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esclusiva

Said: "Che belli i miei anni al Bari. In viola ho sprecato un'occasione"

ESCLUSIVA TMW - Said: "Che belli i miei anni al Bari. In viola ho sprecato un'occasione"
© foto di Federico De Luca
domenica 31 maggio 2020, 12:00Serie A
di Pietro Lazzerini

Nel 1998 la sua carriera era iniziata da poco ma la FIFA lo aveva classificato addirittura come miglior U17 al mondo. La vita calcistica di Hanu Said però in seguito non ha confermato quelle premesse, anche se le soddisfazioni non sono mancate, come le due Coppe d'Africa conquistate nel 2008 e nel 2010 con l'Egitto. In Italia ha vestito le maglie del Bari, del Messina, della Fiorentina e della Pistoiese, per poi ripartire dal Belgio e soprattutto dal campionato egiziano. Adesso è il direttore sportivo del Pyramid, uno dei club più importanti del Nord Africa, dove l'emergenza per il Covid-19 è arrivata in ritardo ma ha comunque segnato il campionato e la vita delle persone. Da qui inizia l'intervista esclusiva realizzata da Tuttomercatoweb.com:

Come sta vivendo questi mesi di emergenza per il Coronavirus?
"Un po' come tutto il resto del mondo. Cerco di stare più tempo che posso a casa e faccio tanto sport per tenermi in forma".

Qual è la situazione in Egitto e come pensa che potrà riprendere il calcio nel suo paese?
"In Egitto abbiamo quasi 20mila contagiati e poco meno di 700 morti. Non è mai stato chiuso tutto come è successo in Italia. Penso che a inizio luglio verrà riaperto tutto come prima anche se con nuove regole. Per quanto riguarda il calcio, tra due settimane riprenderemo gli allenamenti e poi speriamo di poter ricominciare il campionato".

Ha seguito le vicende del calcio in Italia? Cosa pensa del ritorno in campo fissato per metà giugno?
"Intanto non credo che il caldo possa essere un problema come dicono, ma forse la mia è una deformazione dovuta al fatto che sono abituato a giocare con picchi di temperatura molto alti. Il Coronavirus in Italia ha preso tutti alla sprovvista, non era possibile prevedere ciò che è successo. Adesso tutti dovranno stare attentissimi, anche nel calcio".

Guardando al passato e alla sua carriera: è arrivato in Italia considerato una vera e propria stella del calcio africano, è soddisfatto di quanto ha fatto in Serie A?
"Sono soddisfatto solo dei due anni che ho fatto quando sono tornato al Bari. Per il resto per niente, perché potevo fare molto meglio ma non è andata come speravo".

Spesso non è riuscito a imporsi con continuità, quali sono i motivi?
"Non avevo la mentalità giusta. E' un problema generale per i giocatori africani e soprattutto in Egitto. Purtroppo non sono riuscito a vivere quei momenti della carriera con la continuità che serve per arrivare a grandi livelli".

Cosa si ricorda della sua esperienza a Bari? Qual è il ricordo più bello e quello meno bello?
"Ho vissuto grandi momenti. Mi piaceva sia la città che la gente. E' stata la migliore esperienza in Italia, senza alcun dubbio".

Qual è il miglior ricordo legato a quegli anni?
"La prima partita da titolare, segnai anche un gol. Fu un momento importantissimo per la mia carriera".

Ci sono stati momenti anche duri però nel corso della sua permanenza in Italia.
"Sì, decisamente. Il più brutto è stato quando è morta mia madre e io giocavo a Messina".

Ha giocato tanti anni con Cassano, secondo lei avrebbe potuto fare di più nel corso della sua carriera?
"Senza dubbio. Con le qualità che aveva avrebbe potuto fare molto di più rispetto a ciò che è riuscito a fare nella sua carriera".

Che effetto le fa vedere il Bari in Serie C?
"Mi dispiace tanto. Una squadra che rappresenta una grande città come Bari deve vivere altre realtà sportive e non la Serie C. Penso però che col presidente De Laurentiis possano tornare in Serie A molto presto".

Ha vissuto un anno anche alla Fiorentina, è stata un'occasione mancata?
"A Firenze ho gettato via una grande occasione. E' una piazza importante del calcio italiano ma la mia mentalità non era all'altezza. Poi l'allenatore non aveva fiducia in me e sono dovuto andare via dopo poco".

Dopo di lei a Firenze è arrivato un altro egiziano, Salah. Pensa che un giorno potrà vincere il Pallone d'Oro?
"Penso che se continua come negli ultimi anni, lo può vincere entro un paio di stagioni. Ha le qualità per essere il più forte al mondo".

In molti pensano che al massimo entro un paio d'anni potrebbe cambiare nuovamente squadra, dove lo vedrebbe bene?
"Al Real Madrid".

Se nei club italiani non ha avuto grande successo, è riuscito invece a ottenere grandi vittorie con l'Egitto: cosa ci può raccontare delle due Coppe d'Africa vinte?
"Nel 2005 ho avuto un grande infortunio nel corso di una partita e sono dovuto stare fermo per un anno. Anche il recupero è stato difficile ma era troppo importante per me tornare alla forma di prima e grazie a Dio e a tanta grinta sono riuscito a tornare in campo anche per essere poi convocato dalla Nazionale. La Coppa del 2008 è quella che ricordo con maggiore gioia anche perché l'ho giocata da protagonista e sempre da titolare. Giocare la finale e alzare il trofeo è una gioia che non riesco a descrivere. Dopo due anni ho giocato un'altra Coppa vincendo di nuovo e battendo tutte le squadre che si erano qualificate per il Mondiale. Una bella soddisfazione. Mi dispiace solo che quella squadra non sia riuscita a qualificarsi per la Coppa del Mondo perché penso che avremmo potuto avere successo".

Ci sono nuovi talenti che potrebbero arrivare dall'Egitto in Europa nel corso dei prossimi mesi?
"In realtà ce ne sono molti. Tanti aspettano solo di farsi notare per arrivare in Europa. Penso che presto sentirete parlare di altri calciatori egiziani oltre a Salah".

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