Futbol: accuse, polemiche e accordi sulla strada del Mondiale

La traduzione di un termine in un’altra lingua non sempre ne modifica radicalmente il significato. Quando si parla di futbol e si fa riferimento all’accezione ed al sentimento che questo sport è in grado di sprigionare in Sudamerica, tuttavia, è evidente che siamo di fronte a qualcosa di profondamente diverso rispetto a quanto siamo solitamente abituati ad osservare alle nostre latitudini. Una guerra di religione e di popoli senza esclusione di colpi, con fendenti che svariano dalle giocate di fuoriclasse del calibro di Neymar e Messi, sino alle più bieche e spicce pratiche di tentativi più o meno riusciti di corruzioni ed accordi sottobanco.

Inevitabile che i 90 minuti decisivi per la qualificazione a Russia 2018 si trascinasse un carico di polemiche e sospetti destinate a tingere di giallo questo capitolo di leggenda sportiva: e così nelle ore successive al miracolo del Diez Leo Messi che ha ridicolizzato le critiche che avevano cercato di scalfirlo, sono molti altri gli argomenti all’ordine del giorno, e non tutti appartenenti alla cronaca sportiva: si va dalle accuse al Tigre Radamel Falcao, reo di avere perpetrato e portato a termine una rozza combine con gli avversari nel momento in cui appariva lampante che un pareggio tra Peru e Colombia avrebbe soddisfatto entrambe le nazioni, sino alla denuncia della moglie del cileno Claudio Bravo, che ha fatto presente come troppi compagni del marito fossero più dediti a festini e sbronze anzichè al bene della Roja al crepuscolo della sua generazione d’oro culminato con l’esclusione dal prossimo mondiale. Per terminare con le rivelazioni di Dudamel, che ha fatto presente come l’hotel di Asuncion dove alloggiava la vino tinto venezuelana pullulasse di donne di malaffare chiaramente intenzionate a distrarre gli ospiti dai propri doveri coniugali oltre che sportivi. Insomma spunti continui per nuove pagine di letteratura calcistica e che tingono di giallo la strada verso il prossimo Mondiale.