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FOCUS TMW - Futuro Inzaghi: il pensiero di 10 giornalisti del mondo Lazio

FOCUS TMW - Futuro Inzaghi: il pensiero di 10 giornalisti del mondo LazioTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 21 maggio 2019, 12:30Serie A
di Riccardo Caponetti

Inzaghi-Juve, Inzaghi-Lazio: a Roma, sponda biancoceleste, non si parla d'altro che del futuro del tecnico piacentino. Il suo nome figura tra i candidati per la panchina bianconera, ora che verrà lasciata libera da Allegri. Capire con certezza quello che succederà è quasi impossibile adesso, troppe sono le incognite e le variabili da tenere in considerazione. Per cercare però di fare il punto sul momento di Inzaghi, abbiamo chiesto l'opinione di 10 giornalisti che quotidianamente lavorano nel mondo Lazio.

Giulio Cardone (La Repubblica)
“La Juventus sta valutando la candidatura di Simone Inzaghi, ma credo che rappresenti più in piano B. È stato messo in stand-by, anche se tutti intorno a lui smentiscono. Come si comporterà Lotito? So per certo che la sua idea è quella di creare un altro ciclo di tre anni con lui ma non credo, se si dovesse creare l’occasione, che si metterà di traverso e bloccherà la carriera di un suo pupillo. Una soluzione si troverà”.

Enrico Sarzanini (Leggo)
"Inzaghi ha avuto dei contatti, è molto stimato. Ho la sensazione che tutto verrà deciso quando si incontrerà con Lotito: se se gli dovesse dare le garanzie, tecniche e contrattuali, potrebbe rimanere, soprattutto se ancora la Juve non ha ancora deciso. Sono convinto che la società bianconera non abbia puntato soltanto Inzaghi, ma che stia scegliendo tra più profili. Una cosa è certa: Inzaghi si è sentito poco tutelato quest'anno, lo ha detto lui stesso”.

Valerio Cassetta (Il Messaggero)
"Il nome Simone Inzaghi è ormai diventato sinonimo di Lazialità. Non solo per i successi ottenuti, ma per l’attaccamento, la passione e l’amore che ha dimostrato in ogni occasione anche lontano dal terreno di gioco. Il suo percorso con la Lazio è virtuoso e vincente, merito anche al presidente Claudio Lotito che lo scelse. Inzaghi è un allenatore giovane, preparato e con tanti margini di miglioramento. Normale che venga accostato ai grandi club. La Juventus? Potrebbe essere pronto per il grande salto. Tanti addetti ai lavori lo definiscono un allenatore di coppa, anche se non si è ancora confrontato con l’Europa che conta e questo potrebbe pesare nella scelta finale del club bianconero".

Marco Calabresi (Corriere della Sera e DAZN)
"Se davvero il ciclo di Inzaghi con la Lazio è concluso, merita un'occasione in una grande squadra: poi, starà a lui sfruttarla. In questi anni, la Lazio con organici numericamente e qualitativamente inferiori rispetto alle altri concorrenti per gli obiettivi raggiunti (Coppa Italia) o sfiorati (Champions lo scorso anno), è riuscita a fare più del massimo per le proprie potenzialità”.

Elmar Bergonzini (La Gazzetta dello Sport)
"Secondo me non va alla Juventus. Ha le qualità per fare bene, ma il club bianconero ha come unico vero obiettivo la Champions, visto che gli altri arrivano in automatico. E per raggiungerlo deve prendere un allenatore che abbia esperienza. Inzaghi ha 0 presenze in Champions e 20 in Europa League. Mediaticamente non sarebbe il profilo adatto, non darebbe un segnale giusto alla piazza, alla squadra e agli avversari".

Paolo Cericola (RadioRadio)
"Non credo siano tante le possibilità di vederlo ancora a Roma, nonostante ci siano da tempo avvisaglie per il rinnovo da parte della Lazio, che ha una stima incondizionata in Simone. Non è una questione di ingaggio e di soldi, ma di obiettivi e di avere più peso nelle scelte di una società. Non so se abbia la speranza di far cambiare la metodologia di Lotito e Tare. Per esempio: se in estate arriveranno 3-4 giovani prospetti, la società vorrebbe vederli in campo ma non saranno mai subito pronti per i piani del tecnico. La Juventus? Credo che il pericolo numero uno sia il Milan adesso: anche con il possibile blocco europeo, potrebbe essere un ulteriore step di crescita prima del grande salto".

Carlo Roscito (Corriere dello Sport)
"Quella tra Inzaghi e la Lazio è una storia d'amore e di lavoro che dura 20 anni, quindi è giusto che le parti in causa si prendano del tempo per riflettere. Il tecnico, con la panchina della Juventus libera, giustamente attende una possibile chiamata: sarebbe un salto in alto impossibile da rifiutare. La mia idea è che Agnelli punterà su un altro nome e Inzaghi rimarrà alla Lazio, per fortuna di Lotito visti i risultati ottenuti in questi tre anni".

Francesco Certo (Radio Dimensione Suono)
“La possibilità (concreta) che Inzaghi vada alla Juve è nell'ordine delle cose non da oggi, ma almeno da un paio di anni in virtù di consolidata amicizia con Nedved e Paratici. Per la Lazio non serve trattenere contro voglia un tecnico che pur laziale ha voglia di crescere a livello di obiettivi e di confronto con un'altra realtà. Non c'è nulla di scandaloso in questa eventuale separazione, ma solo di doloroso per i tifosi. Dovendo cambiare allenatore, punterei su Giampaolo che è insegnante di calcio e che potrebbe crescere ancora qui alla Lazio”.

Alessandro De Dilectis (RadioSei)
"Inzaghi ha fatto diversi errori, ma sono più i meriti che pesano sulla bilancia. Meriterebbe un adeguamento e più credibilità nella società biancoceleste. Se resta con Lotito è giusto che chieda garanzie. Non sarei arrabbiato con lui se decidesse di cambiare squadra. Alla Juventus non ce lo vedrei bebe. Ha lo stile giusto, ma credo sia ancora presto arrivare in una piazza come quella di Torino. Potrà ambirci quando avrà fatto più esperienza in Europa".

Stefano Fiori (La Repubblica)
"Prendete una coppia, la più affiatata: se vi confesserà di ritenere ormai scontato il proprio legame, metteteci la firma sul fatto che durerà ancora poco. Ed è proprio una firma quella che Inzaghi non vuole far apparire come scontata: quella sul rinnovo con la Lazio. Ecco perché l’approdo ideale – per certi versi, anche il più verosimile – di tutta questa vicenda potrebbe essere questo: Inzaghi che rimane sulla panchina biancoceleste, ma solo dopo aver raccolto i frutti del potere contrattuale acquisito grazie alla vittoria della Coppa Italia e, soprattutto, grazie al corteggiamento della Juventus".

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