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Petricca: "Impossibile per stranieri andare in Cina. Stipendi con tetto a 3 milioni"

ESCLUSIVA TMW - Petricca: "Impossibile per stranieri andare in Cina. Stipendi con tetto a 3 milioni"TUTTO mercato WEB
© foto di Marco Conterio
mercoledì 22 aprile 2020, 18:08Serie A
di Andrea Losapio

“Tutti i calciatori che sono stati ingaggiati dai club cinesi a fine febbraio si sono trovati nell’impossibilità di ottenere il visto di lavoro”. A dirlo è Oberto Petricca, esperto operatore di calcio asiatico nonché consulente giuridico. “C’è stato il divieto assoluto di entrare, anche per turismo, che ha coinvolto anche i calciatori che avevano contratti in corso, vivevano già in Cina e si sono trovati all’estero momentaneamente”.

È successo a calciatori come Pellè o Minala.
“Il discorso è valido per tutti quei giocatori che hanno sottoscritto contratti intorno alla fine del calciomercato cinese, il 27-28 febbraio. Da quel momento tutti si sono attivati per il visto d’ingresso: formalmente i trasferimenti si sono conclusi, quelli degli stranieri, ma nessuno ha ottenuto il visto per recarsi in Cina tra fine febbraio e inizio marzo. Tale problematica ha coinvolto anche i calciatori che avevano contratti in corso con club cinesi e che si sono venuti a trovare all’estero nella pausa fra un ritiro e l’altro.

L’ufficio non rilasciava i visti.
Ciò è in controtendenza rispetto al fenomeno generale in Europa: i club stanno svolgendo normale attività fin dai primi di gennaio, quelle solite di ogni anno, senza influenze negative. Per la prima parte si sono recati in Spagna o negli Emirati, poi c’è stato il ritorno in Cina e hanno continuato. Il campionato iniziava il 22 febbraio ma ora è rinviato a data da destinarsi: si parlava di fine maggio, poi metà giugno, ora fine giugno. Tutti gli operatori affermano che la stagione finirà il 31 dicembre, non ci sarà un’estensione”.

Quando potranno rientrare?
“So che ci sono stati vari colloqui con l’ufficio visti, si è parlato di due o tre mesi a partire da fine marzo, ma la situazione potrebbe cambiare in base alla evoluzione della situazione sanitaria. Giocare a giugno per uno straniero mi pare difficile in ogni caso, è una situazione atipica che merita approfondimento”.

Perché i club potrebbero annullare i contratti?
“I problemi non sono imputabili né ai giocatori né ai club che, anzi, stanno lamentandosi della situazione. I nuovi stranieri acquisiti hanno occupato degli spazi limitati di tesseramento e non possono essere sostituiti”.

Teoricamente?
“Beh, è una valutazione di opportunità, da un punto di vista giuridico il contratto è in essere. Per la finestra di fine febbraio si pone un problema perché i giocatori non riescono a fornire la loro prestazione, nonostante sia rilasciato il transfer internazionale. Stanno provando tutti ad andare in Cina, ma non possono. Però i club non hanno un atteggiamento rigido, stanno aspettando di risolvere questi problemi”.

C’è anche la possibilità di abbassare gli stipendi…
“Si tratta di una indicazione di massima non vincolante, che consente ai club di regolarsi secondo le proprie esigenze. Sembra più un dibattito interno al sistema per abbattere i costi”.

Ma c’erano già dei tetti…
I club cinesi avevano abbassato gli ingaggi con una normativa, intervenuta a fine dicembre 2019, con previsione di un tetto massimo fisso di tre milioni di euro. Questa esigenza è stata superata per l’emergenza epidemiologica, prima c’era un’idea perentoria a cui si stavano attenendo”.

Il calcio in Cina fallisce ad attecchire?
“Non per l’impatto sui media, il seguito è stato molto alto fino al Coronavirus. C’è un desiderio di mantenere un livello di ingaggi intorno ai tre milioni per prendere giocatori di livello e non campioni dai costi esagerati che, però, alla fine non hanno alzato il sistema generale per il movimento. A livello di tifo non c’è diminuzione, il tetto è necessario per evitare operazioni su calciatori in tarda età che non erano in grado di dare un contributo onorevole”.

El Shaarawy è nel pieno.
“È un discorso antecedente, ora c’è un altro orientamento”.

E gli allenatori come Cannavaro?
“Per loro non c’è un tetto salariale, ma la tendenza, in ogni caso, è quella di contenere i costi”.

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