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Fondatore Mediapro: "Il Barcellona ha debiti enormi. Non ha soldi per comprare Neymar"

Fondatore Mediapro: "Il Barcellona ha debiti enormi. Non ha soldi per comprare Neymar"TUTTO mercato WEB
© foto di Pool Francia/Image Sport
venerdì 17 aprile 2020, 21:00Serie A
di Michele Pavese

Jaume Roures, uno dei fondatori di Mediapro, ha parlato ad Abc dei problemi del mondo del calcio legati all'emergenza per la diffusione del coronavirus. Una situazione che rischia di far male soprattutto al Barcellona, club del quale è socio e che, a quanto sembra, ha grossi debiti: "Bartomeu lascerà un club indebitato. Non puoi fare quello che vuoi e andare a casa lasciando un buco di 500, 800 o 1.000 milioni. Il Barcellona ha un debito enorme che la proprietà sta cercando di nascondere ma esiste. Un debito non rimborsabile a breve termine e che la pandemia aggraverà ancora di più, perché diminuiranno le entrate. Quando ci saranno le elezioni, noi membri dovremo riflettere su ciò che è meglio per il club, non solo sul piano sportivo, ma anche economico e societario. Il sogno Neymar? Non ci sono soldi per comprarlo".

Oggi è 17 aprile. Si tornerà a giocare?
"Per la prima volta in tanti anni, le leghe europee e la UEFA vanno d'accordo e questo è da sottolineare. In Spagna ci si è dati una scadenza e c'è la volontà di finire la stagione. Non correrei, però, perché si rischia la salute. Bisognerà fare controlli massicci sui giocatori e l'ambiente circostante, per evitare problemi, e questo periodo potrebbe durare 3-4 settimane. Non terminare la stagione potrebbe rendere difficile l'inizio della prossima, sono cose collegate tra loro. La Champions dovrà concludersi dopo la fine dei campionati. A luglio-agosto, però, temo che non sarà semplice viaggiare da un Paese all'altro. In questo momento si stanno perdendo un sacco di soldi, ecco perché sarebbe importante salvare almeno la stagione con i diritti televisivi. Il calcio ha 140 anni e ne ha viste di tutti i colori. Ci saranno sicuramente ripercussioni, ma non morirà. Quel che è certo è che l'epoca dei trasferimenti stratosferici è terminata".

In Italia sono stati chiari: senza un vaccino è impossibile tornare a giocare a porte aperte.
"È difficile concepire un calcio senza pubblico. Non sono un virologo, penso solo che dobbiamo vedere gli sviluppi della pandemia. La situazione non è chiara, ma ovviamente non è possibile vedere 40.000 persone in uno stadio a breve termine. Diecimila tifosi possono entrare nei grandi impianti mantenendo le distanze. Non so se potranno essere adottate soluzioni intermedie in attesa del vaccino".

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