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esclusiva

Juan Pablo Pino: "Mi voleva Mou. E ora sono un uomo nuovo"

ESCLUSIVA TMW - Juan Pablo Pino: "Mi voleva Mou. E ora sono un uomo nuovo"TUTTO mercato WEB
lunedì 23 maggio 2016, 15:002016
di Marco Conterio

Juan Pablo Pino è stato arrestato in Arabia Saudita, alcuni anni fa, per esser stato in canottiera in un centro commerciale con tanto di tatuaggi in bella vista tra cui uno di Gesù Cristo sulla spalla. E' stato pure denunciato in passato per aggressione alla polizia dopo un alcool-test in Colombia ma adesso è cambiato. Lo assicura e lo garantisce lui stesso, perché "le esperienze vissute mi sono servite per capirmi meglio e per analizzare quanto mi è successo in passato". Parla con sincerità, il trequartista colombiano, che è stato crack vero del calcio sudamericano tanto da essere considerato pure potenziale erede di Carlos Valderrama con la 10 dei Cafeteros, in esclusiva per Tuttomercatoweb.com. "Ed ora so cosa voglio dal futuro, anche professionale".
La sua carriera l'ha vista giocare in grandi squadre: Monaco, Galatasaray, Olympiakos, fino alla rescissione col Bastia.
"Mica tutto da buttare, mica tutto negativo".
Certo che no, anzi. Come mai non è andata come premesse e promesse raccontavano, però?
"Quando ero al Monaco, in tanti club si sono interessati al sottoscritto ma tutto si è sviluppato velocemente. Il mio talento mi portò in Europa giovanissimo e... Beh, il cambio di vita, di cultura, di società. Poi i soldi e la separazione dal mio ambiente e dai miei cari, influì molto sul mio comportamento. Però ora è tutto diverso, ora sono maturo ed ho l'appoggio di mia moglie e di mia figlia".


Ci tolga una curiosità: vero che stava per andare all'Inter?
"Giocai una grande gara tra Monaco ed Inter e dopo la partita mi venne a parlare Josè Mourinho. Mi chiese di dove fossi e mi disse che gli piaceva molto il mio modo di giocare".
Che giocatore è, Pino?
"Tecnico, molto. Poi veloce, dinamico, so leggere il gioco dell'avversario e colpirne i punti deboli. Sono ordinato tatticamente ma togliermi palla mica è facile. Però non sono innamorato del pallone, per me il gioco di squadra è più importante di quello individuale".
Sogni per il futuro?
"Vorrei giocare in Italia, mi piacerebbe molto. Il mio sogno è quello di tornare a giocare e di dimostrare di essere un buon cittadino, una brava persona, che ha imparato dagli errori. Mi sto allenando da inizio anno con un preparatore per essere pronto".
Metterebbe anche una clausola sul suo contratto se così non fosse?
"Non è certo il momento di avanzare delle pretese. Il club che mi darà l'opportunità di ripartire avrà tutto il diritto di porre le proprie condizioni. Non ho niente in contrario, voglio solo dimostrare che ho estirpato il male dalla mia vita e che sono un uomo nuovo".

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