Vecchi: "Ancelotti re d'Europa: il migliore degli ultimi 30 anni"
Italia, Inghilterra, Francia, Spagna (la Décima) e Germania. Paese che vai, vittoria che trovi. E' questo il motto di Carlo Ancelotti, che con ben tre giornate di anticipo ieri ha arricchito ulteriormente il suo palmarès grazie alla vittoria della Bundesliga. Per celebrare l'ennesimo trionfo dell'attuale tecnico del Bayern Monaco, TuttoMercatoWeb.com ha intervistato in esclusiva il suo storico preparatore dei portieri Villiam Vecchi, tornato da quest'anno a lavorare nel settore giovanile della Reggiana.
Vecchi, quali sono le sue sensazioni a caldo dopo l'ennesimo trionfo firmato Ancelotti?
"Ho visto tutta la partita col Wolfsburg, l'ho seguito con grande entusiasmo e sono davvero felice. Non è mai facile vincere, vincere è difficile con qualsiasi squadra e in ogni Paese. Complimenti dunque a Carlo e al suo staff, che hanno compiuto un'altra storica impresa. La vittoria di questo campionato non è stata quasi mai in discussione".
Una vittoria, quella della Bundesliga, ancor più sentita e attesa dopo l'amara eliminazione dalla Champions.
"Sicuramente. Quest'anno Ancelotti è stato sfortunato, non meritava l'eliminazione contro il Real Madrid e dopo quel doppio confronto ha ricevuto delle critiche ingiuste. Il Bayern Monaco non doveva uscire ai quarti e sono convinto che se la sarebbe potuta giocare fino alla fine per la vittoria della Champions".
Cinque Paesi, stesso risultato. Si può dire che Ancelotti è il più grande allenatore degli ultimi 30 anni?
"I numeri dicono questo e lo incoronano re d'Europa. Gli manca solo andare a vincere in America e poi potremmo definirlo il nuovo Garibaldi, l'eroe dei due mondi. Scherzi a parte, Ancelotti è senza dubbio uno degli allenatori più importanti della storia del calcio mondiale".
Il prossimo grande traguardo può essere la panchina della Nazionale italiana?
"Non lo so, a lui piacciono molto il campo e il lavoro quotidiano. Nella vita poi mai dire mai, sarebbe un bel colpo per il calcio italiano, magari dopo i Mondiali in Russia del 2018".
Lei e Ancelotti avete lavorato a lungo insieme, in tante realtà differenti. Qual è il miglior ricordo che si porta dietro?
"Il miglior ricordo è quello di Manchester, quando al Milan abbiamo vinto ai rigori con la Juventus la finale di Champions League (stagione 2002-2003, ndr), ma anche la Décima col Real Madrid del 2013-2014 è stata memorabile".
Preparazione, lavoro, mentalità: qual è il segreto di Carlo Ancelotti secondo lei?
"Carlo è un allenatore a cui tutti vogliono bene, un leader che si fa rispettare senza quasi mai alzare la voce. Ha un ascendente sui calciatori davvero impressionante, ne sono sempre rimasto colpito".
Il passato comune vi legherà per sempre, ma lei quest'anno ha scelto col cuore ed è tornato a casa.
"E ne sono felice. Sono tornato a casa, nella mia Reggiana, proprio dove tutto era iniziato tanti anni fa. Lavoro coi giovani e sono molto contento. Auguro ad Ancelotti di continuare così e fare ciò che sa fare meglio: vincere".