Nassi: "Mancini ct? Non si fa la casa partendo dal tetto"
Roberto Mancini è sempre più vicino alla firma con la Figc per diventare il nuovo ct azzurro. Per parlare di questa scelta abbiamo contattato Claudio Nassi ex ds di Fiorentina e Samp. Fu lui a portare Mancini dal Bologna in blucerchiato (per 4 miliardi più i cartellini di Galdiolo, Roselli, Brondi e Logozzo). Nassi, acuto osservatore del mondo del calcio, spiega subito: "Prima di scegliere l'allenatore si doveva fare il presidente. E' troppo importante. Non si può costruire una casa dal tetto... A volte mi meraviglio di queste cose - dice a Tuttomercatoweb.com - guardate come è stato ridotto il calcio italiano: non si può andare a tentoni e mettere a capo del nostro calcio gente che con questo sport ha poco a che spartire. Se non si capisce, non c'è medicina"
Al di là di questo preambolo fondamentale come giudica la scelta di Mancini?
"Ma queste sono cose importantissime. Se non ti accorgi perché sei finito fuori dai Mondiali è un problema. Bisogna guardare gli arbitri che abbiamo avuto contro la Svezia, ad esempio Cakir, e vedere come dirige e chi arbitra. Il calcio è un gioco stupido per persone intelligenti, questa è una frase sempre da ricordare".
Insomma l'allenatore non è il problema...
"Il tecnico non va in campo. Va supportato e aiutato. A Madrid contro la Spagna ci siamo presentati con quattro attaccanti, una cosa che non si era mai vista. A volte gli allenatori vanno fermati. Non tutte le loro idee sono quelle giuste. Vanno fatti riflettere, ci deve essere un team con il presidente in testa. Presidente che, ripeto, deve saper fare e deve capire di calcio".