FOCUS TMW - Ligue 1 al via, i cinque big della panchina
Venerdì torna la Ligue 1 e fra volti nuovi (su tutti Neymar), stelle pronte a confermarsi (Mbappé) c'è grande interesse anche nei confronti degli allenatori. Jardim chiamato alla conferma, Emery al riscatto. E con i graditi ritorni di Bielsa e Ranieri il campionato francese acquisisce maggior prestigio. Questi i cinque big della panchina:
MARCELO BIELSA
Dopo il "pacco" tirato alla Lazio a Lille si temeva il peggio quando il tecnico non si era presentato alla prima seduta d'allenamento. Del resto lo chiamano El Loco. Falso allarme, stavolta l'argentino è arrivato davvero e ha scaldato già gli animi del freddo nord francese. E il club lo ha accontentato non lesinando grandi spese. Dopo i fasti di Marsiglia è pronta a tornare la Bielsamania in Ligue 1.
RUDI GARCIA
Tecnico super affidabile, non fallisce nemmeno prendendo in corsa l'OM. Arrivato con una squadra invischiata in acque agitate, oltre ad averla tolta dalla zona pericolosa ha conquistato l'Europa League. Ora con una rosa ben più competitiva è chiamato al salto di qualità: il ritorno in Champions League. E c'è anche chi sogna un miracolo stile Lille 2010-11
LEONARDO JARDIM
Questa è la stagione del nove per il tecnico portoghese: è stato davvero bravo o semplicemente fortunato nel trovare una generazione di campioncini esplosi contemporaneamente? Una cosa gli va riconosciuta: ha garantito al Monaco i palcoscenici più prestigiosi nonostante il cambio di strategia societaria che punta più sul monetizzare sulle cessioni che sul fare acquisti folli.
UNAI EMERY
Vederlo ancora sulla panchina del Paris Saint-Germain dopo il campionato perso e soprattutto l'1-6 di Barcellona è già sorprendente. La sua seconda stagione parte già con le spalle al muro: deve vincere tutto, soprattutto se arriva Neymar. Al-Khelaifi ha detto di lui che ha i geni del vincente. Lo ha dimostrato a Siviglia in Europa League, ma la Champions è un'altra cosa.
CLAUDIO RANIERI
Dopo l'esperienza al Monaco il nostro torna a misurarsi in Ligue 1. Sorprende che lo faccia in una squadra di seconda fascia, che ha apportato pochissimi accorgimenti alla rosa e non ha velleità d'alta classifica. Gli si chiede una stagione ben più stabile di quella che i canarini hanno vissuto la scorsa stagione, inevitabile ripensare a quello che è riuscito a fare a Leicester. Ma certi miracoli è difficile che si ripetano.