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Shakhtar, l'intervista integrale a Dodò: "L'Inter lascia spazi. Biscotto? Ovvio che..."

ESCLUSIVA TMW - Shakhtar, l'intervista integrale a Dodò: "L'Inter lascia spazi. Biscotto? Ovvio che..."TUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
lunedì 7 dicembre 2020, 22:00Serie A
di Tancredi Palmeri

L'anno scorso 1 gol e 2 assist nella fase a gruppi, quest'anno una spina nel fianco costante: il terzino brasiliano Dodò dello Shakhtar, 22 anni, è una delle maggiori rivelazione di una squadra che è a 90 minuti dall'eliminare in un colpo solo Real Madrid e Inter, quella che sarebbe una delle più grandi imprese della storia della Champions.
Dodò si è messo in luce nella grande tradizione dei terzini brasiliani, e in esclusiva con Tuttomercatoweb ci rivela non solo quali contatti di mercato ha già avuto, ma anche una acuta analisi tattica dell'Inter e del Real Madrid, nonché la sua opinione molto, molto spontanea sul biscotto... “Prima del Real Madrid - dice - ci siamo detti ogni giorno che era la partita della nostra vita. Rimarrà nella nostra memoria, e adesso abbiamo guadagnato una partita in più a Milano per giocarci il futuro. Questo già era il gruppo della morte con Real Madrid e Inter, ma il Borussia Moenchengladbach per me è una delle migliori squadre di questa Champions: gioca bene il pallone, molto offensivo. Se riusciamo a qualificarci è più che un’impresa”

Pensate che gli altri vi abbiano sottovalutato?
“Può essere. Contro il Real Madrid siamo scesi in campo consapevoli che avrebbero concesso spazi tra la difesa e il centrocampo. Ne abbiamo approfittato muovendo la palla dalla destra alla sinistra e aprendo spazi tra le linee. In questa maniera siamo riusciti a puntare i difensori centrali in situazioni di uno contro uno”.

Anche l’Inter all’andata?
“Un punto fondamentale. Ci era andata malissimo con loro in semifinale di Europa League, così siamo partiti dal fatto che era una partita totalmente differente. La chiave era uscire dalla loro pressione. Credo ci abbiano anche sottovalutato, perché molti di noi sono giovanissimi. Ma aver giocato certe partite ci ha fatto maturare molto. E comunque l’andata con l’Inter è la partita che ci ha messo più in difficoltà. Ovvio, con il Borussia abbiamo perso largamente e forse lì siamo noi che abbiamo sottovalutato l’impegno. Ma l’Inter mette in campo una disposizione che è molto difficile da abbattere: un 3-5-2 che comincia la pressione con due come Lukaku e Lautaro che mettono incredibilmente sotto pressione il palleggio della linea difensiva. I 5 di centrocampo poi rintuzzano continuamente i diretti avversari in mezzo e ai lati. E’ difficilissimo sorpassare le loro linee. Quello che è successo contro di loro è che siamo riusciti ad annullare il loro contrattacco, ma anche loro hanno svuotato i nostri punti di forza, ovvero possesso palla e uscita rapida. Ogni volta che riuscivamo a uscire dalla pressione, trovavamo un nuovo raddoppio di marcatura. Quelle volte che provavamo con il contropiede, l’Inter aveva già ripiegato. Dal punto di vista fisico sono sovrastanti, quando pensi di esserti liberato te ne ritrovi già due addosso. La loro marcatura di squadra è molto rigida”.

L’Inter ebbe molte occasioni: siete stati fortunati?
“Noi volevamo vincere dopo la sorpresa contro il Real Madrid. E forse dopo aver pareggiato con l’Inter abbiamo pensato che il Gladbach fosse un rivale più facile. E invece è diventato il più arduo. La verità è che la marcatura non può mai essere leggera in Champions. E però le grandi ti lasciano sempre degli spazi”.

Chi ti ha impressionato di più tra Real Madrid e Inter?
“Il Real Madrid ha una qualità incredibile nel possesso. L’Inter è una squadra offensiva che però difende a tutto campo. E’ francamente difficile incontrare una squadra che ti attacca e che però anche si difende dappertutto. 90 minuti di intensità pazzesca: l’Inter continuamente va e viene, sale e ripiega. Nessuno ci riesce per tutta la partita: mi ha ricordato l’Atalanta che abbiamo incontrato l’anno scorso. L’Inter ha un raro livello di intensità e sacrificio. Il Real Madrid ha una qualità eccezionale, non c’è nemmeno da spiegarlo”.

Davvero vedi corrispondenze tra l’Inter di quest’anno e l’Atalanta dell’anno scorso?
“Credo che l’Atalanta lasciasse giocare di più. E non causava tanto pericolo come l’Inter: davvero con Lukaku e Lautaro non ci siamo potuti rilassare un attimo, è stato uno stress continuo. Con l’Atalanta fronteggiavamo Zapata, poi Gomez che arrivava da dietro, si trattava di giocatori veloci che però arrivavano da lontano. Era più facile rispetto ad avere a che fare con due attaccanti fissi in avanti”.

State pensando al 5-0 con cui l’Inter vi ha eliminato dall’Europa League?
“E’ una partita che ci provoca vergogna. Anche perché anche noi ci sentiamo un club grande. Dalla semifinale a uno 0-5 è stato molto difficile da digerire. Già all’andata ce lo siamo ripromessi: ‘Stavolta sarà differente. Possiamo non vincere, ma non possiamo perdere’. E infatti abbiamo pareggiato. Abbiamo giocato senza respiro, non tralasciando nessun dettaglio.
E adesso ci serve ancora quel pareggio. Faremo di tutto per ottenere un punto. Abbiamo un grande motivazione, dovuta soprattutto all’essere con tante speranze di qualificarci pur essendo in un gruppo così difficile. Credo che conquisteremo una qualificazione inedita per lo Shakhtar”.

Che partita sarà?
“Noi entreremo duri come all’andata e come contro il Real Madrid. Adesso anche per loro è il gioco della vita, dunque le marcature saranno molto pesanti. Qualsiasi spazio loro concederanno, noi proveremo a sfruttarlo”.

Qual è la maggior debolezza dell’Inter, e quale la maggiore minaccia?
“Dobbiamo preparaci moltissimo sui calci da fermo, su cui sono letali. E sui contrattacchi. Hakimi e Ashley Young, o Perisic, creano immediata superiorità. Ma loro devono stare attenti a non darci spazi, perché siamo molto rapidi e sappiamo sfruttare gli errori”.

In Italia si parla di un possibile ‘biscotto’ tra Real Madrid e Borussia Moenchengladbach...
“ ‘Biscotto’? Che cos’è?”

In portoghese sarebbe ‘bolacha’, ovvero quando due squadre si mettono d’accordo su un risultato. Non illegalmente, ma si adattano in corso d’opera perché il risultato è comodo a entrambi. Credi che Madrid e Gladbach possano fare ‘bolacha’?
“Il punto è che sono allo stesso orario. Ma sono sicuro che tutti faremo attenzione a quello che succede nell’altra partita e a quello che ci dicono dalla panchina, l’allenatore o gli altri. Se loro pareggiano, o vince il Gladbach, per noi avrà sicuramente un’influenza, perché a quel punto ci basta non perdere. Mentre se ci dicono che il Real Madrid vince a quel punto dobbiamo andare a vincere”

Ma secondo te a un certo punto Real Madrid e Borussia possono accontentarsi del pareggio e smettere di attaccarsi?
“Certamente possono accontentarsi del pareggio! Pensateci bene: non ci sono tifosi, la comunicazione dalla panchina è molto chiara. Anche noi sicuramente ascolteremo ciò che ci dicono e terremo d’occhio il cronometro. E’ normale strategia di gioco”.

Il tuo percorso in Champions è fantastico: a 22 anni ti sei rivelato come uno dei migliori terzini destri in Europa. In Italia c’è una grande tradizione di terzini destri brasiliani...
“Terzini come Cafu e Maicon sono una grande ispirazione, e ogni volta che affronto una squadra italiana ci penso. Ho pensato subito a Maicon quando siamo stati sorteggiati contro l’Inter. Ti dà ancora più motivazione per fare una buona impressione. Tra l’anno scorso e quest’anno in Champions ho fatto gol e dato assist, quindi spero di potermi ancora mettere in mostra. Io personalmente mi ispiro molto a Cafu, e tra quelli in attività Walker del Manchester City e Alexander-Arnold del Liverpool, che ha la mia stessa età”.

Hai già avuto contatti con squadre italiane?
“Non ancora. Finora il contatto vero e proprio, ufficiale, è stato con il Bayern Monaco. Ovvio che la Serie A è un campionato che qualsiasi giocatore vorrebbe giocare, come del resto gli altri grandi europei”.

Sei passato dal Coritiba allo Shakhtar, rinomato per lo scouting con i brasiliani. Com’è stato il processo e perché hai scelto lo Shakhtar?
“Fu una decisione difficile. Avevo avuto anche una proposta del Benfica. Ha avuto un’influenza il fatto che qua facciano un lavoro ampio con i brasiliani. E poi lotta sempre per il titolo, fa sempre la Champions, e fa crescere i giovani. I primi 6 mesi sono stati molto complicati, al punto che sono stato prestato al Guimaraes. Ma poi tutto serve per l’adattamento”.

Willian e Douglas Costa sono diventati protagonisti in Europa dopo lo Shakhtar. Tu li hai contattati per fare la tua scelta?
“Quando sono arrivato il primo che ho contattato è stato Bernard, con cui condivido lo stesso procuratore, Giuliano Bertolucci. E poi Marlos, che qua è un idolo, e anche lui è di Coritiba, e mi ha aiutato a scegliere l’appartamento, mi ha fatto conoscere la città, mi ha presentato a tutti gli altri. Il modello mi ha convinto al di là delle difficoltà logistiche o ambientali”.

Vedendolo dall’interno, qual è il segreto del successo del sistema Shakhtar?
“La base è nel tipo di allenamento. Ed è facilitato dal fatto che ci sono molti brasiliani, e dunque la comunicazione è facilitata. Addirittura gli ucraini hanno imparato un po’ di portoghese. Contro il Real Madrid per esempio, Varane e Modric facevano cambi di gioco, e Taison mi gridava dall’altro lato del campo. ‘Dodò copri che stanno per cambiare gioco!’ E questo ci ha fatto anticipare certe chiusure, io ero già posizionato per rubare palla! Ogni volta che uno si sgancia comunichiamo tra noi per non lasciarci scoperti. C’è una comunicazione continua sin dagli allenamenti”.

Un brasiliano in Ucraina dà comunque sempre una sensazione strana. Qual è la cosa migliore e peggiore del vivere là?
“Eh il freddo ovviamente è la cosa peggiore. Ma la cosa più bella è che abbiamo due vacanze lunghe, una d’estate e una d’inverno (quando nel frattempo è estate in Brasile, ndr)”.

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