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Maradona compie 60 anni, Di Fusco: "Il campo era la sua terapia"

ESCLUSIVA TMW - Maradona compie 60 anni, Di Fusco: "Il campo era la sua terapia"TUTTO mercato WEB
venerdì 30 ottobre 2020, 17:00Serie A
di Arturo Minervini

Esiste un filo sottile che li unisce, una camera oscura che raccoglie fotografie che appartengo in eterno alla memoria. Quando si parla di Diego Armando Maradona con i compagni che lo hanno fiancheggiato nella sua avventura al Napoli, le reazioni sono sempre simili. La voce trema, gli occhi si fanno un pochino lucidi, il cervello partorisce ricordi così in fretta che c’è il rischio di essere travolti. Accade così a Raffaele Di Fusco, al Napoli dal 1983 al 1990 (con la breve parentesi di Catanzaro), prima di ritornarci nel 1993. “Mi chiedete cosa era Diego in campo, era quello che dava sicurezza. Averlo o non averlo faceva tutta la differenza del mondo, trasmetteva a tutti una grande consapevolezza”.

E fuori dal campo cos’era Diego?
“Era un ragazzo come tanti, non poteva fare delle cose perché era Maradona. Tante cose non poteva farlo rispetto ai ragazzi che avevano la sua età.

Qualche comportamento fuori dagli schemi nasceva proprio da queste limitazioni?

“Sicuro, tutti i grandissimi personaggi poi hanno questa parabola perché privati della loro libertà. Non a caso si dice genio e sregolatezza, credo che ad un certo punto scatti la necessità di avere una valvola di sfogo”.

L’enorme pressione che doveva sopportare, come veniva gestita? I compagni di squadra erano un sostegno per lui?
“I compagni di squadra erano anche questo, quando aveva un giorno di tristezza gli bastava stare con noi per riprendersi. Ma la sua vera terapia era il campo, i primi anni dovevamo cacciarlo dal campo perché non voleva mai smettere di giocare”.

Giusto che le strade tra Maradona e Napoli restino separate o sarebbe bello che si ritrovassero?
“Magari potesse ritornare a divertire la città, in qualsiasi ruolo in società. Questo darebbe una spinta enorme, sia alla squadra che alla società. Provate ad immaginarlo come uomo in più nella società di De Laurentiis? La squadra scenderebbe in campo sempre con enormi motivazioni”.

Un ricordo speciale personale?

“Eravamo in Argentina, nella villa diventata famosa per gli spari agli giornalisti. Ci eravamo trovati per un pranzo, volle che fossi vicino a lui in quell’occasione. Un gesto di affetto nei miei confronti che ricordo con piacere”.

Un pensiero per questo compleanno?
“Mi fece un regalo, più di trent’anni fa. Una figurina della Madonnina del Rosario che si venera in un santuario di Rosario in Argentina, mi disse di tenerla sempre con me. Gli ho fatto un video proprio per questi sessant’anni facendogli vedere che la porto ancora con me”.

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