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Fiorentina, Pradè: "Uscito dal Coronavirus in 48 giorni. Dopo la pandemia c'è il Rinascimento"

Fiorentina, Pradè: "Uscito dal Coronavirus in 48 giorni. Dopo la pandemia c'è il Rinascimento"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
giovedì 14 maggio 2020, 14:23Serie A
di Andrea Losapio

Daniele Pradè, direttore sportivo della Fiorentina, ha rilasciato una lunga intervista a Sky dopo essere stato affetto da Covid-19 negli ultimi due mesi.

Sarà un calciomercato diverso per l’esperienza Coronavirus.
“L’ho vissuta in prima persona, mi sento messaggero di determinati concetti che sono importanti. Il mio primo pensiero va a tutte le famiglie che hanno perso i loro familiari, in modo tragico, perché non hanno potuto nemmeno dare una carezza o fare un funerale. I messaggi sono di positività, io ho portato il virus in casa a mia moglie, mia figlia, i miei cognati, ai miei nipoti e ai miei suoceri che sono stati ricoverati per 30 giorni. Nella sfortuna sono stati ricoverati allo Spallanzani, il mio ringraziamento va a tutti i medici e alle persone, noi viviamo della loro professionalità”.

Qual è il momento più brutto?
“Quando la tua famiglia si ammala, è un virus subdolo, bastardo, non riesci nemmeno ad alzarti dal letto. Febbre alta, sudore, diarrea. Poi vedi tua moglie, tua figlia più piccola di 12 anni, poi arriva l’ambulanza a portare via i tuoi suoceri… Sono cose che ti toccano ma le abbiamo passate. Poi quanto dobbiamo essere accorti, le precauzioni, gli assembramenti. Sarò portavoce di questo, lo ero anche prima ma ora con più forza”.

Cosa vuole comunicare al mondo del calcio?
“Noi come Fiorentina abbiamo avuto tantissimi casi, come la Sampdoria. Com’è successo? La nostra grande attenzione, ci siamo chiusi prendendo tutte le precauzioni possibili. In quel momento non c’erano tamponi, non c’era il sierologico. Il virus lo avevamo in casa, stando all’interno di un centro lo abbiamo contratto in molti, come la Samp. Quando hai degli accorgimenti il calcio e lo sport sono un veicolo giusto per questa nuova vita. Dovremo conviverci fino al vaccino”.

Quindi è importante ricominciare a giocare?
“Certo, dopo queste pandemie c’è il rinascimento. Si parte dalle cose popolari. Il calcio è una panacea per tutti noi, ci lavorano almeno 100 mila persone, c’è un discorso a livello sociale”.

Come immagina la ripartenza?
“Sarà graduale, ci dovremo convivere. All’inizio sarà senza tifosi, sarà un male necessario”.

Chi è stato più vicino all’interno della Fiorentina?
“Commisso mi ha chiamato tutti i giorni, sia lui che la moglie Caterina. Joe Barone a colazione, a pranzo e alla sera. Nei miei confronti c’è stato qualcosa di importante. Il mondo del calcio non è brutto, è meglio di tanti altri, ringrazio tutti quanti. Sapevano tutti ma non c’è mai stata una riga scritta. Mi sono stati vicini Claudio Lotito e la moglie, mi scrivevano tutti i giorni. Oltre il professionismo sono stato una persona a cui sono stati riconosciuti dei valori. Ringrazio tutti”.

Cambierà il suo lavoro?
“Tornerà alla normalità con il tempo. Ma il nostro lavoro è fatto per tantissimo contatto, noi ci dobbiamo vedere, non ci abbracceremo e baceremo, staremo a distanza, ma tutto dovrà tornare alla normalità, con intelligenza. Sarà qualcosa di diverso. Io ero in scadenza di contratto, avevamo già parlato con il presidente, ma il giorno di Pasqua, per mail, mi è arrivato il contratto. Era un giorno particolare, mio suocero ero ricoverato, psicologicamente era molto dura e quel gesto mi ha molto commosso. Ora non c’è più bisogno di firmarlo, il contratto”.

Il calciomercato cambierà: la Fiorentina cederà i gioielli o non svenderà?
“La Fiorentina è una società forte e sana, logicamente anche noi dovremo stare attenti ai bilanci e quello che dovremo fare. Mancheranno delle entrate, ma non c’è necessità di svendere. I calciatori forti avranno sempre un prezzo importante, chi avrà un abbattimento dei prezzi saranno i calciatori medi, ed è un bene per il nostro lavoro. Noi siamo partiti in anticipo, abbiamo fatto un mercato di gennaio con situazioni utili per la prossima stagione, dovremo completare la squadra, è solo il tempo, non sappiamo nemmeno noi come finirà il nostro campionato. È tutto nebuloso”.

Ribery ha espresso la volontà di fare parte del futuro?
“È dentro al 100%, è contento di vivere a Firenze, ha rappresentato una crescita per noi”.

Iachini farà parte del progetto?
“C’è un rapporto talmente bello che ci siamo detti che a fine stagione ci saremmo visti. Eravamo contenti del lavoro, la squadra stava andando benissimo. Vedremo quale sarà il prosieguo”.

Sarà più difficile prendere giocatori alla Ribery?
“Secondo me no, dovremo essere molto fantasiosi. Sarà un mercato di scambi, rivisto e corretto. Quando una società è forte su tanti obiettivi si può arrivare, basta scegliere quelli giusti che vogliono venire da noi. Cercheremo di essere sempre più competitivi, un punto di arrivo e non di partenza”.

Commisso ha detto che per Chiesa non saranno accettate contropartite. Possiamo escludere scambi?
“Se lo dice un presidente come posso dire qualcosa di diverso, quel che dice è legge”.

Ne partirà solo uno, dei gioielli?
“Non abbiamo la necessità di far partire nessuno. Una cosa è fondamentale: chi rimane alla Fiorentina deve voler rimanere, noi saremo fortemente competitivi. Il rapporto con Chiesa, in quest’anno, è buonissimo. Quel che succederà è un altro tipo di discorso, le decisioni saranno di entrambi”.

La Fiorentina è la squadra più giovane del campionato, è un bel bollino della linea verde?
“Sarà la nostra forza del futuro, stiamo facendo investimenti come quello del centro sportivo da 70 milioni di euro. Vogliamo crescere giovani talenti, poi non sarà facile, ma il tempo ci darà ragione. Per quello che ha fatto e costruito sono quelle persone genialoidi, con semplicità e forza trasmette il dna. Va in ufficio tutte le mattine e guida la macchina per conto suo, è un manager che si è costruito da solo e ha voluto studiare. Sono molto contento di poter lavorare con lui, porterà grandi risultati. Non sono venuti qui per investimento, ma per costruire qualcosa di importante per la città”.

Cosa si può migliorare?
“Ci vuole tempo per raggiungere squadre che sono già forti e hanno fatturati il triplo del tuo. Chapeau a squadre come Lazio e Atalanta. Il Milan sta avendo difficoltà, la Roma sta creando una grandissima squadra. Ci proveremo, cercheremo di salire qualche gradino in più. Sensi mi ha detto che giocatori al mondo ce ne sono tantissimi, procuratori, dirigenti… Sono i presidenti che mettono soldi a essere pochissimi”.

Qual è stato il primo pensiero alla ripresa degli allenamenti?
“Io lo immaginavo, ognuno di noi si negativizza in un momento diverso. Sono asintomatici e in via di guarigione, la curva del virus parte, diventi positivo fino al massimo, poi divieni negativo”.

Quanti giorni ci ha messo per diventare negativo?
“48 giorni, è stata lunga e faticosa”.

Ha avuto paura di non farcela?
“Per i miei suoceri, hanno fatto rianimazione. Abbiamo avuto paura di perdere i nostri cari… E non poterci parlare, toccarli, vederli andare via con l’ambulanza senza sapere quando li rivedi o li risenti è qualcosa di molto molto forte. Noi siamo stati un piccolo focolaio, di nove persone. La storia è particolare, ma volevo parlarne in una trasmissione sportiva perché è il mio mondo”.

Si è pentito di essere tornato subito a Roma?
“È normale che uno si colpevolizzi. Io sono tornato l’11 marzo, dal 6 loro erano in isolamento… Io stavo benissimo quando sono tornato, nessuno di noi conosce l’incubazione precisa, non avevamo tamponi e non sapevamo se i calciatori erano positivi. Non c’era stata avvisaglia, è successo nella settimana successiva che abbiamo fatto tamponi. Il senso di sentirsi responsabili uno ce l’ha”.

Ha la carica di dire “ora spacco tutto”?
“Mi sento anche di dare a questa gente Commisso, Barone, il massimo di me stesso. Ho un’energia mentale fortissima”.

Vuole dare un contributo per quello che ha passato?
“Noi stiamo dando un grande contributo, il dottor Luca Pengue è stato ricoverato, ha avuto il Covid. Lo devo ringraziare per la sua professionalità e dedizione, si è messo in prima linea prendendo la malattia. Penso che meglio di chi ha passato questa situazione non ci sia nessuno. Con tutte le precauzioni possiamo fare tutte le cose possibili e immaginabili”.

Il calcio che verrà, sarà?
“Bello, come è stato prima. Più intelligente, la parola che mi piace usare è che ci sarà un Rinascimento, anche nei valori”.

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