raccontato tanti aspetti di un pianeta in cerca di rilancio, facendo luce su temi anche scottanti. Ex arbitro di Serie A, fu lui a interrompere Sampdoria-Napoli nella stagione 2017-18, a causa degli insulti razzisti nei confronti di giocatori partenopei e in particolare contro Koulibaly. La sua carriera è stata sospesa per decisione unilaterale della associazione degli arbitri, il primo luglio 2018 (lo racconta anche nel suo libro uscito recentemente, 'L'Uomo Nero. Le verità di un arbitro scomodo'). Ne è seguita una battaglia legale che ha portato addirittura al suo ritiro della tessera. Ora comunque arbitra nella National League in Inghilterra. Adesso però ecco le sue prime impressioni sul nostro mondo arbitrale: "Da dodici anni c'e ormai un uomo solo al comando, Nicchi. E' una situazione anacronistica, da nessuna parte si vive qualcosa del genere. C'è stato un fallimento tecnico perchè non avremo nessun rappresentate dell'Aia ai mondiali. L'unico papabile potrebbe essere Orsato ma forse per limiti di età non ce la farà. Non c'è stato ricambio a livello tecnico e politico. Nicchi si ricandiderà per la quarta volta. E il giudizio globale sulla governance non può essere positivo anche se qualcosa di positivo è stato fatto. Ora c'è bisogno di novità e di persone che possano rappresentare il futuro. Nicchi ormai è alla soglia dei settant'anni...".

Chi serve a capo dell'Aia?
"C'è bisogno di persone che rimettano al centro l'Associazione con un insieme di idee e spirito associativo. Non ci può essere un uomo solo al comando. Occorrono persone che aggreghino, serve una figura particolare, che abbia doti umane e manageriali, in grado traghettare l'Associazione nel terzo millennio. A livello organizzativo c'è la necessità di fare un passo nel futuro".

Un articolo del Corriere dello Sport oggi racconta di un ruolo di Nicchi come supervisore Var che sarebbe in contrasto con il regolamento Aia. Nicchi avrebbe stipulato un contratto che gli frutterebbe circa ottantamila euro l'anno

"Non ho visto il contratto ma se è stato scritto tutto questo saranno state certamente fatte le verifiche. Ciò che posso confermare è che Nicchi ha sempre sostenuto che non percepiva remunerazioni se non le diarie per la figura di presidente. Lo diceva di fronte ai presidenti delle sezioni territoriali che hanno compiti difficili nel gestire situazioni quotidiane e che percepiscono diarie quasi irrisorie. Se è vero che percepisce questo introito di ottantamila euro sarebbe un atto di tradimento verso chi lo ha eletto".

Nel frattempo si è arrivati anche alla unificazione della Can A e B...
"Nicchi ha dovuto fare un passo indietro. Era stato lui a volere questa divisione che ha portato risultati disastrosi. In senso assoluto l'unificazione è da fare. Ed è stata anche il primo punto programmatico di un precedente candidato presidente. Ma questa unificazione è stata voluta da Nicchi in fretta e furia per due motivi: tecnico, per recuperare cioè il disastro tecnico, e politico in modo da togliere all'eventuale candidato oppositore di inserirla nel suo futuro programma. Ad aprile l'Aia aveva definito i numeri degli arbitri per la Serie A e B e questo significava che non c'era nei pensieri l'idea della riunificazione. Oggi ci sono 48 arbitri per la Serie A e B. Ciò vuol dire che un arbitro ora dirige al massimo 12-13 gare in una stagione e questo è un bel freno per trovare la forma e la continuità. Arbitrare ogni due-tre settimane non aiuta. Dunque, la riunificazione è giusta ma deve esser fatta con programmi e numeri adeguati".

Parliamo anche della sua situazione...
"Dopo il mio processo c'è stata la possibilità per i miei colleghi di poter avere accesso alle loro graduatorie. Ma ancora la trasparenza non c'è al cento per cento, sia sulle dismissioni che sulle deroghe che spesso avvengono senza giustificazioni o spiegazioni tecniche adeguate. Per quanto riguarda la serie A ad esempio non è stata data la deroga ad un assistente come Manganelli che è stato protagonista in finale di Champions e l'anno prima in finale di Uefa. Per l'Uefa è un assistente fino a dicembre ma in realtà non è così perchè l'Italia lo ha dismesso. Ma non si capisce quale sia il criterio con cui si agisce. Anche perchè ad altri assistenti che non hanno la caratura di Manganelli è stata concessa la deroga. La realtà è che l'Aia gestisce l'associazione come se fosse un'azienda privata...".

E lei adesso arbitra in Inghilterra...
"Vivo in Inghilterra e mi diletto ad arbitrare nei campionati semiprofessionistici, la National League. In Inghilterra non ci sono limiti di età, la discriminante riguarda i limiti tecnici. Oggi Rocchi ha 45 anni ed è stato dismesso ma ha dimostrato di essere uno dei migliori. E' un diritto del campionato italiano poter contare ancora su di lui. E' il campo a dimostrare se è ancora valido".

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