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FOCUS TMW - Da Adu a Vanden Borre. La fine degli idoli di Football Manager

FOCUS TMW - Da Adu a Vanden Borre. La fine degli idoli di Football Manager
mercoledì 8 marzo 2017, 08:152017
di Gaetano Mocciaro

Il provino di Freddy Adu in Polonia e il trasferimento di Anthony Vanden Borre in Congo hanno riportato nella testa di molti i tempi andati in cui i due giocatori erano idoli indiscussi, sebbene solamente virtuali. Elementi imprescindibili nel videogame di simulazione calcistica più popolare al mondo: Football Manager. Ma Adu e Vanden Borre non sono le uniche promesse non mantenute. Abbiamo stilato un undici tipo dei più grandi talenti del gioco, attualmente in attività, e che hanno disatteso le aspettative nel modo più clamoroso:

LIBIS ARENAS
Football Manager 2007 ce lo presenta come portiere di riserva della Lazio. Chi decide di puntare su di lui come titolare fa un affare. Classe 1987, il giocatore è effettivamente di prospettiva: ha vinto un sudamericano Under 20 nel 2005 ed ha collezionato una manciata di presenze con la nazionale colombiana. In verità la Lazio non riuscirà mai ad averlo in rosa, non poterlo tesserato a causa del suo status di extracomunitario. Viene parcheggiato all'Envigado in prestito, poi ceduto e la carriera prende via via una parabola sempre più discendente. Oggi Libis Arenas ha quasi 30 anni e gioca all'Olmedo, seconda divisione dell'Ecuador.

ANTHONY VANDEN BORRE
Il Belgio di fine anni '90 e primi anni del nuovo millennio ha probabilmente toccato il punto più basso a livello tecnico. Le speranze di risalita sono nate inizialmente con due prospetti dell'Anderlecht: Vincent Kompany ed Anthony Vanden Borre. Soprattutto il secondo in FM 2007 era il terzino destro che qualsiasi allenatore acquistava. Nelle edizioni seguenti è diventato un vero e proprio jolly, eccellente in qualsiasi ruolo. Nella realtà il buon Anthony ha intrapreso la parabola discendente col trasferimento alla Fiorentina, dove ha trovato pochissimo spazio. Poi il passaggio al Genoa. Poi il Portsmouth, fino al ritorno in patria e anche un discreto rilancio all'Anderlecht. In estate il trasferimento al Montpellier e il soprendente ritiro a 29 anni. Salvo cambiare idea un mese dopo. E firmare col Mazembe, nella Repubblica Democratica del Congo.

JOE MATTOCK
Tra i terzini sinistri più promettenti di FM è quello che è sceso probabilmente più in basso. Classe 1990, l'inglese è uno dei più devastanti nel suo ruolo nella versione del 2010. Nella realtà Mattock non ha mai messo piede in Premier League: dal Leicester (quando si barcamenava fra Championship e League One) al West Bromwich, sempre all'epoca in seconda divisione. Poi Portsmouth, Brighton, Sheffield Wednesday. E oggi al Rotheram, in Championship. Ma ancora per poco visto l'ultimo posto e i 18 punti di distacco dalla zona salvezza.

BRENO
promessa del Sao Paulo, è considerato a suo tempo ben più promettente di Thiago Silva. E il Bayern infatti non se lo lascia scappare. Se nel gioco (FM09) si conferma una vera roccia, nella realtà le cose sono andate diversamente. Caduto in depressione nel periodo tedesco, Breno è stato persino arrestato per aver appiccato un incendio. Scarcerato per buona condotta, trova una seconda chance nel club che l'ha lanciato, ossia il Sao Paulo. Dove comunque non vede il campo da tredici mesi.

RICCARDO BROSCO
Football Manager 2009, Brosco è nella squadra Primavera e tempo due stagioni e diventa un centrale da nazionale. Preso al primo anno si rivela un affare per qualsiasi allenatore. Le promesse nella realtà non vengono mantenute. Brosco ha trovato la sua dimensione in Serie B, al Latina, dove gioca da quattro anni e trova anche con discreta frequenza la via del gol.

MARK KERR
Torniamo indietro di 15 anni, a CM2001/02. Centrocampista scozzese del Falkirk, nel gioco è una diga davanti alla difesa, destinato a dare equilibrio a qualsiasi formazione. Carriera che in realtà non è mai decollata. Una fugace parentesi in Grecia (due presenze nell'Asteras Tripolis 2010-11) e poi a girovagare per la Scozia. Oggi ha 35 anni e da due stagioni è tornato all'Ovile, il Falkirk, nella seconda divisione scozzese.

SILVANO RAGGIO GARIBALDI
Bastavano pochi soldi per assicurarsi questo centrocampista dall'alto rendimento e destinato ad essere protagonista con la maglia della nazionale maggiore. Una carriera che nonostante le grandi promesse non è mai decollata: dalle due presenze col Genoa in Serie A una serie di prestiti fino al trasferimento a titolo definitivo all'Entella, allora in Lega Pro. Da tre anni è al Mantova, sempre nella terza divisione italiana.

FREDDY ADU
Il caso più clamoroso di flop. Classe 1989, lo si vede già a 13 anni su FM. E per molte edizioni il wonder kid diventa una vera e propria stella. Ci credevano davvero negli Stati Uniti, lanciandolo appena adolescente al DC United. Nemmeno maggiorenne esordisce con la Nazionale USA e il suo volto diventa testimonial per alcune campagne pubblicitarie. Il Benfica è la prima squadra europea a puntarci, quando Adu ha 18 anni. L'esperienza lusitana è incredibilmente l'inizio di una parabola discendente dal quale il ragazzo non si è più ripreso. Dopo aver girato l'Europa (Francia, Portogallo, Grecia, Turchia, Serbia, Finlandia), il Sudamerica (Brasile) e un ritorno negli USA fra l'MLS e la meno nobile NASL, Adu da qualche giorno si allena con un club polacco di seconda divisione: l'impronunciabile Sandecja Nowy Sącz.

KERLON
La Foquinha era uno dei giocatori da prendere subito ai tempi del Cruzeiro. E inizialmente anche l'Europa che conta ha voluto dagli una chance, grazie anche a un manager molto potente (Mino Raiola) che lo ha portato all'Inter. Ma in nerazzurro non ha mai visto il campo e il prestito al Chievo non è andato molto meglio. Dopo le zero presenze anche all'Ajax la sua carriera ad alti livelli si è definitivamente chiusa, dando vita a una serie di spostamenti improbabili, tra la seconda divisione giapponese alla cadetteria brasiliana, passando per un non meglio identificato campionato negli Stati Uniti e il campionato maltese. Oggi Kerlon gioca (si fa per dire) in Slovacchia, allo Spartak Trnava.

KEIRRISON
come il connazionale Kerlon, anche Keirrison è transitato per il campionato italiano. Le stagioni eccellenti al Coritiba e al Palmeiras l'hanno presentato come uno dei migliori centravanti dell'epoca nel famoso gioco manageriale. Nella realtà non c'è mai stato il salto di qualità. Il Barcellona, che lo aveva acquistato nel 2009 non gli ha mai fatto vedere il campo e i prestiti a Benfica e Fiorentina sono stati infruttuosi. Il mesto ritorno in patria, la discesa nella seconda divisione brasiliana e l'attuale tentativo di rilancio nel Vecchio Continente: a gennaio è approdato all'Arouca, in Portogallo.

FEDERICO LAURITO
Uno dei tantissimi talenti pescati dall'Udinese in Sudamerica, Laurito diventa una certezza in FM mentre nella realtà non emerge mai. I bianconeri lo hanno ceduto in prestito a Livorno, Venezia, Empoli senza mai veder valorizzato l'argentino, che il campo lo vede col contagocce. L'addio definitivo ai bianconeri nel 2013 col trasferimento in Ecuador, dove continua a cambiare squadra. Oggi è un giocatore del Gualaceo, in seconda divisione.