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Fiorentina, Vanoli: "Sfida che mi motiva e che non mi fa paura. Servirà lucidità e lavoro"

Fiorentina, Vanoli: "Sfida che mi motiva e che non mi fa paura. Servirà lucidità e lavoro"TUTTO mercato WEB
Niccolò Righi
Oggi alle 19:12Serie A
Niccolò Righi
fonte dal Viola Park, Niccolò Righi

Da poco meno di una settimana Paolo Vanoli è subentrato al posto di Stefano Pioli ed è diventato il nuovo allenatore della Fiorentina. Dopo aver guidato già la squadra nella trasferta di Marassi contro il Genoa e pareggiata per 2-2, il tecnico viene oggi presentato all’interno del ‘Wind3 Media Center’ del Rocco B. Commisso Viola Park. Segui la diretta testuale su TuttoMercatoWeb.

Ore 17:58 - inizio della Conferenza Stampa

Come mai è una sfida?
"Voglio iniziare a fare le condoglianze ad Amir perché ha avuto una perdita importante (il padre, ndr). Perché una sfida? Perché so cos'è Firenze e so che la società ha dimostrato di avere una grande crescita. Queste sfide mi motivano, mi danno energia, ma soprattutto non mi fanno paura. So che la strada sarà lunga e difficile ed è per questo che dovremo essere lucidi. Per uscire da questa situazione servirà tempo, sacrificio e lavoro. Lasciamo stare il mercato di gennaio. Ho sentito molte cose sulla preparazione estiva: non mi voglio paragonare a una persona che qua ha fatto cose per il bene della Fiorentina (Pioli, ndr), parlare di questo o del mercato non sarebbe corretto. Pensiamo alla prossima partita, che sarà per noi importante e difficile".

È possibile avere una Fiorentina da salvezza in campionato e da big in Europa?
"Noi dobbiamo lavorare di partita in partita. Il campionato ha un obiettivo diverso, mentre la Coppa ha un altro obiettivo. Adesso l'errore è pensare a cosa possiamo fare. Noi dobbiamo fare piccoli passi: in campionato pensiamo al campionato, in Coppa alla Coppa. Diamoci piccoli traguardi, altrimenti richiamo di "uscire". Io ai giocatori ho detto che siamo in fondo alla classifica e che adesso dobbiamo metterci sotto, io in primis. Una prima risposta l'ho avuta a Genoa, ma dobbiamo continuare a giocare. Io sono stato in squadre vincenti e lì c'era l'umiltà del vincente, non la supponenza del vincente. Questo posto, il Viola Park, che a me emoziona, deve diventare un mezzo per arrivare a vincere, per dare tutti qualcosa in più. È inutile guardarci indietro, guardiamo avanti. Ecco perché non guardo il mercato".

Nell'ultima settimana si è visto alcune scelte discutibili dei giocatori sui social: come si costruisce la mentalità e in quanto tempo?
"Dobbiamo insegnare anche come comportarsi. I giocatori sono ragazzini, che ogni tanto sbagliano perché sono dentro ad un 'Grande Fratello'. Quando ci sono errori dobbiamo semplicemente prendere il giocatore, farlo sedere e dirgli come comportarsi. Anche quella dev'essere una crescita: capire perché un ragazzo fa un determinato errore".

Come ha intenzione di lavorare sulla difesa?
"Se guardiamo i dati bisogna ammettere che dobbiamo lavorare un po' su tutti. Prima vogliamo ripartire dalle cose più semplici, dalla compattezza. Prendiamo tanti gol da calcio piazzato e in un allenamento ho provato la marcatura a uomo sui corner. Dobbiamo avere più attenzione, si è visto anche sui gol presi a Genoa. Cambio di assetto? L'anno scorso sono partito con delle idee, poi con l'infortunio di Zapata ho capito che dovevo cambiare qualcosa. Oggi però ripartiamo dall'ABC, poi possiamo cambiare e pensare anche a qualcosa di nuovo. A Genoa non siamo stati bravi a chiudere la partita, ma abbiamo capito che il pareggio almeno dovevamo portarlo a casa. Noi dobbiamo provare a vincere, ma non dobbiamo perdere".

Ha sempre vissuto contesti di proteste negli ultimi anni: com'è il ruolo dell'allenatore in questi casi?
"Non so se è fortuna o sfortuna vivere certe situazioni. Oggi dobbiamo essere noi a riconquistare i nostri tifosi facendogli vedere sul campo sacrificio, voglia e grinta. In queste situazioni dobbiamo prenderci le nostre responsabilità: noi siamo finiti in questa situazione e noi dobbiamo uscirne".

Quai sono criticità e pregi dello spogliatoio?
"Quello che abbiamo visto poco è la fragilità in cui prendiamo gol. Quando sono arrivato qua avevo paura, che è un sentimento positivo, che ci fa stare più attenti e concentrati. La mia paura è che i giocatori non fossero consapevoli di avere questa paura. La Fiorentina aveva altri obiettivi e non è facile cambiarli. Però la rosa ha la qualità per uscire, se gioca con umiltà. Devo dire la verità: non mi aspettavo che il gruppo recepisse così velocemente. Il gruppo è affamato e ha voglia di uscire. Fagioli? Ha qualità, può fare la mezz'ala e il play. Deve dimostrarmi chi è. Io ai giocatori dico: quello è il campo, adesso sta a voi. Con me non gioca chi è bravo ma chi porta risultati. Dev'essere un passo che dovrà fare lui, ma da tutti. La mentalità parte dalla testa, non dai piedi. Io ai giocatori ho detto che vorrei essere al loro posto... quando vedo la squadra calare al 60', con cinque cambi, mi cadono i coglioni. Chi entra deve alzare il livello".

Perché ha deciso le doppie sedute?
"Perché a me piace lavorare. Abbiamo un bel centro, ci possiamo dormire e per questo ne approfitto. Poi voglio conoscere i ragazzi e fargli capire la mia idea. Chiarisco sulla preparazione: stamani ho fatto i test fisici, non per sapere le condizioni, ma per capire come posso lavorare su quello che è il mio metodo. Se io faccio correre un giocatore come una lepre e poi si spacca...Questa è la mia metodologia e devo stare attento in questo momento a tanti fattoti perché Piccoli non ha il fisico di Dodo e di questo devo stare attento. Quindi ribadisco: stamani ho fatto i test, ma non per una questione di condizione".

Ha capito quali corde toccare su Gudmundsson?
"Non devo capire io lui, deve capire lui me... e anche velocemente. Lui come Fagioli sono giocatori importanti perché hanno qualità. Lui ha un vantaggio: a Genova lottava per salvarsi. Lui è un giocatore importante, su cui puntiamo, ma oggi ognuno deve lottare per i compagni: gli attaccanti devono essere i primi difensori e i difensori i primi attaccanti".

Qual è la qualità che le dà più fiducia?
"La riposta che ho avuto domenica su un campo tosto. Il gruppo è sano, giovane, con grande potenzialità".

Pioli fece una battuta sulla lavagnetta e la Champions, lei scriverebbe qualcosa sulla lavagnetta?
"Io ai ragazzi ho detto ai ragazzi che abbiamo un'opportunità di scrivere una pagina nuova. Nella vita se succedono queste cose qua vuol dire che si è sbagliato, ma il calcio ti da anche modo di rifarti. A Genova il primo tassello c'è da lavorare per metterne altre. A pensare indietro ci uccideremmo da soli. Un messaggio per il futuro? Che domani mattina facciamo forza e domani pomeriggio pedaliamo...".

Sono compatibili Kean e Piccoli?
"Il nostro parco attaccanti va sfruttato. La società ha lavorato bene e adesso sta a me amalgamare il tutto. Oggi devo capire come mettere in condizioni gli attaccanti di fare gol. Piccoli e Kean hanno caratteristiche simili, ma in prospettiva futura non escludo possano giocare insieme. Adesso non è quella la priorità ma se giocano insieme dovranno essere bravi ad essere l'uno al servizio dell'altro. La maglia della Fiorentina è pesante e tanti ragazzi giovani, che vengono da realtà diverse, devono capire che arrivano in una piazza che vuole vincere e che ha tifosi esigenti".

Giocare in uno stadio vuoto è una difficoltà in più?
"Sicuramente, ma è un passaggio che sapevamo e che non deve essere un alibi. I tifosi ci sostengono sempre, anche a Genova lo hanno fatto. Oggi siamo noi a dover dare delle dimostrazioni".

Ore 19:12 - termina la Conferenza Stampa

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